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Smart city & smart community, parte il Tavolo di convergenza nazionale

Nel progettare le infrastrutture necessarie all’offerta di servizi in città è fondamentale raccogliere dati, saperli trattare, gestire ed elaborare, col fine di trasformarli in informazioni utili alle amministrazioni pubbliche e le imprese.

Per poter ottenere questo risultato diventa strategica la condivisione degli stessi, ma anche dei linguaggi e dei modelli gestionali, degli standard e dei protocolli di trasmissione, delle specifiche tecniche, delle piattaforme e degli indicatori di prestazione

Tutti punti di partenza utili ad avviare quel processo di innovazione e rigenerazione urbana definito dal modello smart city.

Ad inizio maggio è stato annunciato il “Tavolo di convergenza smart city and community, promosso dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), in collaborazione tra gli altri con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Consip, Confindustria Nazionale e Agenzia per l’Italia Digitale.

L’Italia torna sul tema delle smart cities e delle smart communities, con un duplice obiettivo:

promuovere una riorganizzazione in chiave digitale dei processi di gestione dei contesti urbani e territoriali, partendo da una convergenza concettuale, metodologica e tecnologica;

promuovere e delineare il passaggio dalla discussione teorica sulla smart city alla sua applicazione pratica nei comuni, attraverso lo sviluppo di prodotti “su misura” per facilitarne la realizzazione, abbattere i costi e semplificare l’accesso alle informazioni.

Città e territori diventano smart se si consolida una stretta collaborazione tra i principali attori dei processi gestionali e d’innovazione urbana e il mercato nella sua eccezione più ampia”, ha affermato in una nota ufficiale Nicoletta Gozo, ricercatrice ENEA della Divisione Smart Energy.

Modelli gestionali, specifiche tecniche, standard e protocolli oltre che strumenti, azioni e tecnologie abilitanti contribuiscono a delineare il percorso, una vera e propria roadmap verso la smart city, con un kit di supporto agli amministratori, cioè una sorta di ‘cassetta degli attrezzi’ nella quale si possono trovare gli strumenti utili per il comune coinvolto”.

Allo stato attuale, ha precisato la ricercatrice Enea, “la maggior parte delle città gestisce tramite le cosiddette utility una serie di servizi strategici come l’illuminazione, l’acqua, l’elettricità, il gas, i rifiuti e la mobilità in modo del tutto autonomo, in assenza totale di condivisione” e, ha aggiunto, “valorizzando poco la strategicità della grande quantità di dati potenzialmente in loro possesso”.

Un percorso lungo, quindi, e non semplice, che dovrà recuperare il tempo perduto e che, come annunciato dall’Enea, si articolerà attraverso una roadmap nazionale e un Tavolo, al quale partecipano i principali attori del processo nazionale d’innovazione urbana, che ha già prodotto “SmartItaly Goal”, il primo documento programmatico della roadmap.

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