Presentato il Documento di Economia e Finanza (DEF) per il 2015. Al suo interno c’è l’Allegato Infrastrutture (contenente anche il programma delle infrastrutture strategiche – Pis) approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del nuovo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.
Un allegato importante in termini di mobilità sostenibile, intelligente e ‘dolce’. Un documento considerato strategico dal MIT perché legato al programma europeo TEN-T, dall’inglese Trans-European Networks – Transport, per innovare le reti di trasporto trans-europee.
Il Programma delle infrastrutture strategiche 2015 identifica 25 opere prioritarie, per un costo totale di 70,9 miliardi di euro e coperture finanziarie pari a 48 miliardi di euro. Va rilevato che delle risorse pubbliche disponibili, ben 31 miliardi di euro sono dedicati alla mobilità ferroviaria e cittadina.
Tutte le opere più importanti saranno definite all’interno del Documento pluriennale di pianificazione (DPP), strumento di programmazione degli investimenti nazionali per opere pubbliche che sarà definito entro settembre prossimo.
La mobilità nelle aree urbane è tra le priorità dell’Unione Europea, considerato che nelle città vive più del 70% della popolazione europea, si produce l’85% del PIL, sono concentrate il 40% delle emissioni di CO2 e il 70% delle altre sostanze inquinanti imputate al traffico urbano, nonché il 40% degli incidenti stradali. La mobilità in ambito urbano, inoltre, è influenzata anche dal paradigma smart city e dall’impiego delle nuove tecnologie che possono offrire diverse opportunità e generare nuove forme di mobilità: da quella elettrica a quella alternativa (ad esempio piste ciclabili e aree pedonali).
In termini di smart mobility c’è la Strategia Nazionale di specializzazione intelligente, in corso di definizione e approvazione da parte del Governo. Assume particolare rilevanza in tale strategia l’Area tematica prioritaria “Agenda Digitale, Smart Communities, Sistemi di mobilità intelligente”: il progressivo spostamento della popolazione verso le città e nelle aree metropolitane ma anche la necessità di garantire a piccoli centri ed agglomerati produttivi uno sviluppo sostenibile attraverso l’implementazione di tecnologie innovative, efficienti e “user freindly” richiedono l’adozione di un approccio integrato.
Come si legge nel DEF 2015: “In quest’ottica è necessario rafforzare le infrastrutture materiali ed immateriali dotando gli spazi urbani, da un lato di adeguate linee ferroviarie, di stazioni e di nodi di interscambio, per favorire la creazione di sistemi di mobilità intermodali, migliorando il trasporto passeggeri e quello merci, riducendo i costi e tenendo elevati i livelli di efficienza e di sostenibilità ambientale. Dall’altro, è necessario implementare la dotazione infrastrutturale sulla banda larga e ultra larga al fine di favorire la crescita e la diffusione delle tecnologie ICT per creare le condizioni di sviluppo di un’economia digitale e migliorando l’offerta di servizi online pubblici e privati”.
L’area “Mobilità sostenibile”, che include i domini tecnologici riferibili alla progettazione, produzione e gestione di sistemi di propulsione (powertrain), infrastrutture per la mobilità elettrica (emobility) e relativa filiera industriale, materiali e componentistica per i veicoli e i sistemi di trasporto, la sensoristica, la logistica e le applicazioni ICT specifiche per gli Intelligent Transport Systems (ITS), è considerata nel DEF una delle maggiori industrie per valore della produzione e numero di addetti: a livello nazionale circa 139.200 imprese che impiegano 1.351.000 addetti per un fatturato complessivo di circa 116 miliardi di euro.