In che modo gli strumenti digitali influiscono sui processi di apprendimento? Come le nuove tecnologie possono essere impiegate per innovare le metodologie didattiche? Queste possono rappresentare un vantaggio per la didattica? Qual è lo stato dell’arte ad oggi, a due anni dall’introduzione del Piano Nazionale Scuola Digitale? Sono queste le principali questioni che verranno affrontate e analizzate dai partecipanti al Gruppo di lavoro per la valutazione dell’uso dei device digitali personali in classe, costituito con decreto della Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, che si è riunito oggi al MIUR. Entro gennaio il Gruppo presenterà le proprie proposte, frutto di dibattito e ricerca sul tema.
Il Gruppo di lavoro per la valutazione dell’uso dei device digitali personali in classe, la cui costituzione era stata annunciata nei mesi scorsi dalla Ministra Fedeli, non è l’unico a intraprendere la sua attività: è stato istituito, infatti, anche il Gruppo di lavoro per la mappatura delle metodologie didattiche innovative che si riunirà il 27 novembre prossimo.
I gruppi sono composti da esperti di pedagogia digitale, esponenti del mondo accademico, docenti che si occupano di digitale rivestendo anche il ruolo di animatori digitali nelle loro scuole, studiosi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), filosofi, giornalisti specializzati, rappresentanti del mondo dell’istruzione e tecnici del MIUR: una platea qualificata che si confronterà sull’incidenza della tecnologia sulla qualità dell’apprendimento delle studentesse e degli studenti e sul modo in cui le strategie di insegnamento possono essere modificate alla luce dei cambiamenti in atto nella nostra società, facendo del digitale una risorsa in termini didattici.
Promuovere azioni di ascolto di esperte ed esperti che, a vario titolo, operano nel settore e favorire momenti di confronto e dialogo per definire una posizione efficace sulla tematiche di approfondimento; valutare tutte le possibili implicazioni legate all’uso degli strumenti digitali personali in classe per finalità didattiche; mappare tutte le metodologie didattiche, provvedendo alla loro valutazione rispetto all’incidenza sulla qualità dell’apprendimento; formulare proposte; elaborare linee guida di carattere culturale e pedagogico per aiutare a comprendere le potenzialità delle nuove tecnologie nel determinare modalità di apprendimento innovative nelle studentesse e negli studenti e il modo in cui queste possono influenzare il linguaggio, la scrittura, il pensiero logico-matematico, la memoria e il suo esercizio: sono gli obiettivi al centro dei lavori dei due gruppi.
Termine dei lavori previsto per entrambi i gruppi, gennaio prossimo, quando le esperte e gli esperti presenteranno e proporranno alla Ministra Fedeli le linee guida e i documenti esito dello studio e del confronto portato avanti in questi mesi.
“Finora il dibattito sull’uso dei dispositivi digitali a scuola – dichiara la Ministra Fedeli – è stato appiattito sui fronti ‘smartphone sì’-‘smartphone no’. La questione è invece molto più complessa e non può essere ignorata. La tecnologia è parte integrante della nostra vita e per questo va analizzato e approfondito il suo impatto sui processi di apprendimento e cognitivi. Come si deve anche ragionare sul modo in cui il digitale può essere impiegato per innovare le metodologie didattiche. Nei Gruppi di lavoro che abbiamo costituito ci sono importanti e illustri componenti: pedagogisti, professori universitari, ricercatori, animatori digitali, filosofi. Il loro apporto sarà determinante per costruire percorsi di innovazione virtuosi, per fornire alle studentesse e agli studenti saperi, strumenti, conoscenze e competenze utili per la loro crescita, trasformando il mondo digitale – che per loro è familiare, ma del quale spesso sono fruitori passivi – nel principale alleato di una scuola di qualità”.