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Sos Tech, quando l’amore arriva dalle app

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"Nessuno oggi si sognerebbe di deridere qualcuno perché cerca il partner o la partner su Tinder"

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Una buona valutazione dei nostri tempi – che, a scanso di equivoci, lasciamo integralmente ai lettori – arriva da una notizia di qualche giorno fa: è arrivato Tudder, «il Tinder per le mucche», ovvero la dating app dedicata agli amori dei bovini. L’idea può far sorridere, ma con 42.000 profili di mucche differenti disponibili per l’accoppiamento, l’interesse per gli allevatori intenzionati a far nascere i migliori vitelli possibili non appare così peregrino: serissimo è anche il CEO della startup inglese Hectare Agritech che ha creato Tudder, Doug Bairner, nel commentare come l’online dating possa essere più efficace per le mandrie di quanto lo sia per le persone: «si può fare una decisione basata sulla scienza e non sul senso dell’umorismo autoproclamato di qualcuno», ha dichiarato. Difficile dargli torto.

Arriva San Valentinder

In ogni caso, che il corteggiamento non avvenga più come una decina di anni fa è indubbio, e se i cinici si divertivano a leggere i più bizzarri annunci matrimoniali sui giornali, nessuno oggi si sognerebbe di deridere qualcuno perché cerca il partner o la partner su Tinder. L’avvento della telefonia mobile con connessioni garantite sempre e a basso costo (basta vedere le offerte confrontate su SosTariffe.it per farsi un’idea molto chiara) ha reso una pratica comune arrivare da qualche parte e, sfruttando la geolocalizzazione, cercare chi è disponibile a un incontro in zona. E man mano che lo stigma sociale scompare, il giro d’affari cresce, tanto che questo San Valentino verrà festeggiato da un numero di coppie che si sono conosciute attraverso il dating online davvero inedito.

L’era dello swipe a destra o a sinistra

Come rileva una ricerca di App Annie, infatti, l’anno scorso addirittura un terzo di tutti i matrimoni sono partiti da incontri organizzati online. Prendendo ad esempio i dati di Bumble, forse la più cool delle dating apps ma ancora non ai livelli di Tinder, su più di 26 milioni di iscritti alla piattaforma ci sono già stati 20.000 matrimoni e più di 6.000 nuovi nati. Dal 2016, la spesa per le app di dating è aumentata del 190%, arrivando fino alla considerevole cifra di 1,3 miliardi di dollari. E non solo: nel 2018 Tinder, la più popolare del suo genere, non solo è arrivata in cima alle classifiche del settore, ma è stata la seconda app in assoluto come spesa degli utenti tra quelle che non sono videogiochi, dopo Netflix; Bumble, al secondo posto tra le dating app, è invece al quattordicesimo tra le app generiche non-gaming. Ma la lista è lunghissima: BadooMatch.comGrindrMomoZooskTapplePairsLOVOO, ognuna coi suoi specifici meccanismi, per quanto lo swipe a destra e a sinistra abbia ormai conquistato l’immaginario collettivo.

Come guadagnare con le dating app

Ma se le app di questo tipo in gran parte sono gratuite, come riescono a capitalizzare? Negli stessi due modi utilizzati da tutte le applicazioni di successo: la pubblicità (il Tinder marketing è da tempo una delle più efficaci strategie per le aziende alla ricerca di apprezzamenti, esattamente come un single che ama le lunghe passeggiate sulla spiaggia) e le feature a pagamento. Che sono particolarmente ingegnose, in un ambito delicato come quello degli umani sentimenti: ad esempio Bumble Boost, tra le altre cose, permette di vedere in anteprima chi ha apprezzato il nostro profilo. E se si è davverointeressati a qualcuno, Tinder Gold e Tinder Plus permettono di mettere l’impegnativo Super Mi Piace cinque volte al giorno e non solo una come accade per chi usa la versione classica. I Super Mi Piace a disposizione non bastano nemmeno così? Si possono sempre comprare uno a uno. Coffee Meets Bagel, dating app nata nel 2012 dall’idea delle tre sorelle Arum, Dawoon e Soo Kang, non solo aiuta (nella versione gratis) con suggerimenti per rompere il ghiaccio basati sui gusti degli utenti, ma fornisce report completi su quando i messaggi inviati vengono letti dagli altri utenti – che quindi si trovano nella poco desiderabile situazione di non poter più fare ghosting alla leggera, cioè di visualizzare ma non rispondere, come sarebbe sacrosanto – e come un po’ tutti fanno.

L’ascesa di Bumble

Il successo delle app di dating nell’ultimo periodo ha colto di sorpresa un po’ tutti, perfino gli stessi ideatori, che forse non si aspettavano una crescita di questo genere. Prendiamo Bumble, che come detto è balzata al secondo posto dopo non essere nemmeno comparsa nelle top 10 nel 2014: la creatura della giovanissima Whitney Wolfe Herd (classe ’89 e già co-fondatrice di Tinder), nota per il suo approccio particolarmente sensibile alle istanze femministe (quando c’è un “match” eterosessuale, è la donna che decide se proseguire oppure no), ora vale più di un miliardo di dollari ed è di fatto l’unico vero competitor di Match Group, con controlla Tinder, OkCupid, Hinge e molte altre app di dating.

Se tutto può sembrare frivolo, non è poi così semplice limitarsi a scrollare le spalle come risposta agli interrogativi posti da un recente articolo di Mashable, che sostiene – con un po’ di senso dello spettacolo – che l’uso compulsivo di questi programmi stia cambiando il futuro della razza umana, che per millenni si è basata, per la formazione delle famiglie, sulla vicinanza e l’appartenenza a un nucleo comune – amici, o amici di amici – mentre ora il bacino potenziale è infinitamente più grande. Segno di un cambiamento che non risale soltanto allo smartphone e all’età delle dating app – già nel 2000, infatti, il 10% delle coppie eterosessuali e il 20% di quelle omosessuali si erano incontrate su Internet – ma che l’età di Tinder e Bumble ha sicuramente accelerato: le stesse percentuali ora sono rispettivamente del 20% e addirittura del 70%, il che la dice lunga anche su quanto simili programmi siano riusciti a superare le barriere che tradizionalmente ostacolavano le unioni omosessuali. L’attrattività del servizio è tale che il sociologo di Bumble consiglia addirittura di non utilizzare l’app per più di una mezz’ora al giorno, eppure secondo qualsiasi statistica il tempo dedicato a fare swipe sui potenziali partner è molto, molto di più. Con un milione di appuntamenti via Tinder ogni settimana, forse è vero che una delle più radicali rivoluzioni a livello sociale stia avvenendo sotto i nostri occhi.

Fonti:

https://www.abc.net.au/news/rural/2019-02-14/tinder-for-cows-online-dating-for-breeders-for-the-perfect-match/10810914
https://www.appannie.com/en/insights/market-data/dating-apps-share-of-wallet-valentines-day/
https://www.gq-magazine.co.uk/article/online-dating-statistics-bumble
https://mashable.com/article/online-dating-change-world/
https://www.ft.com/content/338924e2-4d78-11e8-8a8e-22951a2d8493

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