Il progetto

Smart economy: compie tre anni il primo fablab nel Sahara

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Nel deserto fiorisce la prima fabbrica digitale del Sahara, ‘OuagaLab’: grazie al crowdfunding svilupperà progetti di formazione per le competenze digitali ed esperienze di sharing economy, mentre il sogno del suo fondatore è portare Arduino nel Burkina Faso.

I fablab non possono competere con le grandi industrie globali e relative economie di scala, ma possono fare tanto e bene a livello locale, fornendo a piccoli imprenditori e innovatori tutti gli strumenti necessari per realizzare dispositivi tecnologici per gli usi più svariati.

Fabbriche dell’innovazione digitale, da cui far uscire un’ampia gamma di oggetti ‘intelligenti’ da integrare in altri sistemi, ad esempio per il controllo del traffico e dell’inquinamento, o in uso nell’industria elettromeccanica, nel settore dell’energia e dell’acqua, del tessile e persino in agricoltura.

Le ‘Silicon Valley’ non nascono solo negli Stati Uniti ed in Europa, ma anche tra la sabbia del deserto, come nel caso del primo fablab del Sahara, a Ouagadougou, Capitale del Burkina Faso (terra fortunatamente ‘bruciata’ dal grande deserto solo nella sua parte settentrionale).

Qui nel 2012 è nato il ‘OuagaLab’, come lo ha chimato il fondatore Gildas Guiella, informatico e sostenitore dell’open source con un sogno nel cassetto: utilizzare l’italianissima piattaforma Arduino per costruire un dispositivo destinato al controllo della qualità dell’aria che, con l’aiuto di sensori digitali, è in grado di verificare in tempo reale i livelli di inquinamento in città.

Grazie a semplici led verdi e rossi, ha spiegato in un’intervista a Che Futuro! Il trentenne innovatore africano, si potranno segnalare ai cittadini luoghi e orari in cui gli agenti inquinanti si presenteranno in maniera minacciosa per la salute pubblica. Un modo per introdurre nella Capitale del Burkina Faso il concetto di smart city, di innovazione tecnologica e di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Presto la struttura sarà dotata di nuovi macchinari, strumenti informatici e una stabile connessione a internet, il tutto (o gran parte) alimentato da energia pulita generata da pale eoliche (in legno), a cui presto si aggiungerà anche una stampante 3D portatile.

Il fablab di Ouagadougou è nato grazie alla partecipazione di Guiella a InnovAfrica 2011 e il successo sulla piattaforma di crowdfunding kisskissbankbank.com, tramite cui è riuscita a raccogliere più di 7300 euro per dare il via a progetti di formazione finalizzati a lanciare i futuri innovatori del deserto, sviluppare esperienze di sharing economy ed innovazione sociale, moltiplicare gli spazi di democrazia tecnologica per alimentare una nuova economia locale.

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