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Smart mobility, 12 milioni di utenti car sharing tra Europa e USA nel 2020

Ogni volta che utilizziamo la macchina in ottica di condivisione aiutiamo la nostra città a respirare meglio. Per ogni vettura impiegata nel car sharing ne restano ferme in media 15-30 private. La smart mobility è ormai un tema centrale nell’agenda urbana di Governi e amministrazioni pubbliche cittadine, ogni ritardo rappresenta ulteriori costi e disagi per i cittadini, in termini di inquinamento, salute, ore passate nel traffico, inefficienze e perdita di competitività.

Durante il Forum Automotive di ieri a Milano, sono stati illustrati i risultati di un nuovo studio “Nutrire la Mobilità nel Futuro” di AlixPartners dedicato proprio al mercato dei servizi di car sharing. Un fenomeno in crescita in tutto il mondo, con nuovi 5 milioni di utenti nel 2014 (+36% rispetto al 2006) e più di 100.000 automobili in condivisione.

Entro il 2020, solamente tra Europa e Stati Uniti, saranno 12 milioni gli utenti di car sharing.  Questo significa riduzione significativa delle emissioni inquinanti, meno auto private in circolazione e ingorghi di traffico, un servizio di trasporto pubblico più efficiente, maggiore disponibilità di parcheggi, una più elevata vivibilità della città e migliore livello di qualità della vita per cittadini e visitatori.

In Italia, nel 2014, sono stati 220 mila gli utilizzatori del servizio di car sharing, per un parco macchine di circa 3000 vetture in 11 città, con una crescita del 70% sul 2013. L’80% del mercato è assorbito dalla sola Milano, regina incontrastata del car sharing nel nostro Paese.

Per il resto, lo studio mostra un gap enorme tra l’Italia e il resto d’Europa e del mondo, riguardo la smart mobility in città, le infrastrutture dei trasporti e la qualità dei servizi di car sharing e di trasporto pubblico: servirebbero 40 miliardi di euro per ammodernare il nostro sistema dei trasporti urbani, tra reti stradali, metropolitane e tranviarie.

Un divario da colmare in fretta e che necessità di investimenti per 20 miliardi in infrastrutture di nuova generazione, 10 miliardi per rinnovare il parco vetture e altri 10 miliardi per la smart mobility, cioè una mobilità urbana sostenibile ed intelligente fatta di condivisione dei mezzi di trasporto (car sharing, car pooling, bike sharing), maggiore utilizzo del trasporto pubblico (con un’aggiunta di 6,5 miliardi di spesa dedicata solo a questa voce) e di quelli elettrici (emobility), della bicicletta e dei percorsi pedonali.

Capitolo a parte è invece dedicato alle nuove evoluzioni della mobilità urbana, con i giovani (42%) sempre meno interessati all’auto privata e l’innovazione tecnologica che presenta le prime auto high tech del nuovo millennio. Secondo il Rapporto presentato da AlixPartners, infatti, la mobilità urbana del futuro sarà sempre più orientata alle automobili connesse in rete (connected car) e all’intermodalità dei trasporti (si usano più mezzi durante il percorso). A riguardo, il mercato delle auto connesse e di quelle a guida automatica (autonomous car) varrà entro il 2017 non meno di 46 miliardi di dollari, con il 60% delle auto in circolazione che sarà connesso in rete.

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