In Francia sarà discussa oggi in commissione la proposta di legge per introdurre il divieto dello smartphone in classe, promesso dal ministro all’Istruzione Jean-Michel Blanquer un anno fa, che entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico. Un provvedimento dovuto secondo i presidi d’Oltralpe, che ha il merito di “mettere in sicurezza” le misure già adottate in autonomia da diverse scuole del paese.
Un provvedimento che potrebbe interessare anche il prossimo ministro italiano dell’Istruzione, dopo che la ministra Valeria Fedeli aveva invece sdoganato fra mille polemiche (prima delle elezioni del 4 marzo) l’utilizzo dei cellulari in classe a scopo didattico, mentre Matteo Salvini aveva messo nel suo programma di governo il divieto.
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La proposta francese
L’articolo unico della proposta di legge francese, riportato dall’agenzia Afp, precisa che “l’utilizzo del cellulare da parte di un alunno è vietato alla scuola materna, alle elementari e alle medie”, eccezion fatta per luoghi ben perimetrati e condizioni espressamente autorizzate dal regolamento interno. Un po’ come le sigarette.
Non si può parlare di una vera e propria rivoluzione (“big bang”) ha detto all’Afp Philippe Vincent, nuovo segretario generale dell’SNPDEN, il primo sindacato francese dei presidi, che peraltro vede positivamente il provvedimento perché mette al sicuro tutto il processo.
Circa la metà delle scuole transalpine ha già inserito nel regolamento interno il divieto di smartphone in classe, eccezione fatta che per il cortile durante la ricreazione, ha aggiunto Vincent.
La nuova legge renderà cogente il regolamento uniformando il divieto in tutte le scuole del paese.
Secondo il rappresentante dei presidi francesi, lo smartphone è causa di gran parte delle interferenze scolastiche: suonerie, vibrazioni per le notifiche dei messaggi, ragazzi che inviano e ricevono messaggi in aula causano non poco disturbo al normale corso delle lezioni.
Distrazioni che si verificano soprattutto alle medie. Di norma, le scuole puniscono l’abuso di smartphone con la confisca e la restituzione del device ai genitori del ragazzo, che perdono ore di lavoro per riprendere il cellulare.
Sarà comunque discrezione dei singoli istituti decidere le condizioni e gli orari di utilizzo dei device.
C’è da dire che il divieto non vale invece per i licei.
Regole di conservazione a discrezione delle scuole
Discrezione della scuola sarà anche la conservazione e l’eventuale presa in consegna preventiva degli smartphone durante l’orario di lezione. Difficile predisporre degli speciali armadietti, come suggeriva in un primo momento il ministro Banquier, e difficile anche organizzare la consegna a qualche addetto o bidello anche perché le operazioni di presa in carico e restituzione dei device andrebbe ad aggravare i tempi e i costi di deposito per il sistema scolastico.
Come misura minima, sarà richiesto all’alunno di spegnere lo smartphone e di riporlo nello zaino dal quale sarà estratto soltanto in caso d’urgenza o per ragioni didattiche giustificate, come misura massima è previsto anche il divieto di portare il device a scuola.
Certo, il divieto di smartphone in classe non metterà fine a fenomeni ormai troppo diffusi come ad esempio il cyberbullismo via social media, ma almeno a scuola durante le lezioni il fenomeno sarà limitato.