Sospendere fino al termine dell’emergenza virus i passaggi delle SIM e le portabilità, e dare invece il maggior sostegno possibile a chi deve fare nuove attivazioni di connessioni e a chi deve rafforzarle, passando dall’Adsl alla fibra mista rame (FTTC) o ancor meglio alla vera fibra (FTTH). E’ questo in sintesi il contenuto della proposta di emendamento presentato da Salvo Ugliarolo, segretario generale della Uilcom Uil, insieme alle altre due sigle confederali Slc Cgil e Fistel Cisl all’articolo 82 del decreto ‘Cura Italia’ (n.18 del 17 marzo 2020) che regola il ruolo degli operatori di rete come soggetti di pubblica utilità durante la pandemia da coronavirus. Di questo emendamento e del ruolo essenziale delle telecomunicazioni in questo periodo di crisi sanitaria abbiamo parlato con Salvo Ugliarolo.
Key4biz. Qual è il contenuto e l’obiettivo dell’emendamento che avete presentato?
Salvo Ugliarolo. L’emendamento sullo stop al passaggio delle SIM e della portabilità è una misura di sicurezza e salvaguardia della salute per tutti gli addetti al lavoro a cominciare da tecnici di rete, lavoratori dei negozi fino ad arrivare ai clienti. Mi spiego meglio. In considerazione dello stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso al virus, proponiamo di sospendere temporaneamente le attività di migrazione delle linee e portabilità dei numeri delle reti fisse e mobili. Le misure sono finalizzate ad evitare spostamenti rischiosi e contatto sociale (per la consegna della nuova SIM e per l’installazione della linea fissa e/o fibra) ed evitare tutti i problemi associati alle migrazioni tra operatori e alla portabilità del numero, che potrebbero lasciare gli utenti senza il servizio, anche solo per qualche giorno. Si sa che durante le procedure di migrazione delle linee e portabilità del numero all’utente può essere sospeso il servizio e/o essere assegnato altro numero provvisorio, il che comunque può provocare difficoltà nelle comunicazioni. Privilegiamo servizi essenziali come caserme, ospedali, uffici pubblici, scuole.
Key4biz. Ma le nuove attivazioni di linee resterebbero invece in vigore?
Salvo Ugliarolo. Sì, è importante consentire l’attivazione di nuove linee fisse e mobili per utenti che non dispongano già di un servizio di connettività e consentire ai clienti che hanno una connessione a banda larga tradizionale di ottenere un potenziamento del servizio di connettività (ad esempio Adsl) esistente a tecnologie a banda ultralarga (FTTC o FTTH). Infine, alla luce sia delle note limitazioni previste dal DPCM dello scorso 11 marzo 2020 in merito agli spostamenti rivolti a tutti i cittadini sia della estensione a tutti i lavoratori della modalità di smart working ex lege 81/2017, gli operatori adottano ogni misura per prevenire e limitare qualunque interruzione o sospensione tecnica del servizio telefonico e di dati indispensabile per assicurare la continuità dei servizi, pubblici e non. Ad esempio, per chi ha un’abitazione senza connessione ed è costretto in quarantena è necessario poter attivare una linea per fare smart working.
Key4biz. In questa emergenza sanitaria spicca sempre più il ruolo essenziale delle reti di telecomunicazioni per la tenuta del Paese.
Salvo Ugliarolo. E’ così. Il periodo è delicato, sono in corso una serie di incontri con il Governo per salvaguardare la salute dei lavoratori di molte aziende, in particolare piccole realtà, che soprattutto in Lombardia e nelle regioni più colpite dovrebbero stare più a riposo per evitare rischi sanitari. Domani (oggi ndr) c’è lo sciopero in Lombardia che tocca anche la carta stampata, oltre ai metalmeccanici. Noi è da anni che rivendichiamo una maggiore attenzione da parte dei vari Governi per la filiera delle telecomunicazioni. Oggi più che mai, a causa della pandemia, tutti si stanno rendendo conto del ruolo centrale della rete di telecomunicazioni per portare avanti il Paese con smart working, telemedicina, teledidattica.
Key4biz. La rete, pur considerati i picchi e l’aumento del traffico, sta reggendo.
Salvo Ugliarolo. E’ vero. Non è certo questo il momento di fare polemiche, però oggi più che mai risulta lampante il fatto che una doppia rete non ha senso nel paese. Una volta superata l’emergenza virus, il Governo e tutti i soggetti coinvolti si siedano al tavolo per realizzare nel modo migliore l’integrazione di Tim e Open Fiber. Che senso ha fare due reti parallele? Le condizioni mi sembrano notevolmente migliorate nell’ultimo anno e mezzo, con l’arrivo in Tim dell’Ad Luigi Gubitosi che ha dato continuità e ha portato stabilità nel board fra Vivendi ed Elliott oltre a mettere in campo tutta una serie di azioni propositive apprezzate dal sindacato e dai lavoratori.
Key4biz. Ma il titolo Tim in borsa è ai minimi.
Salvo Ugliarolo. Anche questo è vero, però l’azienda è sana e in questo periodo di crisi sta dimostrando una grande tenuta. Su 45mila dipendenti totali, 32mila sono oggi in smart working. L’azienda sta gestendo un sovraccarico su rete fissa che sfiora il 100%, come dichiarato dall’ad Gubitosi. La rete fissa di Tim rappresenta il 70% del traffico che passa sul fisso. Dopo l’emergenza, il Governo si occupi della fusione Tim-Open Fiber, garantendo il perimetro occupazionale grazie alla presenza contemporanea di CDP nel capitale delle due società così come da sempre noi sindacati abbiamo chiesto alla politica italiana, dopo la peggiore privatizzazione avvenuta a discapito di Telecom e dei dipendenti.
Key4biz. Pensa che ci sia la giusta considerazione per le telecomunicazioni da parte della politica?
Salvo Ugliarolo. Oggi ci stiamo tutti rendendo conto del ruolo centrale di tutti gli operatori, nessuno escluso per la tenuta del Paese. Però va detto che quando si parla di infrastrutture e connettività, al Governo, e questo vale anche per i passati Governi, hanno sempre pensato prima ad altri tipi di rete come quelle stradali, navali o energetiche. Oggi come oggi, è evidente la centralità della rete di telecomunicazioni per consentire agli Italiani di continuare a lavorare, studiare, restare in contatto e anche curarsi a distanza. Nell’ultimo anno e mezzo, il Mise, che dovrebbe essere la parte del Governo più sensibile alle istanze della industry delle telecomunicazioni, non ci ha mai incontrato né prima con il ministro Luigi Di Maio, né ora con Stefano Patuanelli. Però quando è stato il momento di incassare i 6,55 miliardi di euro dell’asta 5G non hanno esitato. E’ lecito da parte nostra chiedere di essere ascoltati. La nostra speranza è che, una volta superata l’emergenza virus, ci vogliano incontrare per discutere dello sviluppo della rete. Penso che alla luce di quanto stiamo vivendo, a causa di questa epidemia, quando sconfiggeremo il Covid-19 e torneremo alla normalità, il Governo darà la giusta attenzione ad un settore come quello delle Tlc, che ha dato dimostrazione di essere cruciale più che mai per un paese come l’Italia.