Se il contagio da coronavirus continuerà fino a giugno in Cina, le vendite di smartphone nel paese potrebbero diminuire del 30% a 280 milioni di unità, a fronte di stime precedenti di 400 milioni. I distributori cinesi sono in allarme per l’aumento delle giacenze dopo l’esplosione del virus, che ha colpito pesantemente le vendite.
Secondo alcune fonti, i tempi di giacenza degli smartphone sono passati da una media di 20 a 40 giorni a magazzino. Tempi raddoppiati per i modelli di tutti i principali produttori cinesi: Huawei, Oppo, Vivo e Xiaomi.
Al momento è impossibile prevedere quando la domanda di smartphone riprenderà a crescere in Cina.
Mercato globale, calo del 12% della produzione di smartphone nel primo trimestre
A livello globale, la produzione di smartphone potrebbe segnare una flessione del 12% nel primo trimestre del 2020, a 275 milioni di unità, secondo stime della società di ricerca taiwanese TrendForce, produzione ai minimi degli ultimi 5 anni.
Il virus peserà sulla produzione in diversi modi: in primo luogo sarà inferiore di quantità, a causa in primo luogo delle limitazioni alla popolazione cinese. Inoltre, il calo della domanda sarà un altro fattore negativo con cui fare i conti. Un altro problema saranno i ritardi nella fornitura di componenti chiave.
C’è da dire che il primo trimestre dell’anno è sempre un periodo di bassa stagione per gli smartphone e che i produttori mantengono sempre un buon livello di inventari prima del Capodanno cinese.
La graduale ripresa del lavoro dopo il 10 febbraio in Cina farà il resto.
Carenza di componenti
Nei prossimi mesi la carenza di componenti potrebbe diventare un problema più serio. Incertezza anche sulla performance industriale del secondo trimestre dell’anno. D’altra parte, secondo il report, la domanda di nuovi smarpthone non è destinata a sparire, ma ad essere rimandata nel tempo di pari passo con il contenimento del virus.
Samsung
Fra i primi sei produttori mondiali di smartphone, Samsung sarà quello che subirà meno i danni del virus nel primo trimestre del 2020, perché la sua produzione è localizzata in Vietnam e anche perché la casa coreana detiene una quota di appena il 2% del mercato cinese.
D’altro canto, i componenti degli smartphone Samsung provengono dalla Cina, il che ha portato ad un taglio del 3% della sua produzione nel primo trimestre a 71,5 milioni di unità.
Huawei
Huawei dal canto suo subirà un calo di vendite all’estero dovute al bando dei sui prodotti negli Usa. La produzione nei primi tre mesi dell’anno calerà del 15% a 42,5 milioni di smartphone.
Apple
Apple subirà dei rallentamenti nella produzione del nuovo modello di iPhone nel secondo trimestre, con problemi da risolvere sulla certificazione dei componenti. Secondo stime di TrendForce nel primo trimestre la produzione di iPhone diminuirà di circa il 10% a 41 milioni rispetto a stime precedenti di from 45,5 milioni di unità.
Xiaomi
Xiaomi conta dal canto suo in primo luogo sulle vendite online, e conta su una quota relativamente bassa al 9% del mercato cinese. Rispetto ad Oppo e Vivo, che contano primariamente sulle vendite in patria, Xiaomi non sarà altrettanto colpita dal contagio, con un calo stimato del 10% pari a 2,47 milioni di unità prodotte.
TrendForce diminuisce rispettivamente del 14% e del 15% le stime di produzione di Oppo e Vivo a 2,4 milioni e 1,7 milioni di pezzi prodotti.