Anche i post hanno un titolo. Come i titoli degli articoli di giornale non sono scritti dai giornalisti che hanno redatto il pezzo, ma da professionisti capaci di attirare l’attenzione e invitare alla lettura, anche i post hanno una parte che non sostituisce il testo, ma permette che il compulsivo scorrere del feed si soffermi sul contenuto per leggere ciò che vi è scritto.
Questo contenuto è un “social object”, un’immagine, un video, una infografica, una GIF animata, una mappa interattiva: non si tratta di rinunciare dunque, quando si scrive per i social media, ad approfondire un tema, ma proprio per farlo al meglio occorre una strategia non solo di produzione dei contenuti, ma anche di distribuzione dei contenuti.
In questa ottica, sono molto utili strumenti quali:
- Giphy.com per trovare o creare gif animate;
- My Maps di Google per realizzare mappe interattive a partire da Google Maps;
- Thinglink per uploadare immagini e renderle interattive con contenuti e link in mouse-over;
- Canva o Easel.ly per realizzare infografiche.
Un buon social media manager ha dunque in sè più il dna del titolista che dell’articolista anche se è consapevole che indurre al click-baiting può produrre danni all’autorevolezza del suo profilo social e dosa con sapienza tali aspetti.