di Flavio Fabbri
Al mondo sono attivi, oggi, più di 14 miliardi di dispostivi connessi in rete. Smartphone, tablet, game console, modem, Pc, laptop e altri apparecchi ancora, che ogni giorno utilizziamo, o comunque lasciamo accessi e connessi a internet o una rete wireless. Proprio quest’ultimo caso, la connessione passiva e costante alla rete, sta determinando un crescente consumo di energia e dal 2020, secondo gli ultimi dati forniti dall’International Energy Agency (IEA), il trend potrebbe ulteriormente peggiorare.
Nel Rapporto 2014 “More Data, Less Energy: Making Network Standby More Efficient in Billions of Connected Devices“, l’agenzia mette in guardia gli utenti dall’uso sbagliato dei propri dispositivi di comunicazione elettronica che, solo nel 2013, ci sono costati ben 80 miliardi di dollari per sprechi di energia elettrica.
Entro pochi anni, nel 2020, se non si cambierà il nostro modo di utilizzare tali strumenti, spegnendoli se non li usiamo, il costo degli sprechi e dell’inefficienza energetica potrebbe superare i 120 miliardi di dollari annui.
Le cause sono individuate dal documento nella connessione in standby di tanti nostri dispostivi, soprattutto pc portatili, smartphone e tablet. Il problema, secondo l’IEA, non sono tanto i grandi data center, comunque apparati super energivori, ma proprio questi miliardi di piccoli hardware, che quasi sempre lasciamo connessi in ‘network standby‘.
Un panorama che se già oggi preoccupa, tra qualche anno potrebbe rivelarsi una seria criticità per governi, Istituzioni ed aziende. Gli abitanti delle città stanno crescendo rapidamente e, unitamente all’aumento di offerta di servizi in rete e app da scaricare su telefoni e tablet, la domanda di energia elettrica sarà davvero rilevante.
La società connessa, il Connected Continent richiamato ieri dal commissario Ue Neelie Kroes, è sicuramente un percorso obbligato e un’opportunità di crescita economica e culturale per tutti, ma necessita di accorgimenti importanti, tra cui la lotta agli sprechi, la riduzione dei consumi e l’efficienza energetica.
I cittadini delle future smart city devono partecipare in prima persona al processo di innovazione, anche adottando comportamenti più sostenibili a livello economico e ambientale.
Sempre secondo lo studio IEA, nel 2013 i nostri apparecchi connessi in rete hanno consumato 616 terawattore (TWh), soprattutto per l’attivazione della modalità standby con accesso a internet costante. Altri 400 TWh sono stati sprecati per inefficienze tecnologiche. Quest’ultimo dato, per capirne la grandezza e l’importanza, è pari a quanto consumato in un anno dal Regno Unito e la Norvegia in energia elettrica.
Il Rapporto, infine, illustra anche delle soluzioni per evitare che il trend peggiori, sia a livello di policy e regolamenti, sia di nuove funzioni anti spreco da istallare negli apparecchi di maggiori diffusione.
Piccoli accorgimenti tecnologici e una maggiore attenzione all’efficienza energetica da parte dei cittadini che consentirebbero di risparmiare 600 TWh annui, con un risparmio energetico del 65% (equivalente alla chiusura di 200 centrali elettriche a carbone, con il risparmio di 600 milioni di tonnellate di CO2).