Il lavoro da casa o smart working sarà ulteriormente potenziato per venire in contro all’esigenza di distanziamento sociale per contenere la nuova fase espansiva del Coronavirus nel nostro Paese.
Nuovo dcpm e smart working
Secondo quanto annunciato nel nuovo Dcpm, illustrato ieri sera in televisione dal Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, la quota nazionale di smart working dovrà arrivare al 75%, ben al di sopra di quanto richiesto dal Comitato tecnico scientifico (Cts), cioè il 70%.
Il prolungamento delo stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2020, consente alle imprese di collocare i lavoratori in smart working in maniera più semplice, senza accordi individuali (in maniera unilaterale), in deroga alla legge 81/2017.
Per i dipendenti pubblici, però, lo smart working sarà regolato solo grazie all’arrivo di un nuovo decreto ministeriale.
Lavoro da casa per i dipendenti della PA
“Con un decreto ministeriale in arrivo, come Funzione pubblica promuoveremo l’attuazione del lavoro agile nelle amministrazioni. Ne accompagneremo la modulazione e strutturazione tenendo in conto le molteplici esigenze dei territori e dei diversi enti”, ha dichiarato sul suo profilo Facebook ufficiale la ministra per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone.
“La dinamica preoccupante dei contagi chiede un ulteriore impegno all’Italia e le Pubbliche amministrazioni sono chiamate a dare il loro contributo. In una fase pandemica ancora difficile come quella attuale, è normale e fisiologico vedere e voler utilizzare lo smart working quale strumento di contrasto alla diffusione del virus”, ha precisato.
“Tuttavia, non possiamo prescindere dalle capacità organizzative delle singole amministrazioni, che non sono tutte uguali, e dalla necessità di rendere i servizi ai cittadini e soprattutto alle imprese che, ricordiamolo sempre, a differenza della primavera scorsa non sono in lockdown”, ha aggiunto la ministra.
In attesa del nuovo decreto per lo smart working nella PA, nel dpcm illustrato ieri sera, “in ordine alle attività professionali, si raccomanda che esse siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza; siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva; siano assunti protocolli di sicurezza anti-contagio”.