La contraffazione determina a livello mondiale un danno economico stimato attorno ai 120 miliardi di euro, secondo dati diffusi dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo).
Nei Paesi dell’Unione europea (Ue), complessivamente, il danno erariale e contributivo legato alla violazione della proprietà intellettuale e i suoi diritti è calcolato sui 15 miliardi di euro l’anno.
Contraffazione, il Rapporto Euipo
Undici le voci esaminate dal nuovo Rapporto Euipo, alcune delle quali molto significative in termini di riduzione delle entrate fiscali, mancate vendite e quindi mancati guadagni.
C’è il settore dell’abbigliamento e della cosmesi/cura personale, che raggiunge un danno che sfiora i 33 miliardi di euro, quello farmaceutico, che totalizza danni per 6 miliardi di euro, e quello degli smartphone, che registra mancate entrate per 4,2 miliardi di euro.
Per gli smartphone, in particolare, parliamo di un impatto della contraffazione sulle vendite dell’8,3% sul totale, con gravi ripercussioni sui piani di investimento delle aziende, soprattutto in innovazione e ricerca, sui posti di lavoro e sulla qualità stessa dei prodotti e dei servizi.
Il dato italiano è pari a 885 milioni di mancate entrate a causa della contraffazione degli smartphone, che vale il 15,4% delle vendite dirette.
Un fenomeno generato dalle importazioni illegali di merce nell’Ue, che ormai raggiunge quasi il 7% del totale.
Piattaforme online
La contraffazione si esercita principalmente nelle grandi città e in strada, nelle piazze dei grandi mercati, ma non solo. L’Euipo sta collaborando con le forze di Polizia europee anche per monitorare le piattaforme online.
La rete è infatti una piazza in rapida crescita, che si sta affermando a livello globale grazie alla diffusione delle infrastrutture di rete e certamente dei device di connessione (telefoni, tablet, pc, tecnologie indossabili, smart objects).
Fondamentale, in questo caso, è instaurare un rapporto di dialogo costante e di collaborazione con le piattaforme online, che molto spesso non conoscono tutti i prodotti messi in vendita e la loro provenienza.
La violazione della proprietà intellettuale, infine, non solo toglie guadagni alle imprese ed entrate fiscali allo Stato, ma espone i consumatori finali a diversi pericoli, sia per la sicurezza, sia per la salute, senza considerare la scarsa qualità della merce.