Oggi Sogei e Inail hanno siglato un accordo triennale di collaborazione per lo scambio di esperienze in ambito IT, che rientra nel piano triennale per l’Informatica nella Pubblica amministrazione. Ne abbiamo parlato con il professor Donato Limone, Professore di informatica giuridica e direttore della Scuola Nazionale di Amministrazione Digitale (SNAD), Università degli studi di Roma, Unitelma Sapienza, secondo cui questo accordo può rappresentare una svolta per la PA digitale italiana.
Key4biz. Professore, cosa ne pensa di questo accordo?
Donato Limone. Si tratta di un accordo che può caratterizzare una “svolta” nel panorama del digitale pubblico. Ma questa è l’ultima occasione: lo scenario è veramente “critico” e l’accordo può sostenere un reale cambio di politica nel digitale e per l’ammodernamento delle burocrazie in termini innovativi. Il Governo può sicuramente valorizzare le proprie decisioni sulla base di questo accordo. Il Governo può meglio utilizzare l’art. 117 della Costituzione, lettera r) per procedere verso un sistema amministrativo senza ridondanze di dati, procedure, procedimenti. Tutto questo ci costa almeno 35 miliardi di euro/anno. Un suggerimento per i firmatari: è necessario con chiarezza e compiutezza comunicare “come” utilizzare il pregresso di studi, soluzioni e competenze per fare uscire l’Italia dal guado. Ma è necessario anche comunicare come i progetti in corso e quelli futuri possono contribuire a rendere concreti i servizi ai cittadini e alle imprese.
L’accordo tra Inail e Sogei è certamente da valutare in termini positivi per una serie di considerazioni.
Key4biz. Quali?
Donato Limone. In primo luogo, perché due soggetti pubblici (una istituzione ed una società dello Stato) che hanno una storia importante di progettazione, applicazioni e servizi nel settore del digitale sono in grado di mettere a disposizioni di tutte le pubbliche amministrazioni studi, soluzioni e competenze.
Key4biz. E ancora?
Donato Limone. Perché questo accordo è in linea con il Codice dell’amministrazione digitale: mi riferisco in particolare all’art. 3 (soluzioni e tecnologie per il cittadino anche per eliminare il divario digitale); con l’art. 7 (servizi on line semplici e integrati); con l’art. 15 (considerare in modo unitario i processi di semplificazione e digitalizzazione); con l’art. 14 (Agenda digitale italiana) con l’art. 14 bis (piano triennale per l’informatica); ma anche con la legge 241/90 e con il dlgs 33/2013. Senza dimenticare che al centro si mette il cittadino, l’utente, le imprese (è stato detto e scritto molte volte senza esiti positivi).
Key4biz. E’ per questo che considera questo accordo una svolta?
Donato Limone. Sì, finora le cose non sono andate bene a livello di decisioni pubbliche per il digitale. Tutti gli attori chiamati ad operare in una visione integrata e non solo tecnologica non hanno contribuito a fare cambiare di posto all’Italia nelle classifiche europee; siamo agli ultimi posti. Con questo accordo, invece, possiamo fare affidamento sulle risorse finanziarie, umane e tecnologiche di Sogei e Inail per un utilizzo a valore aggiunto delle stesse risorse. La trasformazione digitale non può essere imbrigliata dentro slogan politici e non, perché ha bisogno di una linea di sviluppo chiara, trasparente, funzionale; per uscire dal tracciato delle teorie e delle parole vuote per andare verso progetti.
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