Vietare solo agli studenti l’uso dello smartphone a scuola, mentre gli insegnanti, i docenti e tutto il resto del personale continuano a utilizzarlo non è affatto un buon esempio. Il divieto dovrebbe valere per “ogni membro della comunità educativa”. La proposta è contenuta in un emendamento dei deputati del partito LREM (comunemente conosciuto come En Marche! e fondato da Emmanuel Macron) al disegno di legge che punta a vietare l’uso dei telefoni cellulari nelle scuole e nelle università della Francia dal prossimo anno.
“Dovremmo estendere il divieto degli smartphone agli insegnanti e all’intera comunità educativa, in nome della natura esemplare che gli adulti devono dare agli studenti”, è scritto nell’emendamento n.24 relativo al progetto di legge, che propone di sostituire la parola “studente” con le parole “membro della comunità educativa”. Con questa espressione si fa riferimento a tutte le persone che “partecipano alla realizzazione dell’attività didattica”, e a chiunque entri a scuola e all’università, per esempio anche i genitori.
Proposta opposta rispetto a quella dell’ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli
Il disegno di legge ha un solo obiettivo: quello di uniformare il divieto già esistente in molte scuole francesi e realizzare la promessa di Macron fatta durante la campagna presidenziale. Un provvedimento dovuto secondo i presidi d’Oltralpe, che ha il merito di “mettere in sicurezza” le misure già adottate in autonomia da diverse scuole del Paese.
Una misura che dovrebbe tenere in considerazione anche il nuovo ministro italiano dell’Istruzione, Marco Bussetti, dopo che la ministra Valeria Fedeli aveva invece sdoganato fra mille polemiche (prima delle elezioni del 4 marzo) l’utilizzo dei cellulari in classe a scopo didattico, mentre Matteo Salvini aveva messo nel suo programma di governo il divieto.
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La proposta francese
L’articolo unico della proposta di legge francese, riportato dall’agenzia Afp, precisa che “l’utilizzo del cellulare da parte di un alunno è vietato alla scuola materna, alle elementari e alle medie”, eccezion fatta per luoghi ben perimetrati e condizioni espressamente autorizzate dal regolamento interno. Non si può parlare di una vera e propria rivoluzione (“big bang”) ha detto all’Afp Philippe Vincent, nuovo segretario generale dell’SNPDEN, il primo sindacato francese dei presidi, che peraltro vede positivamente il provvedimento perché mette al sicuro tutto il processo. Circa la metà delle scuole transalpine ha già inserito nel regolamento interno il divieto di smartphone in classe, eccezione fatta che per il cortile durante la ricreazione, ha aggiunto Vincent.
La nuova legge renderà cogente il regolamento uniformando il divieto in tutte le scuole del Paese.