Si è tenuto oggi al Ministero delle Infrastrutture e i Trasporti l’evento “Smart Road, veicoli connessi e mobilità del futuro”, evento dedicato alla digital transformation delle infrastrutture di trasporto. Aperto dal Ministro Graziano Delrio e introdotto da Ennio Cascetta, coordinatore della Struttura Tecnica di Missione, l’appuntamento ha permesso di focalizzare l’attenzione su tecnologie e servizi della smart mobility e dei sistemi per i trasporti intelligenti (ITS).
Automobili e altri veicoli connessi in rete, mezzi a guida automatica, servizi on demand, applicazioni mobili, hardware infrastrutturale, sono tante le novità di cui possiamo già disporre da subito. “La digitalizzazione rappresenta vantaggi in primo luogo per il monitoraggio e la sicurezza delle opere e per la sicurezza delle persone. Stiamo passando quindi da infrastutture che sono solo materiali a opere che si mettono in dialogo con gli utenti, attraverso strumenti che possono facilmente essere introdotti nei lavori di manutenzione o di realizzazione”, ha spiegato Delrio.
Sono più di 43 milioni gli autoveicoli circolanti in Italia a gennaio 2016. Le analisi a livello mondiale ci dicono che il parco mezzi è destinato ad aumentare nei prossimi anni e al 2018 il valore del mercato globale dei veicoli connessi (connected cars) sarà di 40 miliardi di euro, sempre restando fermo l’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 20% al 2020.
Ne deriva l’esigenza di valorizzare il patrimonio infrastrutturale esistente, attraverso l’adeguamento tecnologico. A riguardo la Commissione europea ha stanziato circa 30 miliardi di euro fino al 2020, di cui 6,5 miliardi per l’Italia, e il Mit sta considerando di vincolare l’erogazione dei finanziamenti all’adozione, da parte dei gestori dell’infrastruttura, di standard tecnologici minimi.
Il documento presentato alla discussione è il primo step di questo processo innovativo e inquadra le smart road come insieme di infrastrutture stradali ad alto contenuto tecnologico che integrano l’innovazione e l’inclusione negli strumenti tradizionali, con l’obiettivo della massima sostenibilità e di una migliore qualità del servizio.
Le tecnologie smart city e smart mobility, inoltre, sono utili in tutte le fasi di vita dell’infrastruttura e dell’esperienza di guida: dai sistemi di infomobilità ai sensori e sistemi di rilievo dello stato delle infrastrutture (ponti, viadotti e gallerie), alle tecnologie di connessione veicolo-infrastruttura (M2M, Internet of Things) in vista della guida automatica.
I nuovi strumenti permettono di migliorare l’analisi dei fabbisogni e la valutazione delle opere, rendere più efficaci la pianificazione e la programmazione sia degli interventi di manutenzione che degli investimenti in infrastrutture avanzate, garantendo, a costì più bassi, realizzazioni di maggiore qualità, e quindi più durevoli, più sostenibili e più sicure per gli utenti.
La tecnologia aumenta inoltre la possibilità di definire le politiche di trasporto e la gestione dei flussi di traffico. In questo scenario “mobility as a service”, l’automobile sarà solamente un mezzo all’interno delle flotte degli operatori di servizi di mobilità per soddisfare le richieste degli abbonati, attraverso un’offerta di trasporto integrata e pienamente co-modale; i viaggi urbani ed interurbani avverranno in buona parte su veicoli non di proprietà e cresceranno le auto in sharing, mentre sarà meno importante la proprietà individuale.