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Sono gli uomini a fare le città non le tecnologie. Come cambiano le smart city tra emergenze sanitarie, energetiche e climatiche

Cosa cerchiamo in una città?

Cosa cercano oggi le persone che scelgono di vivere in città? Un buono lavoro, una casa dignitosa, i principali servizi non troppo lontani dal proprio domicilio, quartieri tranquilli in cui si trova un po’ di tutto, attività culturali e sportive, intrattenimento per il tempo libero, aria pulita, clima mite (dove non si registrano eventi estremi) e facile accesso a cure sanitarie e aree verdi.

Le amministrazioni pubbliche lo hanno capito bene, soprattutto negli ultimi anni caratterizzati dalla pandemia da Covid-19 e dall’emergenza energetica, e in molti casi si sono adoperate per favorire questo tipo di cittadinanza. Per lungo tempo si è parlato di come la tecnologia avrebbe cambiato il volto delle nostre città e la nostra stessa vita, in meglio ovviamente, ma alla fine si è visto che a fare la città non sono le macchine (concetto non scontato), ma gli uomini.

Per questo, anche lo stesso concetto di smart city si è progressivamente centrato sempre di più sull’esperienza umana delle tecnologie e del luogo in cui si vive, si lavora e si cresce. I centri urbani più apprezzati e in cui molti vorrebbero vivere sono sempre più spesso caratterizzati, potremmo dire, da un paradigma umanocentrico.

Cioè su un rapporto stringente tra cittadino e centro urbano, costituito da alcuni elementi chiave come sicurezza, salute, efficienza dei servizi e delle infrastrutture principali (acqua, energia, comunicazioni, sanità, trasporti, amministrazione pubblica), ma anche un’alta qualità delle relazioni tra cittadini e tra questi e l’amministrazione pubblica e il mondo delle imprese.

La classifica smart city 2023, Zurigo sul podio più alto

Nell’ultimo ranking globale pubblicato, lo Smart City Observatory ha sancito che Zurigo è ad oggi la migliore smart city al mondo su 141 metropoli valutate e 20.000 persone intervistate. In realtà è una conferma, perché la città svizzera occupa il podio più alto di questa classifica da quattro anni consecutivi ormai.

Ma a guardare bene, tra le motivazioni che hanno giustificato l’ennesimo primato di Zurigo, su altre popolari metropoli d’Europa e del resto del mondo, non si trovano mirabolanti soluzioni tecnologiche diffuse dell’internet delle cose o dell’automazione avanzata, per fare degli esempi, ma un’elevata aspettativa di vita, case a prezzi accessibili, traffico mai congestionato, buoni posti di lavoro e in generale bassa disoccupazione, ottima qualità dell’aria e della vita, presenza di acqua e di spazi verdi adeguati alla dimensione demografica raggiunta.

Non solo, l’80% degli intervistati ritiene che Zurigo abbia un servizio di trasporto pubblico più che soddisfacente e il 71% che la Pubblica Amministrazione lavori bene e mantenga un costante livello di comunicazione con i cittadini, sempre informati di ogni decisione.

Le 20 migliori città al mondo in cui vivere

Dando uno sguardo al resto della classifica stilata dall’Osservatorio internazionale, spicca subito l’alto numero di città europee tra le prime dieci: al secondo posto c’è la norvegese Oslo, al terzo l’australiana Canberra, al quarto la Capitale danese Copenaghen, al quino ancora la Svizzera con Losanna, al sesto Londra, al settimo Singapore, all’ottavo la Finlandia con Helsinki, al nono un altro centro svizzero con Ginevra, al decimo la Svezia con Stoccolma.

Estendendo lo sguardo alla Top 20 delle posizioni più alte, il ranking si allarga di molto, andando a comprendere anche l’Asia e il resto del mondo. All’undicesimo posto c’è Amburgo (Germania), quindi Pechino (Cina), Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti), Praga (Repubblica Ceca), Amsterdam (Olanda), Seoul (Corea del Sud), Dubai (Emirati Arabi Uniti), Sydney (Australia), Hong Kong (Cina) e Monaco (Germania).

Per l’Italia poca gloria in questa classifica, con Bologna che è la prima delle nostre città che si incontra al 51° posto, seguita da Milano all’82° e infine da Roma addirittura al 122°, quasi al fondo.

Il punteggio di ognuna di queste città è stato calcolato in base all’indice di sviluppo umano (HDI), con cui si misurano ad esempio l’aspettativa di vita, gli anni del percorso di studi, il reddito procapite, la qualità delle cure mediche e sanitarie, una vita il più possibile lontana dalle preoccupazioni della policrisi che contraddistingue il nostre tempo.

Hub tecnologico e qualità della vita fanno la migliore smart city

Zurigo di fatto occupa la prima posizione del ranking globale perché è riuscita ad essere allo stesso tempo un hub tecnologico internazionale e una città vivibile con un’ottima qualità della vita grazie a politiche pubbliche e urbane fortemente incentrate sui cittadini e le loro aspettative.

Altra caratteristica di Zurigo è l’attenzione ai trasporti, all’intermodalità, alla mobilità sostenibile e alla sicurezza sulla strada, senza congestione del traffico e con percorsi dedicati a pedoni, ciclisti e veicoli alternativi. In più, la città ha puntato fin da subito ad un’ampia rete di scambi e relazioni, stabile e diffusa tra università, centri di ricerca e imprese, per favorire un’innovazione reale e concreta, di prossimità se vogliamo.

Tutto questo non ha solo garantito un podio in una classifica internazionale, ma ha trasformato negli anni la città, che oggi è un centro culturale ed economico in grado di attrarre persone da tutto il mondo, che significa nuove idee, competenze, capacità, conoscenze e crescita.

Sono questi i parametri su cui le città di tutto il mondo dovranno misurarsi da qui in poi. La crisi sanitaria legata alla pandemia da Covid-19, l’emergenza energetica, il degrado ambientale dovuto all’inquinamento e i rischi crescenti di un’estremizzazione dei cambiamenti climatici di cui ancora si ignora fino in fondo la gravità, hanno trasformato il concetto di città e anche quello di smart city.

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