Key4biz

Sorare, come il business del fantacalcio incontra la blockchain e quello delle figurine

Mettete insieme fantacalcio, NFT, le vecchie figu dell’album Panini, le carte FUT di Fifa, blockchain, criptovalute (Ethereum, in questo caso) e mescolate bene. Il cocktail – piuttosto indigesto per chi ha alzato un sopracciglio ad almeno uno degli acronimi utilizzati – è comunque di grande successo, considerando che chi lo prepara, la startup francese Sorare, ha appena raccolto un finanziamento da 680 milioni di dollari in un round B di investimento, raggiungendo così la valutazione di 4,3 miliardi di dollari. Non male per un’azienda che ha poco più di un paio d’anni di vita.

Ma che cos’è Sorare? Sostanzialmente un ibrido, ma che riesce a mettere insieme alcune delle mode più cool del momento, altre di vecchia data e a promettere, per di più, guadagni da milionari ai suoi giocatori. Si tratta di un incrocio tra i fantasy games – dei quali il Fantacalcio italiano è di gran lunga l’esempio a noi più noto – e la collezione di figurine, pratica tanto antica quanto rinnovata dalla modalità Ultimate Team di FIFA, il gioco di calcio di Electronic Arts che ha cominciato qualche anno fa a vendere “pacchetti” digitali dove si trovano i campioni con cui allestire la propria squadra.

Ronaldo? Costa 245.000 euro

Sorare (che sta per “so rare”, “così raro”) ha la licenza di diversi campionati, tra cui parecchie squadre di Serie A, e per ogni giocatore – dal fuoriclasse alla giovane promessa che si affaccia per la prima volta tra i titolari – prevede una serie di carte, dal numero sempre più limitato: comuni, limitate, rare, super-rare e uniche (di queste ultime ce n’è solo una per giocatore). Le figurine sono a tutti gli effetti dei NFT, i non-fungible token che, salvati su blockchain, attestano la proprietà di un’opera digitale, quindi non è possibile ce ne siano altre oltre a quelle previste in origine; per questo i pezzi più rari (che possono essere scambiati in Ethereum tra giocatori) arrivano a cifre da capogiro, tanto che la “figu” unica di Cristiano Ronaldo (ovviamente) è stata venduta lo scorso marzo per 245.000 euro. Forse, in futuro, per alcuni giocatori la valutazione della propria carta potrebbe superare lo stesso cartellino: costerà meno il calciatore della figurina.

Già è diabolico così, figuriamoci inserendo un altro elemento popolare come il fantacalcio. Con le proprie figurine, infatti, è possibile creare una squadra di cinque giocatori e farle disputare tornei e campionati, via via sempre più “riservati”, dove se i giocatori nella realtà si comportano bene (attraverso una complicata serie di variabili, che non si limitano al classico gol ma comprendono i duelli vinti, i key-pass e così via) diventano più potenti (e quindi, va da sé, vendibili a un prezzo più alto, oltre che a dare maggiori possibilità di vittoria nelle competizioni).

Così, se la carta di Mbappè o De Bruyne ha ovviamente costi proibitivi per chi non vuole impiegare migliaia di euro per un token digitale, un buon “talent scout” che si picca di conoscere bene il calcio giovanile (non solo quello europeo, ma anche quello sudamericano, USA o asiatico) può investire su qualche futura stella e passare all’incasso qualche anno dopo, senza contare chi preferisce “flippare” sul mercato in scambi più immediati, comprando a poco e vendendo a molto; il tutto senza dimenticare che a complicare ulteriormente il quadro c’è l’andamento delle criptovalute e in particolare di Ethereum, per cui Sorare si pone anche come un’alternativa al semplice investimento, in un periodo in cui abbondando soluzioni creative come le piattaforme che mettono in vendita “lotti di terreno digitali” che si spera si rivalutino nel tempo, ad esempio Earth2.

Sorare: Rio Ferdinand e Piqué ci scommettono

Al momento il giro complessivo di scambi di Sorare ha superato i 150 milioni di dollari, con 600mila utenti registrati. Gli stessi calciatori, soprattutto gli ex e chi si sta avvicinando a fine carriera, cominciando a pensare come impiegare il patrimonio accumulato negli anni al top, hanno deciso di scommetterci: Gerard Piqué, André Schürrle, Oliver Bierhoff e Rio Ferdinand sono solo alcune delle stelle che hanno contribuito al finanziamento di Sorare.

Il mercato dei fantasy games è del resto così promettente che pure Facebook, qualche settimana fa, ha annunciato il lancio in USA e in Canada dei Facebook Fantasy Games direttamente sull’app di telefonia mobile per iOS e Android: non soltanto calcio o football americano, ma perfino sistemi che danno punti in base al comportamento dei concorrenti di Survivor o The Bachelorette, una sorta di Gioco delle coppie aggiornato e tutto al femminile. A spingere l’azienda di Zuckerberg a investire è probabilmente la volontà di incrementare ulteriormente il tempo passato da ogni utente sull’app del social network, considerando che TikTok sta facendo registrare tassi di engagement più che invidiabili, considerando quanto poco costi ormai Internet mobile (su SOSTariffe.it è possibile mettere a confronto le tariffe più convenienti).

Il calciomercato delude? Si può rimediare

L’altro lato della questione – le carte collezionabili – gode di una salute ancora maggiore: Electronic Arts ha confermato che da aprile 2020 a marzo 2021 ha fatturato dai suoi giochi 1,6 miliardi di dollari, ma ben 4 miliardi dal segmento “Live Services & Other”, che include anche gli acquisti in-app e in-game di FIFA come Ultimate Team. Anche se è difficile, guardando i report, capire esattamente quanto guadagni EA dai suoi singoli giochi, sappiamo dallo stesso colosso dell’entertainment che Fifa 2021 è presente su più di 25 milioni tra console e PC e che l’aumento dei giocatori di Ultimate Team è stato in un anno del 16%, con il 180% in più di partite a FUT (dove, appunto, sono le carte a fare la differenza).

In totale, tutti gli Ultimate Team di Electronic Arts (non solo il calcio, ovviamente, ma anche il football, il basket, l’hockey e i giochi UFC) hanno totalizzato 1,62 miliardi di dollari, in pratica la stessa cifra derivata dalla vendita dei giochi stessi. La possibilità di collezionare i propri idoli e di crearsi una squadra personalizata – magari in un periodo in cui, causa pandemi e scarsità di fondi soprattutto per le squadre italiane, il calciomercato non è più scoppiettante come un tempo – è di certo alla base di questo successo. Sorare ha imparato la lezione e ha deciso di fondere due tra i mercati più promettenti: per ora sta andando benissimo, crolli imprevedibili di criptovalute permettendo.

Exit mobile version