Oggi ricorre il 50° anniversario dell’alluvione che sconvolse Firenze, provocando 17 vittime nella sola città e travolgendo uno dei luoghi simbolo della cultura italiana nel mondo, insieme alle sue opere dal valore inestimabile. In occasione delle celebrazioni ufficiali che coinvolgeranno anche il Presidente della Repubblica, sarà presentato in anteprima il documentario “Firenze 66 – Dopo l’alluvione” – prodotto da Alkermes e Sky Arte HD e diretto dal regista fiorentino Enrico Pacciani – che, in collaborazione con il MIUR e la Fondazione Cassa Risparmio di Firenze sarà poi proposto alle scuole di Firenze e provincia.
“Firenze 66 – Dopo l’alluvione” è un’indagine, vissuta attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti, il commento degli esperti e una meticolosa ricerca di immagini e documenti d’archivio, sui segni profondi che la forza distruttrice dell’Arno ha inferto a Firenze e alla vita dei fiorentini, ma è anche il racconto dell’impegno nel recupero del patrimonio che ha fatto della città un cantiere di eccellenza e di innovazione nelle tecniche del restauro, oltre che il ricordo di una delle più grandi manifestazioni di solidarietà e di partecipazione internazionale cui si sia mai assistito nella storia.
Nei giorni della catastrofe furono centinaia di “Angeli del Fango”, giovani volontari poco più che diciottenni, ad accorrere a Firenze da tutto il mondo per contribuire al salvataggio della città e del suo patrimonio culturale, affiancando i fiorentini in un enorme sforzo alimentato dalla solidarietà reciproca. Si trattò a tutti gli effetti della prima grande mobilitazione giovanile spontanea del Dopoguerra, in cui tanti ragazzi, animati da una comune passione per l’arte, superarono i confini e le divisioni della Guerra Fredda per mettere in salvo un patrimonio che ritenevano appartenere a tutta l’umanità. Questo clima di collaborazione e solidarietà internazionale andò avanti anche nella fase di ricostruzione, con una campagna di aiuti che coinvolse numerosi paesi e una titanica opera di recupero e messa in sicurezza del patrimonio che ha segnato la vita della città nei decenni successivi.
Andrea Zappia, Amministratore Delegato Sky Italia, ha dichiarato: “Con questa produzione, che fa seguito a tante altre iniziative realizzate in particolare da Sky Arte, Sky riafferma il proprio impegno per valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio culturale italiano. Un patrimonio fatto non solo di grandi opere d’arte, ma anche di uomini e storie che hanno lasciato un’impronta nella vita del Paese, contribuendo a costruirne l’identità e a dare forma a quei valori positivi che tengono unita tutta la comunità. Questo racconto di solidarietà, tenacia, impegno, capacità di risollevarsi ma anche di innovare e creare eccellenza, è un esempio ancora più significativo proprio in giorni in cui il Paese combatte di nuovo per conservare la propria memoria e il proprio patrimonio artistico”.
Il grande “cantiere” della ricostruzione, raccontato nel documentario, coinvolse specialisti da tutto il mondo, che negli anni successivi lavorarono per mettere in sicurezza le opere danneggiate e restaurarne il maggior numero possibile, dando impulso a nuove tecniche di recupero dei materiali e creando centri d’avanguardia, come l’Opificio delle Pietre Dure, dove l’idea stessa del restauro e della conservazione dei beni culturali fu rivoluzionata, passando da mestiere artigianale a vera e propria disciplina scientifica.
Il racconto di “Firenze 66 – Dopo l’alluvione” si snoda lungo tre filoni principali. Parte dal decennale restauro di opere medievali e rinascimentali, come l’Ultima Cena di Giorgio Vasari – che tornerà nella Basilica di Santa Croce proprio in occasione delle celebrazioni ufficiali del cinquantenario – o il Crocifisso di Cimabue, gravemente danneggiato dall’alluvione e tornato in Santa Croce, grazie a innovative e complesse tecniche di restauro. Il documentario illustra allo stesso tempo l’incredibile lavoro di recupero di milioni di volumi a stampa e migliaia di manoscritti rari della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, approdando poi alla nascita del Museo Novecento, concepito grazie a un primo progetto dello storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, che pensò di sfidare la situazione post-catastrofe creando un’innovativa struttura dedicata alle arti contemporanee e aperta anche al design.
Le proiezioni del documentario, organizzate da Sky Italia insieme alla Toscana Film Commission, avranno luogo domani contemporaneamente a Palazzo Vecchio e nel Cinema Teatro della Compagnia. Il documentario andrà in onda il 5 novembre alle 21:15 su Sky Arte HD e verrà successivamente proposto alle scuole di Firenze e provincia, grazie alla collaborazione con l’Ufficio regionale scolastico del MIUR per la Toscana e la Fondazione Cassa Risparmio di Firenze.
“Firenze 66 – Dopo l’alluvione” è stato realizzato con il contributo di Fondazione Cassa Risparmio di Firenze, in collaborazione con l’Archivio del Festival dei Popoli e nell’ambito del programma Sensi Contemporanei per il Cinema.