Evitare sprechi e cattiva gestione delle risorse energetiche, idrauliche e naturali del territorio urbano, grazie ad un sistema aperto in grado di misurare i flussi dei consumi giornalieri, è quanto si è preposta di realizzare l’Università degli Studi di Napoli Federico II attraverso il team di ricercatori del Dicea (Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale), con la nuova piattaforma “Smart energy master- Per il governo energetico del territorio” (Sem).
Sprecare risorse collettive vuol dire bruciare soldi pubblici, dei cittadini, e favorire l’inefficienza, la corruzione e l’inquinamento. Una quarantina tra ingegneri, fisici, informatici, architetti, urbanisti, sviluppatori e comunicatori, si sono uniti in un team per implementare un software in grado di misurare tali sprechi e ‘perdite’, aumentando il grado di sostenibilità ed efficienza energetica della città.
Il progetto Sem è stato finanziato con circa 1,2 milioni di euro (PON 2007-2013), nell’ambito del programma europeo “Smart cities & Smart communities”, e vede tra i partner, oltre l’ateneo napoletano, anche Enel, Energent, Beta 80 Group e Atos.
I quartieri pilota per la sperimentazione del sistema sono Chiaia, Arenella e Vomero, dove è in corso la raccolta e la georeferenziazione dei dati per studiare il consumo delle risorse locali da parte di 150 mila cittadini residenti in 4 mila edifici (a cui si aggiungono ospedali, musei, scuole, lo stadio, i mezzi di trasporto, la rete dell’illuminazione pubblica e quella idrica).
I risultati della sperimentazione serviranno al team e al Comune di Napoli per conoscere l’effettiva tenuta delle infrastrutture critiche cittadine, per sviluppare una piattaforma open data aperta a tutti col fine di studiare nuovi servizi al cittadino e le imprese, nonché per ottimizzare le risorse, tagliare sui costi e le emissioni di CO2.
Il Sem non è stato pensato solo per Napoli, ma per tutte le smart city italiane che vogliono evitare sprechi e dispersioni, promuovendo comportamenti virtuosi di amministrazioni e cittadini, che avranno il compito nel tempo di adottare stili di vita più orientati alla sostenibilità, il rispetto del prossimo e dell’ambiente. Per fare questo servono le nuove tecnologie, ma soprattutto un diverso approccio culturale alla città.