Si parte dai dati per ottenere le informazioni necessarie a realizzare un edificio che rispetti gli standard smart city. Che si tratti di una casa privata, di un immobile pubblico, o commerciale, l’edilizia di nuova generazione sta integrando rapidamente le nuove tecnologie digitali che a partire da big data e 3D building stanno rimodellando l’urbanistica del nuovo millennio.
Grazie alle informazioni che ricaviamo dai dati raccolti tramite reti di software, di sensori, di oggetti connessi/interconnessi, oggi è possibile stabilire con precisione tempi, costi, livelli di integrazione di piattaforme tecnologie avanzate, di competenze architettoniche, ingegneristiche e gestionali, giusti parametri relativi all’efficienza energetica, alla sostenibilità ambientale, al recupero/riuso delle risorse idriche, al recupero, il riuso e a la differenziazione dei rifiuti.
La lista potrebbe continuare, perché le odierne soluzioni high-tech che interessano l’edilizia e l’urbanistica tendono a far convergere diversi settori della ricerca e l’innovazione tecnologica. Lo sviluppo del Building information modeling (Bim) ha permesso di aumentare i livelli di progettazione delle smart cities in tutto il mondo seguendo un metodo di ottimizzazione della pianificazione, realizzazione e gestione dei processi di costruzione tramite l’introduzione di soluzioni Software as a Service (SaaS) e cloud based.
Un nuovo modo di lavorare e collaborare basato sulla potenza dei dati e sull’interoperabilità delle informazioni, che rende più efficiente progettare, costruire, mantenere e utilizzare qualsiasi manufatto architettonico, grazie a modelli software intelligenti in cui tutte le informazioni sono presenti, sempre disponibili e costantemente aggiornate.
C’è ad esempio la piattaforma SaaS denominata Cityzenith’s 5D Smart World, utilizzata per progettare e costruire edifici in 100 città del mondo (tra cui Barcellona, Amsterdam, Città del Messico, Singapore, Dubai, Londra e prossimamente per l’Italia anche Firenze) di 12 Paesi, dal Nord America all’Europa, all’Asia.
Sono 5 le dimensioni su cui si focalizza la raccolta, elaborazione dati relativi alla città: gli open data, le applicazioni web, il 3D building/infrastrutture, le road networks (Internet of Things services) e le immagini satellitari.
Si può quindi notare la convergenza di diversi settori tecnologici, dalle immagini prese dall’alto alla loro integrazione con i dati provenienti dal basso.
In tal modo si ottengono prospettive multidimensionali delle infrastrutture e dell’edilizia urbana, come nel caso del progetto “5D Smart San Francisco 2030 District”, che prevede la realizzazione di un prototipo di città assolutamente inedito, basato sul flusso dei dati raccolti in tempo reale e la modellazione 5D.
In questo caso abbiamo a che fare con una piattaforma di investitori privati, costruttori, utilities, amministratori locali, rappresentanti dei Dipartimenti per l’Energia e le Infrastrutture e associazioni di cittadini, la 2030 Districts, che è già operativa attraverso 15 progetti in fase di sviluppo per altrettante grandi città nordamericane, tra cui Los Angeles, Dallas, Toronto, Seattle.
Ciò che interessa è la visione urbana smart city oriented che si andrà affermando da qui al 2030, basata sul tentativo di esaminare i dati in tempo reale, soprattutto per ciò che riguarda la mobilità dei cittadini, il consumo di energia/acqua, l’inquinamento, i dati ambientali e atmosferici.
In tal modo, con la modellazione 5D, è possibile visualizzare una nuova città, a partire da quartieri a misura di cittadino, più densa di informazioni, in continua evoluzione, con una portata enorme di criticità a cui è possibile contrapporre un’ampia gamma di soluzioni per risolvere/anticipare i problemi.