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Social per i minori, l’Australia verso l’età minima tra i 14 e i 16 anni

Il primo ministro Anthony Albanese ha annunciato di voler imporre un piano nazionale in risposta alla crescente diffusione di materiali pornografici, deepfake e fenomeni di cyberbullismo. Per proteggere i più giovani dalla dipendenza da smartphone e social network, l’Australia intende fissare l’età minima per il suo utilizzo tra i 14 e i 16 anni.

La proposta, che dovrebbe entrare in vigore alla fine del 2024, è stata mutuata da un rapporto di 276 pagine presentato dall’ex giudice capo dell’Alta Corte, Robert French, che oltre a escludere dai social i minori di 14 anni ha proposto l’obbligo per le piattaforme di ottenere il consenso dei genitori prima che i loro figli – al di sotto di questa età – possano iscriversi.

Nell’ambito del rapporto, sono stati citati i dati dell’Australian Psychological Association, che mostrano come gli adolescenti trascorrano in media 3 ore e mezza al giorno sui social. Entrano in questo modo a contatto con contenuti che possono ledere il loro sviluppo e la loro autostima. Il governo si è trovato a intervenire sulla materia su sollecitazione dei genitori, preoccupati per la crescita dei loro figli. “La sicurezza e la salute fisica dei nostri giovani sono essenziali – ha detto il premier Albanese – I genitori vogliono che i figli si stacchino da telefoni”.

Non tutti sono d’accordo con l’esecutivo australiano. Daniel Angus, professore della Queensland University of Technology, ha definito il piano “precipitoso”, in un post su Linkedin. Ha sottolineano che il divieto potrebbe creare “un grave danno, escludendo i giovani da una partecipazione significativa e sana al mondo digitale, spingendoli potenzialmente verso spazi online di qualità inferiore e rimuovendo un importante mezzo di connessione sociale”.

Social network pericolosi come alcol e tabacco. Negli Usa 42 Stati chiedono al Congresso ‘l’etichetta’

Anche gli Stati Uniti invece cercano

I procuratori generali di 42 Stati americani hanno appoggiato il piano del capo della sanità Usa, il Surgeon general Vivek H. Murthy, per mettere un’etichettatura sui social media come quelle che avvertono dei pericoli di alcol e sigarette e hanno chiesto al Congresso di approvarlo.

Lo riporta il Washington Post. In un editoriale dello scorso giugno, Murthy ha esortato Capitol Hill ad approvare una legge che consenta di avvertire i consumatori “che i social media sono associati a significativi danni alla salute mentale degli adolescenti”.

In una lettera al congresso, i 42 procuratori generali, tra i quali quelli di New York, California, Colorado, Kentucky, Mississippi, New Jersey, Oregon e Tennessee, hanno sottolineato che una misura del genere segnerebbe “un passo significativo verso la limitazione dei rischi per i giovani”.

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