Il 5G sarà un sistema hot spot. Il 5G richiederà notevoli investimenti. Il 5G rimpiazzerà il 4G. Il 5G richiederà maggiore disponibilità di spettro radio. Il 5G aprirà la strada a una miriade di nuove applicazioni e usi. Sono questi, a detta di Seizo Onoe, CTO di NTT DOCOMO, i 5 miti da sfatare sulla tecnologia di quinta generazione per le comunicazioni mobili.
Il 5G è senza dubbio uno dei temi più caldi tra gli addetti ai lavori. Società di analisi e di ricerca, enti, forum e associazioni producono raccomandazioni e linee guida pressoché senza soluzione di continuità. C’è una tabella di marcia proposta in ambito ITU (International Telecommunication Union), ma non si è ancora giunti alla definizione degli standard.
Tra gli addetti ai lavori, il 5G è spesso paragonato alla Cometa di Halley, che passa a intervalli di decine di anni, scrive Amy Nordrum, redattrice in forze a IEEE Spectrum, la rivista di punta dello IEEE (Institute of Electrical and Electronic Engineers), associazione internazionale di scienziati professionisti dedita alla promozione delle scienze tecnologiche.
La possibilità di firmare uno o più tasselli di un mosaico così grandioso qual è quello promesso con l’arrivo del 5G, in altri termini, capita una o due volte nella vita professionale di una persona che lavora nel settore.
Si cantano da più parti le meravigliose sorti e progressive del 5G: velocità di trasferimento dati fulminea; copertura cellulare capillare; bassissima latenza; miliardi di oggetti connessi alla Rete e connessi tra loro (Internet of Things, Internet of Everything); guida autonoma.
Secondo Onoe, l’acronimo 5G (Fifth Generation) è usato spesso a sproposito e le aspettative di molti sono fuori controllo. Prima di illustrare il punto di vista del manager di NTT DOCOMO, si ricorda che è possibile confrontare tutte le soluzioni di mercato per accedere alla Rete da mobile attraverso il servizio di comparazione delle offerte Internet Mobile curato dagli esperti di SosTariffe.it, anche con riferimento alle offerte 4G LTE (Long Term Evolution).
Onoe ha detto la sua in occasione della recente IEEE International Conference on Communications (23-27 maggio 2016, Kuala Lumpur, Malesia). E non è la prima volta che il CTO del maggiore operatore di telefonia mobile nipponico interviene sul tema per placare gli entusiasmi. Il mese scorso, durante il Brooklyn 5G Summit (20-22 aprile 2016, New York USA), Onoe aveva già tentato di sfatare alcuni dei miti più diffusi sul 5G.
Primo mito: il 5G sarà un sistema hot spot
Numerosi esperti prevedono di dispiegare il 5G attraverso le cosiddette Small Cell. Piccole celle che, a differenza delle tradizionali torri, non trasmettono segnali su una vasta area in maniera indiscriminata, ma si configurano quali stazioni base poste su tetti e lampioni per assicurare una copertura capillare e migliore.
Secondo Onoe, puntare tutto o quasi sulle Small Cell, concependo di fatto il 5G come una sorta di hot spot, è rischioso, perché l’industria di settore potrebbe chiudersi ad altre soluzioni e perché potrebbe non essere conveniente dispiegare piccole celle nelle zone rurali. Se si seguisse soltanto questa direzione, il divario digitale potrebbe ampliarsi, sostiene il manager.
Secondo mito: il 5G richiederà notevoli investimenti
Da più parti si sostiene che il dispiegamento del 5G richiederà investimenti ingenti. Si pensi, per esempio, alle stime formulate da iGR Research per gli USA. A detta di Onoe, invece, i costi potrebbero essere contenuti, perché il dispiegamento del 5G sarà in larga parte basato sulle infrastrutture esistenti. E per fornire una dimostrazione del suo convincimento, il manager ha mostrato un grafico degli investimenti messi in atto da NTT DOCOMO in materia di 3G e 4G. Per il lancio della tecnologia LTE, la compagnia nipponica non ha registrato alcun aumento del CAPEX (CAPital EXpenditure, spese per capitale), ha evidenziato Onoe.
Terzo mito: il 5G rimpiazzerà il 4G
Nessun salto o evoluzione di tecnologia ha sinora rimpiazzato del tutto le soluzioni di precedente generazione in ambito di comunicazioni mobili. Il dispiegamento delle tecnologie non è peraltro omogeneo a livello territoriale e temporale. Vi sono aree geografiche ove il 3G e persino il 2G sono ancora la norma.
Vi sono e vi saranno inoltre applicazioni e situazioni che non richiederanno le prestazioni promesse dal 5G. Per esempio, per alcune comunicazioni M2M (Machine-to-Machine) sarà sufficiente addirittura il 2G.
Quarto mito: il 5G richiederà maggiore disponibilità di spettro radio
Non è vero, secondo Onoe, che sarà necessario andare a sfruttare nuove frequenze dello spettro radio. Le telco potranno infatti impiegare al meglio le porzioni già disponibili, attraverso il re-farming e il riciclo degli spazi a oggi utilizzati per altri usi. Nel 2010, NTT DOCOMO ha lanciato il servizio 4G LTE sfruttando soltanto lo spettro già disponibile.
Quinto mito: il 5G aprirà la strada a una miriade di nuove applicazioni e usi
Si assiste a una sorta di corsa a trovare quanti più usi possibili per il 5G, evidenzia Onoe. Tuttavia, non è detto che le reti cellulari di quinta generazione potranno o dovranno supportare qualsiasi tipo di esigenza, si tratti di guida autonoma, IoT o servizi a banda larga. Alcune promesse saranno probabilmente rispettate, altre no, come già accaduto con il 4G.
Fonti e risorse:
5 Myths About 5G (Amy Nordrum, IEEE Spectrum, 25 maggio 2016)
IEEE International Conference on Communications 2016
Brooklyn 5G 2016: Dr. Seizo Onoe on 5G Myths and Realities