L’Europa corre ai ripari e investe in cybersicurezza
Una delle principali aree di spesa nel settore dell’information technology (IT) mondiale è la sicurezza e anche in Europa si stima che gli investimenti cresceranno a doppia cifra nel 2024, circa +12,3%, secondo la “Worldwide Security Spending Guide” di IDC.
Nei prossimi anni, fino al 2027, si attende una spesa in sicurezza informatica che potrebbe raggiungere, nella sola Europa, gli 84 miliardi di dollari a fine periodo.
Questo perché la minaccia di cyber attacchi a infrastrutture chiave e strategiche, alle Istituzioni pubbliche e statali, ad organizzazioni private e civili, sono in costante aumento, in maggior misura a partire dall’invasione russa dell’Ucraina e con la nuova cruenta fase di scontro armato tra Israele, Hamas e altri soggetti coinvolti nell’area mediorientale (a cui possiamo anche aggiungere le tensioni militari tra l’alleanza occidentale e Houthi nel Mar Rosso).
Child (IDC European Security): “Le strategie di investimento devono concentrarsi su una migliore quantificazione del rischio”
“Le organizzazioni europee si trovano ad affrontare livelli di minaccia informatica senza precedenti, guidati da un’enorme e vorace economia basata sul crimine informatico, dalla proliferazione di ogni strumento e servizio di attacco immaginabile sul dark web e da un panorama geopolitico a dir poco turbolento“, ha commentato in una nota di accompagnamento alla guida Mark Child, direttore associato della ricerca, IDC European Security.
“L’Unione europea sta cercando di promuovere un miglioramento della resilienza informatica a livello regionale, attraverso una serie di misure legislative che, in particolare, porteranno anche un maggiore coinvolgimento del management esecutivo nella strategia di sicurezza informatica. Tuttavia – ha precisato Child – affrontare la minaccia richiede un impegno sostanziale e generale da parte di tutte le organizzazioni. Le strategie di investimento nella IT security devono concentrarsi su una migliore quantificazione del rischio informatico, un equilibrio tra misure preventive e proattive, la considerazione di tutti i gruppi di utenti e processi aziendali e la disponibilità di competenze e risorse necessarie, sia interne che provenienti da terze parti”.
L’Europa orientale incrementa le cyber difese, ma il 50% della spesa generale arriva da tre Paesi
I Paesi dell’Unione europea devono anche provvedere ad adeguarsi rapidamente al dispositivo Nis (direttiva europea sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi) e al regolamento Dora (Digital Operational Resilience Act), proprio per innalzare i livelli di cybersecurity delle infrastrutture, dei luoghi istituzionali, di lavoro e studio, ma anche preposti all’assistenza sanitaria ad esempio.
A seguito di questa situazione, sono proprio i Paesi dell’Europa orientale a guidare la spesa in sicurezza informatica, con tassi di crescita più elevati, tra cui il +15,4% della Repubblica Ceca e il +13,4% dell’Ungheria.
Servizi e software di IT security saranno i driver principali per tutti i mercati europei e il 50% circa della spesa generale sarà rappresentata dagli investimenti di Gran Bretagna, Germania e Francia.
Il 40% della spesa sarà destinata ai settori della Pubblica Amministrazione, bancario, delle telecomunicazioni e del commercio al dettaglio. Proprio il banking è l’area in cui l’investimento in soluzioni cybersecurity cresce di più, +14,2%, assieme a media e intrattenimento, +14%, e aerospaziale e Difesa, +13,8%).