La Capitale dice basta a smog, code interminabili, rumore e incidenti, annunciando il nuovo Piano generale del traffico urbano (Pgtu). Dopo 15 anni la città eterna razionalizza le risorse a sua disposizione con l’obiettivo di governare e regolare la mobilità e gli spostamenti interni.
Il nuovo strumento, ha commentato il sindaco Ignazio Marino, “permette alla città di affrontare in modo innovativo uno dei grandi problemi di Roma“. “Un piano coraggioso – ha spiegato il sindaco – che integra il trasporto tradizionale con quello più rispettoso dell’ambiente, che punta alla cura del ferro, alle piste ciclabili, alle pedonalizzazioni“.
A Roma circolano 2,8 milioni di veicoli (di cui 700 mila motoveicoli), con un tasso di motorizzazione tra i più alti di Europa (978 veicoli ogni 1000 abitanti contro i 415 di Parigi e i 398 di Londra). Un traffico caotico e pericoloso, in cui si perdono ‘in coda’ 135 milioni di ore, per un costo collettivo di 1,5 miliardi di euro, e si registrano 16 mila incidenti (154 decessi e oltre 20 mila feriti), per un costo sociale pari a 1,3 miliardi di euro.
Il nuovo Piano approvato dalla giunta capitolina oppone al degrado del traffico e all’inquinamento generale una visione della mobilità urbana: più sostenibile, più condivisa, più a misura d’uomo, con un trasporto pubblico locale (Tpl) più competitivo e di qualità, aree pedonali per bambini, disabili, famiglie e anziani, una mobilità intermodale più estesa e l’impiego di nuovi sistemi tecnologici per i trasporti intelligenti (ITS) e la smart mobility.
Considerando la situazione attuale, dove i trasporti pubblici latitano, le forme di mobilità alternativa sono ancora in fase embrionale, la popolazione che vive oltre il Grande Raccordo Anulare è passata dal 18 al 30% e i pendolari dalla provincia sono aumentati del 60% negli ultimi 8 anni, il nuovo Pgtu propone: mezzi di trasporto pubblici più veloci del 20% grazie nuovi percorsi e semafori intelligenti; aumento del 20% dei passeggeri Tpl; dimezzamento del numero di morti sulle strade entro il 2020; almeno un’isola ambienatle/pedonale per ogni Municipio entro due anni; centro storico organizzato in aree pedonali/ambientali percorribili solo a piedi, in bicicletta, con veicoli a motore elettrico; aumento dell’uso delle piste ciclabili entro due anni (+4% in tutta la città, +10% in centro storico).
Per quanto riguarda la mobilità condivisa, Roma Capitale dovrà triplicare l’offerta di servizi car sharing e introdurre fino a 2500 veicoli a ‘flusso libero’, mentre per gli spostamenti in bicicletta sono previste 80 nuove stazioni per il bike sharing e l’introduzione di 1000 nuove bibiclette.
Disposizioni sostanzialmente in linea con i dati relativi alla consultazione pubblica telefonica condotta nel mese di marzo 2014, con i cittadini che chiedono meno inquinamento, meno incidenti, meno traffico, più mezzi di trasporto pubblico di qualità, più recupero e rigenerazione del quartiere, più aree protette per bambini, anziani e disabili, più attenzione al turismo e all’accoglienza.
Roma sarà progressivamente liberata dal traffico privato grazie ad un sistema a zona (sei in totale, dal centro verso le aree extraurbane), che prevede la crescita di aree pedonali e di zone a emissioni zero, interconnesse da itinerari ciclabili e pedonali e da sistemi di mobilità condivisa e a basso impatto ambientale, trasporti pubblici su gomma e su ferro, con l’atteso completamento dell’anello ferroviario Nord.
Le tecnologie digitali e smart city daranno infine una grande mano per sviluppare un efficiente servizio al cittadino a costi contenuti, concorrendo ad un risparmio per le casse di Roma che si aggirerà intorno ai 600 milioni di euro l’anno: creazione di banche dati aperte per l’infomobilità (open data), sensoristica per il monitoraggio del traffico e sistemi per la raccolta ed elaborazione dati (big data) da sfruttare per sviluppare nuove applicazioni e servizi multicanale, semafori intelligenti.