Lo smartphone in classe viene utilizzato principalmente per mandare messaggi (35%), per postare/leggere contenuti degli amici sui social media (20%) e per inviare messaggi di posta elettronica (5%). Questi sono i dati relativi ad uno studio del Cenage, condotto nel 2014, e come si può vedere la stragrande maggioranza degli studenti autorizzata a portare il proprio telefono a scuola ne subisce gli effetti più negativi, che sono: distrazione, stress (soprattutto emotivo e nervoso), cattiva condotta in classe, problemi nel rapporto con l’insegnante e gli stessi compagni di classe.
I più giovani non si rendono conto delle potenzialità positive del device. Invece di sfruttarlo per potenziare la conoscenza, l’informazione e il sapere, usano lo smartphone per divertirsi, da soli o in compagnia, in classe come a casa.
In uno studio della London School of Economics study si è dimostrato che studenti non autorizzati a portare con sé il telefono in classe rendono molto di più di quelli che invece il telefono in classe lo portano e lo usano: “Chi non porta con sé lo smartphone a scuola ottiene voti più alti e una buona media”.
Diversamente, lo studio ha rilevato che il dispositivo peggiora la media dello studente, perché esalta tutto ciò che comporta distrazione e difficoltà nella concentrazione: “Consentire l’introduzione dello smartphone in classe comporta un danno enorme per gli studenti a basso reddito, aumentando il gap di apprendimento e rendimento”.
I bambini e i ragazzi appartenenti a fasce sociali deboli tendono più facilmente a passare del tempo giocando con lo smartphone, invece che seguire le lezioni e impegnarsi a prendere buoni voti. In un’indagine condotta negli Stati Uniti da Common Sense Media, sul rapporto tra gruppi sociali più vulnerabili e media, si è visto che gruppi di giovani neri usano il dispositivo mediamente 4 ore e 11 minuti al giorno, mentre i coetanei bianchi la metà esatta del tempo (2 ore e 12 minuti).
Ulteriori problematiche del telefono a scuola sono legate alla sicurezza fisica e virtuale degli studenti: se usi uno smartphone a scuola (oltre che al di fuori) sei molto più vulnerabile ad atti di bullismo e cyberbullismo, con un aumento sensibile di casi di suicidio, tentato suicidio e autolesionismo tra i minori.
Lo scorso dicembre, infine, sul quotidiano britannico The Guardian, venivano illustrati i risultati di alcune ricerche sul rapporto tra smartphone e depressione tra i giovani e i giovanissimi. Ne è risultato un quadro sconfortante: in un documento pubblicato a novembre 2017 sulla rivista Clinical Psychological Science, su un campione di oltre mezzo milione di adolescenti americani, si mostrava il rapporto diretto tra utilizzo degli smartphone e casi di suicidio e depressione.
In un documento simile, si vede che sono soprattutto le ragazze ad essere colpite da disturbi depressivi.
I bambini che utilizzano il telefono per più di tre ore al giorno evidenziavano il 35% in più di propensione alla tristezza “senza un motivo” e anche al suicidio. Tra coloro che passano al telefono 5 ore e più, questa propensione sale del 50%.
A dicembre dell’anno scorso, infine, anche la CNN pubblicava un articolo sull’argomento e si scopriva così che l’80% dei genitori non era d’accordo con l’uso dello smartphone a scuola.