Andare in metropolitana aiuta a diminuire il caos del traffico privato di superficie, favorendo l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici e riducendo sensibilmente le emissioni inquinanti. Dati incontrovertibili, ma che nascondono delle insidie.
Qualsiasi mezzo di trasporto emette sostanze inquinanti. La stessa metropolitana non ne è esente. Ma c’è una via di uscita e arriva dai dati preliminari del progetto “HEXACOMM”, finanziato dal Settimo programma quadro, e del progetto “IMPROVE”, finanziato dal programma LIFE della Commissione europea.
In termini di qualità dell’aria nelle stazioni sotterranee della metropolitana e di progettazione delle stazioni, si potrebbe limitare di molto l’esposizione dei viaggiatori agli inquinanti potenzialmente nocivi.
Il caso della Città di Barcellona
Milioni di pendolari e turisti che utilizzano ogni giorno i treni della metro corrono il rischio di essere esposti ad inquinanti pericolosi, come ad esempio la materia particolata (PM), che è stata collegata a problemi di salute che includono malattie cardiache e respiratorie.
Le possibili fonti di queste particelle nei sistemi della metropolitana includono l’usura di freni, ruote e rotaie, in aggiunta all’aria dall’esterno (già inquinata) che entra nelle stazioni attraverso i sistemi di aerazione e gli ingressi.
Come riportato dal Servizio Ue di informazione in materia di ricerca e sviluppo (R&D), Cordis, i due progetti sopra menzionati sono stati sperimentati nella metropolitana della Città di Barcellona, raccogliendo una grande quantità di dati su concentrazione, composizione chimica e fonti del particolato fine (PM 2,5).
Studio e soluzioni
Tre dei luoghi scelti per lo studio erano stazioni più vecchie, progettate con uno o due binari, con o senza un muro divisorio tra di essi. La quarta stazione scelta presentava una progettazione moderna, con delle porte scorrevoli attente alla sicurezza lungo i bordi della banchina, in modo da dividerla dal tunnel. Il team di ricerca ha inoltre misurato il PM 2,5 nell’aria all’aperto in una stazione nella periferia di Barcellona a fini comparativi.
L’analisi dei risultati ha evidenziato che le concentrazioni di PM 2,5 erano variabili nelle differenti stazioni e a seconda dei periodi dell’anno (inverno-estate, freddo-caldo). Concentrazioni più elevate di PM 2,5 erano state registrate in tutte le stazioni durante la stagione più fredda. Questo è probabilmente dovuto alla incrementata areazione durante il periodo più caldo, che ha come conseguenza una maggiore dispersione del PM 2,5.
È stato inoltre scoperto che le più basse concentrazioni di PM 2,5 si registravano nella stazione con il progetto più moderno, in confronto alle stazioni più vecchie. Essi sostengono che questo è probabilmente dovuto alle porte scorrevoli, che tengono l’aria del tunnel separata dalla banchina. Una migliore areazione nella stazione nuova, insieme al fatto che attraverso di essa è transitato un numero minore di treni, ha anche probabilmente contribuito alla migliore qualità dell’aria.
Il team di ricerca è giunto alla conclusione che, per proteggere meglio i viaggiatori dagli inquinanti potenzialmente nocivi, chi pianifica il trasporto rapido dovrebbe prendere in considerazione una migliore areazione (aria che comunque viene dall’esterno, sempre da ambiente inquinato e sull’efficacia dei filtri anti particolato ancora si discute), in aggiunta alla progettazione complessiva della stazione. Si sottolinea, in particolare, che l’istallazione di porte protettive sulle banchine riduce l’esposizione al PM 2,5, col valore aggiuntivo di proteggere i passeggeri da cadute o salti sul percorso dei treni in arrivo.