Assegnato il premio Nobel per la Fisica, che quest’anno andrà agli inventori della tecnologia ‘Light Emitting Diode’ (LED): Isamu Akasaki, Hiroshi Amano (giapponesi, entrambi dell’università di Nagoya) e l’americano Shuji Nakamura (università di di Santa Barbara).
Nei primi anni Novanta del secolo scorso, questi tre ricercatori hanno posto le basi per quella che oggi è considerata una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’illuminazione, il LED. Una tecnologia che assicura risparmi nei consumi di risorse energetiche e nei costi, che ci consente di ‘fare luce’ nelle nostre città in maniera più efficiente e sostenibile.
Una scoperta, in particolare quella del ‘LED blu’ (impiegato oggi negli schermi di tv, smartphone, computer e moli altri dispositivi elettronici di uso comune), che, secondo la Fondazione Nobel, rispetta pienamente lo spirito di ‘Alfred Nobel’ e cioè: apporta “considerevoli benefici per tutta l’umanità”.
Secondo l’Accademia delle Scienze di Stoccolma, che ieri, presso la sua sede nella Capitale svedese, ha annunciato i tre vincitori del premio Nobel per la Fisica, tale invenzione ha cambiato per sempre il nostro rapporto con la luce elettrica: ”come le lampade a bulbo hanno illuminato il ventesimo secolo, i Led saranno le luci del ventunesimo secolo”.
Grazie alle lampade LED, impiegate sempre di più nei sistemi smart lighting (illuminazione pubblica intelligente) dei progetti smart city di tutto il mondo, si è oggi in grado di ridurre sensibilmente i consumi, aumentando l’efficienza energetica e risparmiando sui costi.
I LED hanno durata di circa 100 mila ore, contro le mille ore standard di una lampadina ad incandescenza, e possono essere alimentati con una minore energia elettrica, cosa che li rende particolarmente adatti per gli impianti di illuminazione alimentati da fonti energetiche rinnovabili (specialmente pannelli solari e torri eoliche) destinati alla microgenerazione e le micro grid, sempre in ambito smart city e smart grid.