La domanda di energia elettrica crescerà del 40% a livello mondiale fino al 2030 e con essa la necessità di più elevati livelli di efficienza energetica e di sicurezza. Questi sono i fattori critici che possono promuovere l’utilizzo di sistemi per l’accumulo elettrochimico su vasta scala. Una tecnologia che può essere determinante nel garantire stabilità, gestione ottimale dei parametri di rete e flessibilità di sistema, anche come conseguenza della presenza di soggetti che sono sia produttori sia consumatori, i cosiddetti prosumers.
Stamattina a Roma è stato presentato nell’Auditorium GSE, il “Libro Bianco sui sistemi di accumulo 2.0” realizzato da ANIE Energia e RSE- Ricerca sul Sistema Energetico, con i contributi di Enel Produzione e Enel Green Power.
Un volume pubblicato con lo scopo di evidenziare le opportunità che l’installazione di sistemi di accumulo elettrochimico è in grado di offrire agli operatori e al sistema elettrico, ma anche per stare al passo con il significativo sviluppo che la tecnologia ha conosciuto in questi anni e con la progressiva dinamica di riduzione dei costi.
In tal senso l’Autorità per l’energia (Aeegsi), attraverso la riforma in atto del Mercato dei Servizi di Dispacciamento, “sta aprendo a generatori, carichi e accumuli o loro aggregazioni, la possibilità di partecipare ai servizi della rete contribuendo alla stabilità del sistema”, hanno fatto sapere Anie e Rse.
Una più intensa attività di ricerca nel settore e una specifica attenzione alla riduzione dei costi, appaiono quindi prerequisiti ancora necessari per la diffusione su ampia scala di questi sistemi.
Un tema che anche oggetto di valutazione del dibattito sulla nuova Strategia Energetica Nazionale e, a livello europeo, della discussione aperta sul “New Energy Market Design”.
Documenti di indirizzo che dovranno necessariamente tenere conto, nelle loro proiezioni al prossimo decennio, dell’affermazione delle tecnologie di accumulo.
“Lo sviluppo di reti intelligenti dotate di un elevato contenuto tecnologico capaci di garantire con efficienza l’organizzazione dei flussi di energia – ha spiegato Matteo Marini, vice presidente ANIE e presidente di ANIE Energia – è un tema prioritario ed improrogabile”.
“All’interno di queste smart grid, fortemente caratterizzate dalla presenza di fonti rinnovabili, efficienza energetica e sostenibilità del sistema, quello dell’accumulo è una grande opportunità, sia dal punto di vista economico che ambientale e sociale”.
I sistemi di accumulo sono ormai entrati in una fase di maturazione rapida, “di adolescenza”, ha precisato Stefano Besseghini Presidente e AD di RSE, “Abbiamo valutato, insieme ad altri operatori del settore l’evoluzione, tecnica, normativa ed economica, per cercare di tracciare una traiettoria tecnologica credibile e, soprattutto, per comprendere quali ambiti potranno, per primi, offrire concreti ambiti di applicazione. E’ emersa chiaramente la progressiva diminuzione del gap fra i costi di installazione di sistemi di accumulo e i tempi di recupero degli investimenti”.
Tra le novità più interessanti, si citano i “sistemi di accumulo virtuali”, grazie ai quali batterie diffuse fra molti utenti sono messe in comune a formare un sistema aggregato più economico e vantaggioso. Una sorta di “shared storage” che potrebbe essere la porta di ingresso al sistema elettrico.
Analogamente, si legge nella presentazione del Libro bianco, “inizia ad avvicinarsi il momento di un possibile distacco degli utenti dalla rete per abbinare sistemi di accumulo all’autoproduzione”.
Tra le possibili applicazioni già nel presente, il volume prende come esempio le piccole isole, non servite dalla rete elettrica nazionale, dove le fonti rinnovabili sono concorrenziali rispetto all’attuale produzione. Ci sono i casi di Ustica e Ventotene dove, dai dati emersi dalle simulazioni, si può evidenziare l’economicità dell’installazione di sistemi di generazione fotovoltaica abbinati a sistemi di accumulo elettrochimico, come nel caso di Ventotene dove è in corso una sperimentazione.
Test che stanno dimostrando un’efficace riduzione dei consumi di combustibile e dei costi di manutenzione, unitamente all’ottimizzazione dell’efficienza media di generazione dei motori che, grazie all’accumulo, possono funzionare sempre nella fascia alta di carico o, in alternativa, rimanere spenti.
La stessa mobilità elettrica e la conseguente realizzazione di un’infrastruttura di ricarica con sistemi di accumulo (a supporto ad esempio di sistemi veloce funzionali a flotte aziendali in applicazioni di “peak shaving”) può essere un’efficace leva per la diffusione dei sistemi di accumulo.