La crisi idrica ha colpito, più o meno, tutta l’Italia da dicembre 2016 ad agosto 2017. Qualche temporale che pure c’è stato a macchia di leopardo non ha potuto limitare i danni di questa situazione critica e infatti sono 11 i laghi del Bel Paese in forte sofferenza secondo gli ultimi dati di “Goletta dei Laghi 2017” di Legambiente.
Oltre all’ormati famosa questione dell’approvvigionamento idrico di Roma nel Lago di Bracciano, altri hanno evidenziato problemi seri, in termini di livello delle acque e di stato di salute, tra cui: Lago di Garda, Lago di Como, Lago d’Iseo, Lago Maggiore, Lago Trasimeno, Lago del Salto, Lago di Vico, Lago di Albano.
Quest’anno, nei 4 grandi laghi del Nord – Garda, Maggiore, Como e Iseo – si è registrata una riduzione delle portate in ingresso, ovvero dell’acqua entrata nei bacini lacustri, di 9,5 miliardi di m3, pari, secondo i dati Istat, a tutta l’acqua prelevata per gli usi civili nella Penisola.
Al Centro, su 100 punti monitorati da Legambiente, il 50% è risultato inquinato da scarichi non depurati, e nel 90% sono stati trovati rifiuti.
Su 425 mila chilometri di acquedotti in Italia, secondo la a federazione che riunisce i gestori dell’acqua dell’energia e dell’ambiente (Utilitalia), il 60% dellAarete nazionale è stato posato oltre 30 anni fa e il 25% supera anche i 50 anni. Ma il tasso nazionale di rinnovo è pari a 3,8 metri di condotte per ogni km di rete: significa che a questo ritmo occorrerebbero oltre 250 anni per sostituire l’intera rete.
Il problema, in effetti, è che a livello nazionale non si investe più in infrastrutture idriche (o lo si fa male e poco), tanto che le perdite idriche sono al 39% su scala nazionale, mentre a livello geografico abbiamo il Nord al 26%, il Sud al 45% e il Centro al 46%.
A Roma, su 100 litri se ne perdono 45 lungo il tragitto.
Una situazione insostenibile, soprattutto alla luce di questa siccità e di un’estate 2017 tra le più calde del secolo. “C’è l’esigenza, indifferibile, di definire in analogia alla Strategia Energetica Nazionale (SEN) una Strategia Idrica Nazionale (SIN). È fondamentale alzare lo sguardo, assumere un orizzonte almeno decennale, definendo un piano di investimenti di ampio respiro e le relative priorità, immaginando un assetto industriale del settore che valorizzi operatori efficienti e competenti, non da ultimo, educando cittadini ed imprese ad un uso responsabile del bene acqua”, ha suggerito in una nota Giovanni Valotti, presidente di Utilitalia.
Le soluzioni tecnologiche a portata di mano
Il mercato globale delle tecnologie per la gestione ottimale delle risorse idriche (smart water management systems, o smart water technologies) è visto in crescita dagli 8,5 miliardi del 2016 ai potenziali 20,1 miliardi di dollari del 2021.
So tratta di soluzioni cloud, dell’Internet of Things, per la data analytics, l’efficienza energetica, che sono state esaminate anche dal censimento “Utili all’Italia”, tramite una selezione dei migliori progetti aziendali nel settore, tra cui si trovano sistemi di geolocalizzazione degli interventi delle squadre idriche, telecontrollo delle reti, tecnologie satellitari per la ricerca delle perdite idriche delle condotte, mappatura delle reti sotterranee fino all’utilizzo delle fognature per consentire il passaggio della fibra ottica e al ‘ri-uso’ dell’acqua e alla valorizzazione dei fanghi post-depurazione.