Con l’acuirsi dei fenomeni atmosferici estremi, dovuti in larga parte ai cambiamenti climatici in atto, a loro volta potenziati dall’inquinamento e l’impatto delle attività umane, l’attenzione dei leader mondiali si concentra sempre più sulle città, le smart city e le nuove soluzioni ‘green’ per lo sviluppo sostenibile.
In tutto il mondo, dal 1970 al 2012, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), i disastri ambientali (8835 eventi meteo e climatici estremi, tra cui alluvioni, esondazioni, inondazioni, siccità e tempeste) hanno causato la morte di oltre 2 milioni di persone e danni materiali per 2,5 trilioni di dollari.
Per domani, martedì 23 settembre, a New York, il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-Moon, ha convocato i capi di Stato di tutto il mondo in un super vertice dedicato proprio ai cambiamenti climatici: ai danni che hanno causato e a quelli potenzialmente più gravi che potrebbero determinare già dal prossimo inverno.
All’evento parteciperà anche il nostro ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Parola d’ordine: individuare una strategia, efficace e chiara, relativa al contenimento dei cambiamenti climatici (”Catalyzing Climate Action”), cercando di coinvolgere il maggior numero di Paesi in politiche di sostenibilità economica e ambientale di respiro mondiale.
“L’Italia è tra i paesi più virtuosi sulla riduzione delle emissioni di Co2: ora insisteremo per fare in modo che si arrivi a un accordo globale giuridicamente vincolante. Abbiamo fatto molto a livello nazionale e come Europa, i nostri target sono elevati: chiediamo al mondo di ridurre del 40% le emissioni entro il 2030. Se non agiamo subito mettiamo in discussione il pianeta, il futuro nostro e dei nostri figli”. Ha dichiarato Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente, in un collegamento con RaiNews24 da New York.
Nel 2050 i due terzi della popolazione mondiale vivrà in città sempre più grandi. Metropoli energivore, che consumeranno oltre il 70% delle risorse naturali (acqua, gas, petrolio), causando l’immissione in atmosfera dell’80% del gas serra complessivo.
Smart city significa anche resilienza, abbattimento dell’inquinamento urbano, incremento dell’efficienza energetica e ottimizzazione delle risorse idriche ed energetiche, con ricorso crescente alle fonti rinnovabili, all’edilizia intelligente (smart buildings) e alle clean&green technologies per costruire case e infrastrutture.
L’Europa dovrebbe portare sul tavolo delle trattative il suo programma Europe 2030, con cui ha vincolato i suoi membri ad una serie di rilevanti obiettivi: aumentare del 40% il risparmio energetico e del 30% l’efficienza energetica urbana, innalzare del 30% l’utilizzo delle fonti rinnovabili e tagliare le emissioni di CO2 del 45%.
La preoccupazione di tutti è evitare lo stallo scandaloso dei lavori di Copenhagen 2009, in cui tutt’ora ci troviamo, e arrivare a Parigi 2015 con qualche certezza in più sulla firma di un trattato globale sul clima.