Lavorare assieme per crescita e occupazione, sfruttando il potenziale della trasformazione digitale del mercato e dell’industria, è la sfida che tutti i Paesi più avanzati del mondo si trovano ad affrontare in questo inizio di terzo millennio. Un panorama dell’innovazione che si fa sempre più ampio e che, secondo ChinaEU e la China Information Technology Industry Federation (CITIF), necessita di maggiore cooperazione tra gli attori sul mercato e di un modello di partnership più avanzato.
Un punto di vista che emerso con chiarezza durante il “China-EU ICT Seminar” del 29 novembre, evento di settore organizzato dalle due associazioni a Cannes, in occasione di Trustech 2016 (29 novembre – 1° dicembre), dove la business community si è confrontata sui temi della smart city, dei sistemi intelligenti di trasporto (Its), dell’information security.
Soffermandosi sullo stato del mercato ICT e sul livello di sicurezza informatica in Europa, Luigi Gambardella, presidente di ChinaEU, ha sostenuto la necessità di un coordinamento più stretto tra i partner europei e quelli cinesi.
L’IT security, ha sottolineato Gambardella nel suo intervento, rimane un settore strategico sia per l’Europa, sia per la Cina. L’Unione europea persegue l’ambizioso obiettivo di dar vita ad uno dei più grandi mercati al mondo, digitale e connesso, con oltre 500 milioni di consumatori.
Per la digital transformation delle sue industrie, ha messo in campo investimenti, pubblico-privati, per oltre 50 miliardi di euro, focalizzandosi nell’area dell’Industry 4.0.
La sicurezza informatica è fattore centrale.
Il valore aggiunto del mercato ICT nel 2013 ha raggiunto la cifra di 581 miliardi di euro in Europa, il 3,9% del Pil Ue, contro il 4,4% di quello cinese e del 5,5% di quello americano.
Si tratta in massima parte del mondo dei servizi (531 miliardi di euro), con l’industria manifatturiera a coprire il 9% del mercato (50 miliardi di euro).
Nel complesso, in Europa, la parte del leone nel panorama ICT la fa la Germania, che da sola genera il 20% del valore di mercato (115 miliardi di euro), seguita dal Regno Unito (18%), dalla Francia (15%) e quindi dall’Italia (9%) e dalla Spagna (7%).
Tutti assieme questi Paesi rappresentano i due terzi del mercato ICT in Europa.
Sono 6,2 milioni gli occupati nell’ICT europea, appena il 2,5% del totale, mentre gli investimenti in ricerca e sviluppo non superano il 5% del totale, contro il 5,5% della Cina e l’11,8 degli Stati Uniti. Dati che, secondo Gambardella, spingono di per sé ad una più stretta collaborazione con il grande Paese asiatico, magari già in occasione dei prossimi lavori dell’Enisa (European Union Agency for Network and Information Security), l’agenzia europea per la cyber sicurezza il cui mandato terminerà nel 2020.
I settori chiave potrebbero essere l’Internet delle cose, il 5G e i big data. Solo l’Internet of things vedrà una crescita del valore di mercato dagli attuali 2 miliardi di dollari ai 7,1 miliardi di dollari del 2020 (IDC). Un trend positivo che lega a sé la ricerca e lo sviluppo di soluzioni avanzate per la sicurezza dei dati e delle infrastrutture e quindi opportunità di crescita per le imprese di settore.
La stessa Cina attribuisce crescente importanza al comparto della sicurezza informatica, ha dichiarato il segretario generale della Citif, Gao Sumei, proprio in conseguenza diretta del grande sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e del più alto livello di sicurezza dei dati richiesto da imprese e amministrazioni pubbliche. Punto quest’ultimo che dimostra quanto sia rilevante la cooperazione internazionale per assicurare migliori standard di protezione delle informazioni, a partire da quella tra Cina ed Europa.