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Smart roads e monitoraggio delle infrastrutture, il progetto Italtel ‘Structural Health Monitoring’

Ad aprile di quest’anno il nostro Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha dato il via libera alla sperimentazione su strade e autostrade di veicoli a guida autonoma e connessa. Con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2018, in Italia si inizia ufficialmente a parlare di smart roads.

Quando si parla di smart roads o smart highways, ci si riferisce ormai a strade e autostrade connesse in rete e interconnesse con altri dispositivi mobili e fissi, ma anche a strade ed autostrade più sicure.

Grazie alle nuove tecnologie digitali ed informatiche introdotte nelle infrastrutture stradali, è possibile già oggi dialogare con gli utenti a bordo dei veicoli, per fornire in tempo reale informazioni su traffico, incidenti, condizioni meteo, fino alle notizie turistiche che caratterizzano i diversi percorsi.

Il decreto del MIT riguarderà tratte autostradali o statali di nuova realizzazione, ma anche oggetto di manutenzione straordinaria. In particolare, si leggeva nella nota ministeriale di aprile: “in una prima fase, entro il 2025, si interviene sulle infrastrutture italiane appartenenti alla rete europea TEN-T, Trans European Network – Transport, e su tutta la rete autostradale e statale. Progressivamente, i servizi saranno estesi a tutta la rete dello Sistema nazionale integrato dei trasporti, come individuata dall’allegato al Def 2017 “Connettere l’Italia””.

Entro il 2030, infatti, saranno attivati ulteriori servizi: deviazione dei flussi, intervento sulle velocità medie per evitare congestioni, suggerimento di traiettorie, gestione dinamica degli accessi, dei parcheggi e del rifornimento, anche elettrico.

Un settore che potrebbe rivelarsi particolarmente attraente per le imprese. Secondo un studio Mordor Intelligence, diffuso proprio ad aprile 2018, entro il 2023 il mercato smart roads o smart highway potrebbe raggiungere un valore approssimativo di 54 miliardi di dollari, per un incremento stimato attorno al 172% rispetto al 2017, quando tale settore raggiunse quasi i 20 miliardi di dollari di valore.

Un altro studio di Market Research Future, pubblicato all’inizio dell’anno, stimava il mercato delle infrastrutture attorno ai 40 miliardi di dollari sempre nel 2023.

Tornando in Italia, a giugno il Ministero ha anche attivato l’Osservatorio tecnico di supporto per le Smart Road e per il veicolo connesso e a guida automatica, con molteplici funzioni, tra cui: garantire il coordinamento nazionale tra le diverse iniziative locali presenti e future in ambito smart road, seguire la sperimentazione su strada veicoli a guida automatica e promuovere e supportare studi, ricerche e approfondimenti, con particolare attenzione al tema “sicurezza”.

Le strade e le autostrade sono inoltre delle infrastrutture considerate strategiche per il Paese e la loro digitalizzazione diventa un obiettivo fondamentale sia per la qualità delle stesse infrastrutture, sia per la crescita economica, con un occhio di riguardo all’aumento generale del livello di sicurezza.

Il progetto “Structural Health Monitoring” di Italtel

Il progetto Smart Road di Italtel, “Structural Health Monitoring”, ha l’obiettivo di catalizzare sulla mobilità stradale una significativa azione programmatica, “finalizzata alla digitalizzazione dell’infrastruttura esistente”. L’ambizione del progetto, ha spiegato in un articolo Paolo Secondo Crosta, Head of Project Financing di Italtel, “è di garantire un adeguamento tecnologico nella direzione di una self-awareness della rete stradale, infrastruttura critica di un Paese. Con attenzione particolare ai ponti, Italtel ha formulato una propria visione per un sistema integrato di monitoraggio delle infrastrutture critiche nell’ambito della mobilità”.

Digitalizzare queste infrastrutture significa anche integrare nuovi sistemi di diagnostica e monitoraggio, nuove tecnologie in grado di amplificare la capacità di connessione. Le infrastrutture, infatti, saranno presto in grado di comunicare tra loro, di comunicare con centrali di monitoraggio, di comunicare con i veicoli in transito, “di auto-conoscersi e di auto ri-conoscersi”.

In questo caso, quando parliamo di infrastrutture, ci riferiamo a ponti e viadotti: “Un aspetto cruciale e particolarmente delicato dell’infrastruttura stradale è costituito da ponti e viadotti; per questo motivo numerosi progetti e attività di ricerca si stanno da tempo concentrando sul tema del monitoraggio di questi elementi infrastrutturali”.

Monitorare per elevare il livello di sicurezza, grazie alla prevenzione di qualsiasi tipo di minaccia: “Solo quando si riesce a conoscere istantaneamente quando e come si può verificare un evento potenzialmente disastroso, si possono prendere decisioni che incidano realmente sulla prevenzione”, ha spiegato Crosta. “Pertanto, la visualizzazione, in tempo reale o con ritardi limitati e programmati, dei KPI (Key Performance Indicator) permette di intraprendere misure di intervento veloci e mirate”.

È da qualche anno, infatti, che Italtel ha avviato attività di ricerca nell’ambito del “bridge monitoring”, realizzando un progetto in collaborazione con ANAS (l’Ente Nazionale per le Strade, che a dicembre 2017 ha lanciato un bando smart road da 30 milioni di euro) e ANCE Sicilia (Associazione Nazionale Costruttori Edili), per monitorare la stabilità del Ponte Cinque Archi (Caltanissetta, Sicilia), sito nella S.S. 121 Catanese.

Italtel ha realizzato, nella propria sede di Palermo Carini, un Centro Servizi di Monitoraggio Strutturale in grado di fornire funzionalità evolute di monitoraggio. La soluzione tecnica studiata era composta da sensori locali (inclinometri e accelerometri installati sui pilastri del ponte), server per raccogliere e trasferire i dati, una piattaforma in cloud centralizzato per implementare le logiche (incluso l’alarm management) e il salvataggio dei dati.

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