A settembre in India è entrata in funzione la più grande centrale solare al mondo. L’impianto da 650 megawatts, situato nello Stato meridionale del Tamil Nadu, nella piccola cittadina di Kamuthi, è stato realizzato in otto mesi, grazie al lavoro di 9000 operati, ed è composto da 2,5 milioni di pannelli solari.
Costato 660 milioni di dollari, fornirà energia a più di 300 mila abitazioni e farà dell’India il terzo più grande mercato mondiale dell’energia solare, dopo Cina e Stati Uniti. Il Paese asiatico, inoltre ha investito molto sulle rinnovabili e soprattutto sul solare, con la volontà dichiarata di raggiungere entro il 2020 la capacità solare di 175 gigawatt, quattro volte più grande dell’attuale.
I primi di novembre, il premier indiano Narendra Modi e il primo ministro del Regno Unito, Theresa May, hanno annunciato l’India-UK Clean Energy R&D Center per il fotovoltaico con un investimento congiunto di 10 milioni di sterline (11,2 milioni di euro)”.
Lo scorso anno, in occasione della COP 21 di Parigi, sempre l’India, assieme ad altri Paesi (tra cui Francia e Brasile), aveva annunciato la Solar Alliance, un’alleanza solare internazionale che si propone di promuovere l’adozione della tecnologia fotovoltaica in tutti i Paesi in via di sviluppo, a cui hanno aderito già 120 nazioni.
Un’Asia in prima fila per la promozione e l’implementazione delle soluzioni clean energy e principalmente delle fonti energetiche rinnovabili. All’inizio di quest’anno Giappone, Russia, Corea del Sud e Cina avevano annunciato il progetto Asian Super Grid, il primo network internazionale per la trasmissione di energia elettrica a grandi distanze.
A primavera è stato firmato il protocollo d’intesa dalla State Grid Corporation cinese, la coreana Kepco, la russa Rosseti PJSC e la giapponese Softbank. L’idea è partita proprio da Softbank, che nel 2015 ha costruito nel deserto del Gobi un enorme centrale eolica, arrivando a generare energia elettrica pulita ad un costo molto inferiore a quella fornita dalle centrali nucleari, 3,5 yen per kWh contro 8,9 yen per kWh.
L’obiettivo è generare sempre più energia elettrica, soprattutto da rinnovabili, e distribuirla con nuove infrastrutture altamente efficienti a più Paesi dell’area asiatica, India compresa.