Negli ultimi anni è cambiato in maniera rilevante il modo in cui l’energia è prodotta, fornita e consumata. Questo è valido un po’ per tutti i Paesi del mondo, ma soprattutto per quelli che fino ad oggi hanno sempre dovuto sostenere un’elevata domanda di energia.
Nei giorni scorsi è stato presentato a Bruxelles “Global Energy Architecture Performance Index Report 2017“, il documento annuale prodotto dal World Economic Forum che stila la classifica mondiale dei 127 Paesi con la migliore capacità di garantire ai propri cittadini l’accesso alle risorse energetiche in maniera sicura, a buon mercato e sostenibile.
“L’Europa con la sua transizione verso l’energia pulita, si è immessa su una strada ambiziosa“, ha dichiarato in una nota riportata dall’Ansa il vicepresidente della Commissione Ue, Maros Sefcovic. E proprio l’Europa occupa i primi sette posti di questo ranking globale, piazzando comunque sedici Paesi nelle prime venti posizioni.
Svizzera, Norvegia, Svezia, Danimarca, Francia, Austria, Spagna, Colombia, Nuova Zelanda e Uruguay, sono i primi dieci al mondo per sostenibilità delle infrastrutture energetiche. L’Italia occupa la ventinovesima posizione.
Peggio di noi solo Giappone e Stati Uniti.
Il nostro Paese con un indice calcolato in 0,70 ha perso sei posizioni in un anno, passano dal 23° al 29° posto, con buone performance nel segmento “Energy access and security”, più scarsa sia per quel che riguarda crescita e sviluppo, sia per la sostenibilità ambientale del nostro sistema energetico.