La Cina fino ad ora è sempre stata famosa per tutto ciò che riguarda la contraffazione, la frode, la violazione sistematica di ogni diritto di proprietà intellettuale e la pirateria. Nel settore dell’audiovisivo, ad esempio, le perdite in termini di ricavi mancati sono arrivate a superare i 4,5 miliardi di dollari all’inizio dell’anno scorso, secondo Digital Tv Research, e si attende un peggioramento del dato, che potrebbe raggiungere anche i 10 miliardi di dollari entro il 2022.
Grazie alle pressioni dell’industria cinematografica e televisiva internazionale e alle nuove misure prese dal Governo di Pechino, qualcosa sembra stia cambiando nel grande Paese asiatico. Secondo l’agenzia di stampa Xinhua, il mercato cinematografico cinese è oggi il secondo più grande al mondo per ricavi, con una crescita su base annua del 13,5% a 55,9 miliardi di dollari nel 2017.
Una nuova applicazione per device mobili potrebbe addirittura far crescere sensibilmente il livello delle entrate per il settore audiovisivo nazionale e anche per le grandi majors internazionali. In occasione della quattordicesima edizione della Cultural Industries Fair di Shenzhen, è stata presentata la nuova app “Smart Cinema” per vedere sul proprio smartphone/tablet, in concomitanza con il circuito cinematografico tradizionale, tutte le nuove uscite in cartellone.
La Cina vuole sfruttare la finestra della rete mobile per aumentare il pubblico pagante per film appena usciti in sala: “Un modo per aumentare gli incassi dei film e una valida alternativa alla piaga della pirateria audiovisiva e online”, ha affermato Jack Gao, già Ceo di Dalian Wanda Group e ora a capo di Smart Cinema, joint venture a cui hanno partecipato tra gli altri Linksus Digiwork Marketing Consulting e Shenzhen Dingjunshan Technology.
In effetti, da gennaio a fine marzo 2018, i nuovi utenti cinesi di telefonia mobile sono aumentati di circa 40 milioni, arrivando ad un totale di 1,47 miliardi, secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Industria e dell’information technology (MIIT) e da Statista.
In Cina l’85% della popolazione non ha mai messo piede in una sala cinematografica, sia per il prezzo troppo alto, sia per la grande offerta online di materiale pirata, sia per la reale assenza di sale in provincia, nelle aree rurali (che è un problema su cui sarebbe il caso di riflettere anche in Occidente, in Italia ad esempio).
Secondo dati del China Research Institute of Film Science and Technology, nel 44% del territorio nazionale non c’è una sala cinematografica.
“Quest’app è una grande occasione per avvicinare una nuova immensa fetta di pubblico al cinema, tramite il proprio device mobile, da casa, sul treno, in qualsiasi luogo”, ha spiegato Gao.
“In soli 5 anni, ci attendiamo film a pagamento su un miliardo di schermi mobili”.
Il biglietto per vedere contenuti cinematografici sul proprio dispositivo dovrebbe aggirarsi attorno ai 4 dollari e per i pagamenti ci sono diverse piattaforme già attive nel Paese, come Alipay e WeChatWallet. Tutti soldi che finirebbero direttamente nel box office ufficiale.
Il problema, secondo diversi media locali, è che il regolatore cinese e l’agenzia governativa State Administration of Radio and Television (SART) non hanno ancora dato il via libera definitivo all’iniziativa, anche per l’ovvia opposizione degli esercenti, che nelle aree urbane sono forti, e non è così scontato l’esito del parere definitivo che prima o poi dovranno dare.