Un piano da 11 miliardi di sterline per installare contatori intelligenti (smart meters) nelle case dei cittadini britannici. Il Governo del Regno Unito, come molti altri Paesi europei, punta così ad una trasformazione digitale sul territorio che faccia leva anche sull’efficienza energetica.
Gli smart meters consentono agli utenti di tenere sotto controllo i consumi e quindi ridurli. L’inquinamento atmosferico che sta soffocando le città e rendendo sempre più caldo il pianeta deriva in gran parte proprio da sistemi di riscaldamento scarsamente efficienti per sprechi, perdite e comportamenti poco virtuosi dei cittadini stessi.
Secondo quanto annunciato dal Governo di Londra a gennaio di quest’anno, i lavori per l’installazione di questi contatori di nuova generazione saranno terminati nel 2020. Al momento, ha riportato il quotidiano The Telegraph, le abitazioni con smart meter attivo sono 8 milioni di unità su 27 milioni totali.
Fin qui tutto bene, ma la Government communications headquarters (Gchq), l’agenzia governativa che si occupa della sicurezza, nonché dello spionaggio e controspionaggio, nell’ambito delle comunicazioni del Regno Unito, ha lanciato un nuovo allarme nei giorni scorsi, relativo alla cyber sicurezza di queste apparecchiature. Essendo questi smart meters sempre connessi in rete, anche per l’invio di dati sui consumi ai fornitori di energia, il loro livello di sicurezza informatica è costantemente messo alla prova dai cyber criminali.
Proprio a causa dell’alto rischio di attacchi informatici è stato rimandato il lancio dei nuovi contatori digitali Smets 2.
L’Agenzia ha indirettamente puntato il dito anche sull’internet of things e la sicurezza domestica: sfruttando le vulnerabilità dei contatori l’attacco informatico potrebbe rapidamente estendersi al resto della casa e dei device interconnessi tra loro.
I cyber criminali sono così messi in condizione di danneggiare i fornitori di luce elettrica e gas e i consumatori stessi, a cui peraltro potrebbero esser sottratti soldi sui conti correnti e qualsiasi tipo di informazione sensibile.
Come ha spiegato a The Mail l’esperto informatico di WiFore, Nick Hunn: “Il problema è che il piano di attivazione degli smart meter è portato avanti da funzionari in carriera che poco sanno di cyber sicurezza e poco si curano delle possibili conseguenze in termini di danni economici e materiali che potrebbero subire aziende e cittadini”.
Completamente diversa è l’opinione dell’agenzia governativa Smart Energy GB, preposta alla realizzazione del piano smart meter per la Gran Bretagna: “I contatori intelligenti sono assolutamente sicuri ed affidabili, solo i dati energetici sono registrati dal dispositivo, e comunque sono crittografati. Il resto delle informazioni personali, dall’indirizzo al conto bancario, non sono accessibili tramite contatore”.
La Gchq, dal canto suo, ha precisato: “Sicuramente lo Smart metering system troverà presto il giusto equilibrio tra sicurezza informatica e business, nel rispetto dei più ampi obiettivi di politica e sicurezza nazionale”.