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Smartphone in classe? Vietato ma con qualche eccezione

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L’uso degli smartphone in classe è generalmente vietato, ma ci sono alcune eccezioni fissate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito in una recente circolare. Anche il Garante per la protezione dei dati personali ha aggiornato il vademecum indirizzato alle scuole.

Prime indicazioni del MIM

La nota n. 107190 del 19 dicembre 2022 contiene indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e analoghi dispositivi elettronici in classe.

La nota richiama la circolare del 15 marzo 2007, n. 30, con la sono state emanate da questo Ministero “linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti”.

Il documento precisava che “l’uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente configurando, pertanto, un’infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti orientati non solo a prevenire e scoraggiare tali comportamenti ma anche, secondo una logica educativa propria dell’istituzione scolastica, a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore dei medesimi”.

Quindi, come si vede dalla circolare, c’è in via generale un divieto di utilizzo in classe di telefoni cellulari.

È però consentito l’utilizzo di tali dispositivi in classe, quali strumenti compensativi di cui alla normativa vigente, nonché, in conformità al Regolamento d’istituto, con il consenso del docente, per finalità inclusive, didattiche e formative, anche nel quadro del Piano Nazionale Scuola Digitale e degli obiettivi della c.d. “cittadinanza digitale”.

Chiarimenti del MIM

Con una nota del 19 settembre 2023 il Ministero ha fornito chiarimenti in merito alla suddetta nota n. 107190, nella parte in cui, richiamando il divieto generale, limitava l’impiego dei telefoni cellulari e analoghi dispositivi elettronici “quali strumenti compensativi di cui alla normativa vigente, nonché, in conformità al Regolamento d’istituto, con il consenso del docente, per finalità inclusive, didattiche e formative”.

Tra le  “finalità inclusive” che consentono, eccezionalmente, l’uso dei telefoni cellulari in classe, le scuole devono tener conto degli eventuali contesti di apprendimento in presenza di condizioni di salute degli alunni, debitamente documentate, che richiedano l’uso indispensabile di smartphone collegati a dispositivi salvavita, o utili a segnalazioni mediche da remoto.

A titolo di esempio, viene proposto il caso degli alunni affetti da diabete, i quali, tenuti a monitorare costantemente la glicemia nel sangue, possono avvalersi di un’apposita applicazione installata sul cellulare, che, attraverso specifici sensori applicati come cerotti sulla pelle, rilevano i livelli glicemici, inviando, contemporaneamente, i relativi dati al medico curante ed al genitore. Tale tecnologia non può prescindere dall’uso di uno smartphone, che supportando il software specifico, diventa, in questo caso, un effettivo dispositivo medico.

Tra le “finalità inclusive” sono senz’altro comprese quelle medico-sanitarie, che, mirando a rimuovere ostacoli all’apprendimento, favoriscono le condizioni ottimali perché tutti gli alunni possano esprimere al meglio il proprio potenziale.

Nella nuova nota il MIM evidenzia che tali indicazioni devono necessariamente essere declinate da ogni istituzione scolastica nel proprio Regolamento d’istituto, tenendo conto delle peculiarità del proprio contesto e delle relative scelte metodologiche adottate.

Cosa prevede il Garante privacy

Recentemente il Garante per la protezione dei dati personali ha aggiornato il vademecum “La scuola a prova di privacy“.

Tra gli argomenti trattati anche l’uso dei dispositivi elettronici in classe.

Ecco le regole del Garante:

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