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Smart road, le nuove indicazioni del MIT per sperimentare la guida autonoma in Italia

A giugno 2018 il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha annunciato la nascita del primo Osservatorio nazionale tecnico di supporto per le smart road e per i veicoli connessi in rete e a guida autonoma.

Un passo fondamentale per l’avvio di sperimentazioni e test sulle nostre strade e autostrade, che però andava coordinato da una regia nazionale e regolamentato in tutti suoi diversi aspetti: dalla sicurezza alle infrastrutture, dalle tecnologie software e hardware al vaglio di tutte le iniziative locali e nazionali future in questo ambito, la smart mobility.

Lo scorso 4 ottobre, l’Osservatorio tecnico di supporto per le smart road e per il veicolo connesso e a guida autonoma ha dato il via alla distribuzione online sul sito del Ministero dei moduli per “l’autorizzazione alla sperimentazione su strade pubbliche di veicoli a guida automatica e per il preventivo nulla osta dell’ente gestore della tratta infrastrutturale sulla quale si intende eseguire la sperimentazione”.

Tale autorizzazione, spiegano dal Ministero delle Infrastrutture, “può essere chiesta, singolarmente o in maniera congiunta, dal costruttore del veicolo equipaggiato con le tecnologie di guida automatica, nonché dagli istituti universitari e dagli enti pubblici e privati di ricerca che conducono sperimentazioni su veicoli equipaggiati con le tecnologie di automazione della guida”.

Il richiedente dovrà indicare gli ambiti stradali per cui la domanda è presentata e, per ciascun ambito, le tratte infrastrutturali sulle quali intende condurre la sperimentazione.

Il mercato smart road vale oggi indicativamente 20 miliardi di euro, ma è destinato a crescere rapidamente nei prossimi 5 anni. Una grande opportunità per l’industria automtive, per l’intera filiera legata all’automobile allargata alle imprese ICT, dell’elettronica di consumo, delle reti e delle telecomunicazioni (le infrastrutture smart road saranno strettamente interconnesse con quelle per il 5G).

Un nuovo mercato, insomma, da cui arriverà una pioggia di servizi e applicazioni per le nostre automobili connesse in rete e un domani anche a guida autonoma.

Un passaggio rilevante per la mobilità italiana e l’intero sistema dei trasporti, che sarà così investito in pieno dalla trasformazione digitale, che non deve farci dimenticare un’altra esigenza di primaria importanza: la sostenibilità ambientale, sociale ed economica di questi nuovi progetti.

Il Governo Gentiloni aveva indicato a marzo 2017 degli obiettivi generali legati ad un nuovo piano per la mobilità e le sue infrastrutture presentato preliminarmente nel Libro Bianco sui trasporti: ridurre le emissioni di gas serra del 20% entro il 2020 e del 60% entro il 2050, promuovere l’efficienza energetica (quindi aumentare il peso delle fonti rinnovabili nel mix energetico nazionale) e definire  misure avanzate da adottare per la de-carbonizzazione dei consumi energetici legati alla mobilità.

Secondo una recente indagine, realizzata da EY, su un campione di 1.500 consumatoriè interessato ad utilizzare l’auto a guida autonoma o self-driving car (anche detta autonomous car o driverless car) il 42,4% degli italiani, il 29,4% ritiene che renderà gli spostamenti più sicuri e il 58,9% pensa che la utilizzeremo in un futuro ancora lontano.

Una doppia strada da percorrere, una legata alla sostenibilità ambientale e la decarbonizzazione, l’altra al progresso e alla crescita offerte dall’innovazione digitale.

A riguardo, l’Europa ha lanciato il programma CEF, acronimo di Connecting Europe Facility, strumento finanziario diretto a migliorare le reti europee nei settori dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni, che può contare per il periodo 2014-2020 su oltre 26 miliardi di euro destinati, nell’ambito del programma, al miglioramento dei collegamenti transfrontalieri.

Quest’anno Bruxelles ha anche avviato il Work programme 2018-2020 per il settore trasporti nell’ambito del programma UE dedicato alla ricerca e all’innovazione Horizon 2020, che potrà contare su 944 milioni di euro.

Diversi gli obiettivi dell’iniziativa, tra cui: portare avanti lo sviluppo di un sistema di trasporti europeo intelligente, che sappia sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie; introdurre sul mercato i nuovi sistemi di guida autonoma; individuare ed approfondire gli aspetti critici legati all’introduzione dei veicoli elettrici su larga scala, dal miglioramento delle batterie alle infrastrutture di ricarica.

Qui di seguito i moduli per la richiesta al MIT dell’autorizzazione alla sperimentazione su strade pubbliche di veicoli a guida automatica e per il preventivo nulla osta dell’ente gestore della tratta infrastrutturale sulla quale si intende eseguire la sperimentazione:

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