I procuratori generali di 42 Stati americani hanno appoggiato il piano del capo della sanità Usa, il Surgeon general Vivek H. Murthy, per mettere un’etichettatura sui social media come quelle che avvertono dei pericoli di alcol e sigarette e hanno chiesto al Congresso di approvarlo.
Lo riporta il Washington Post. In un editoriale dello scorso giugno, Murthy ha esortato Capitol Hill ad approvare una legge che consenta di avvertire i consumatori “che i social media sono associati a significativi danni alla salute mentale degli adolescenti”.
In una lettera al congresso, i 42 procuratori generali, tra i quali quelli di New York, California, Colorado, Kentucky, Mississippi, New Jersey, Oregon e Tennessee, hanno sottolineato che una misura del genere segnerebbe “un passo significativo verso la limitazione dei rischi per i giovani”.
“Il Congresso può aiutare ad attenuare questa crescente crisi e proteggere le future generazioni di americani imponendo un avvertimento del chirurgo generale sulle piattaforme dei social media guidate dagli algoritmi”, ha scritto il gruppo, guidato dai procuratori generali di New York, California, Colorado, Kentucky, Mississippi, New Jersey, Oregon e Tennessee e firmato da quasi tre dozzine di altri.
Etichette e social: nel mirino Instagram e TikTok
Nel suo articolo di opinione sul New York Times, Murthy ha citato prove che gli adolescenti che trascorrono molto tempo sui social media sono a maggior rischio di ansia e depressione. Le ricerche che trovano collegamenti causali diretti tra l’uso dei social media da parte dei bambini e i danni alla salute mentale sono ancora scarse, e Murthy, i legislatori e gli accademici hanno chiesto ulteriori ricerche sulla questione.
Tuttavia, funzionari statali e federali hanno sempre più denunciato i pericoli che le piattaforme dei social media come Instagram e TikTok possono rappresentare per la salute mentale dei bambini, esponendoli al bullismo, al disagio, alle droghe illecite e ai materiali sessualmente abusivi.
A livello federale, il Senato a luglio ha approvato con una schiacciante maggioranza una legge che costringerebbe le aziende tecnologiche a adottare “misure ragionevoli” per prevenire danni ai bambini come il bullismo, la dipendenza da droghe e lo sfruttamento sessuale, nonché a ampliare le protezioni esistenti per i dati online dei bambini.
A livello statale, molti degli stessi procuratori generali lo scorso anno hanno intentato una causa legale contro Meta accusandola di integrare funzionalità di design addictive nelle sue piattaforme, Instagram e Facebook, come risultato di una serie di indagini su giganti dell’industria.
I legislatori statali hanno approvato separatamente una serie di leggi per limitare l’accesso dei bambini ai siti dei social media o per obbligare le aziende a prevenire o mitigare i potenziali rischi per i giovani utenti.
Questi sforzi affrontano sfide continue da parte di gruppi dell’industria tecnologica e sostenitori della libertà di parola che sostengono che violino i diritti costituzionali degli utenti. I gruppi e i sostenitori affermano anche che i funzionari governativi stiano agendo troppo frettolosamente per limitare l’uso dei social media e stiano ignorando i potenziali benefici per i giovani. Alcuni di questi gruppi si sono anche espressi contro il piano dell’etichettatura d’avviso, definendolo prematuro o ingiustificato.