Si è tenuta oggi l’audizione di Meta alla Camera sulla querelle in corso con la SIAE, in seguito alla rimozione della musica coperta da diritti da Facebook e da Instagram. A discutere la posizione di Meta è stato Angelo Mazzetti, Responsabile degli Affari Istituzionali di Meta. I punti salienti dell’intervento sottolineati oggi anche in risposta alle numerose dichiarazioni che si sono susseguite nei giorni passati.
- Tutela del diritto d’autore. E’ una nostra priorità di Meta, abbiamo accordi con tutti i principali titolari di diritti in Italia e all’estero (solo di ieri l’annuncio RTI). Tutti questi accordi sono stati rinnovati dopo l’entrata in vigore della Direttiva Copyright. Se abbiamo rimosso il catalogo SIAE è proprio per rispetto della proprietà intellettuale.
- Modello di business. Il modello di business di Meta non si basa esclusivamente sulla musica. Su YouTube e Spotify la gente va per ascoltare la musica, su Facebook e Instagram no. Non abbiamo nemmeno strumenti di monetizzazione per i formati brevi (come i Reels). Li abbiamo per i video lunghi (sopra i 60 sec) e su quelli abbiamo proposto a SIAE una condivisione dei ricavi. I nostri ricavi derivano dalla pubblicità su una pluralità di contenuti che non contengono musica. Per questo per noi non ha senso partire dai nostri ricavi per definire il valore delle licenze. Abbiamo concluso centinaia di accordi con partner senza dover trattare sui ricavi specifici del Paese perché hanno compreso perfettamente il nostro modello di business. Negli incontri di vertice che si sono tenuti abbiamo presentato un approfondimento sul modello che Meta applica per le licenze e condiviso tutti i dati economici rilevanti per spiegare la ragionevolezza delle nostre proposte.
- La verità sull’interruzione delle trattative. Non abbiamo deciso di interrompere le trattative unilateralmente, come è stato dichiarato. La licenza è scaduta il 15 dicembre 2022, e già dallo scorso agosto abbiamo preso contatti per rinnovare l’accordo. La trattativa si è interrotta per la natura dell’importo chiesto da SIAE, che inizialmente è stata di 4 volte superiore all’importo concordato fino al 2022 senza che venisse fornita alcuna motivazione mentre i diritti di licenza erano sostanzialmente di gli stessi. Abbiamo fatto il possibile per mantenere viva la negoziazione, presentato un’offerta significativamente più alta della royalty concordata con SIAE fino a dicembre 2022. Abbiamo progressivamente aumentato la nostra offerta cercando di andare in contro alle richieste di SIAE che, tuttavia, si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta inferiore ad un aumento del +310%. Non siamo disposti a chiudere accordi irragionevoli da un punto di vista economico e di mercato.
- Perché abbiamo dovuto rimuovere il repertorio SIAE. L’assenza della musica è dovuta al rifiuto di SIAE di accettare una proroga dell’accordo precedente per continuare le negoziazioni. Non potevamo tollerare l’utilizzo del repertorio SIAE senza una licenza in essere, quindi senza il consenso e la remunerazione degli autori. Abbiamo disabilitato le musiche del repertorio SIAE proprio per tutelare i diritti degli artisti in tutta Italia.
Di seguito pubblichiamo l’intervento integrale di Meta in audizione alla Camera.
Audizione Meta-SIAE
● Egregi Presidenti, Onorevoli deputate e deputati,
● Vorrei innanzitutto ringraziare il Presidente Mollicone, il Presidente Deidda e le Commissioni per l’attenzione dedicata a questo tema di grande rilevanza per Meta.
● Anche il governo, come noto, ha già deciso di convocare un tavolo di confronto per il prossimo giovedì 6 aprile presso il Ministero della Cultura. Tavolo al quale parteciperemo con la speranza e l’obiettivo di riprendere un dialogo costruttivo tra le parti.
● Infatti, pur trattandosi di una normale dinamica di mercato comprendiamo chiaramente perché la mancanza di un accordo tra SIAE e Meta susciti l’interesse di molti soggetti sia pubblici che privati e confidiamo che questa possa essere l’occasione per fare chiarezza su quanto accaduto fino ad ora.
● Nei giorni scorsi sono circolate sulla stampa molte informazioni non accurate sul fatto che Meta non rispetterebbe il diritto d’autore e su quanto accaduto nel corso delle negoziazioni.
● L’unica voce che non avete ancora sentito è proprio quella di Meta. Siamo rimasti in silenzio in questi giorni per rispetto della controparte contrattuale, perché siamo convinti che lo scontro non sia utile in nessuna situazione, tanto meno nella prospettiva di facilitare un confronto costruttivo.
● Per questa ragione sono grato di poter cogliere l’occasione di questa audizione per illustrare come sono andate le cose negli ultimi sette mesi di trattativa con SIAE.
● Prima di entrare nel dettaglio, permettetemi però di partire con una premessa, sulla quale vorrei essere molto chiaro:
a. L’attuale e straordinaria situazione rappresenta un danno significativo per Meta, per gli utenti e per tutto l’ecosistema musicale italiano. Danneggia gli autori che non sono più in grado di monetizzare i propri contenuti, danneggia gli artisti che non possono più beneficiare di FB e Instagram come strumenti per la promozione e danneggia la nostra comunità di utenti italiani che non può più utilizzare il repertorio della SIAE.
b. In poche parole, è una situazione di svantaggio generale, in cui a perderci sono tutti ed è per questo abbiamo cercato di evitarla con tutte le nostre forze.
● Ora, l’intervento sarà articolato in 4 punti principali, in cui vorrei illustrare:
a. Come Meta rispetta e tutela il diritto d’autore
b. Il modello che Meta utilizza per le licenze musicali in tutto il mondo
c. La distanza nelle posizioni durante le negoziazioni e perché l’appello di SIAE alla “trasparenza” è privo di fondamento
d. I motivi della scelta di rimuovere i contenuti musicali di SIAE – dettata dal necessario rispetto del diritto d’autore e non da una scelta unilaterale. Meta rispetta il diritto d’autore
● Innanzitutto, partendo con il primo punto, e cioè come Meta rispetta e tutela il diritto d’autore, voglio respingere con forza l’accusa secondo cui Meta non rispetta la normativa sul diritto d’autore. Da anni siamo attivamente impegnati nella tutela della proprietà intellettuale e le risorse, anche tecnologiche, che mettiamo a disposizione esprimono il più alto livello di tutela disponibile sul mercato – come è dimostrato dal recentissimo accordo, di ieri, con RTI (Mediaset), uno dei più importanti ed esigenti titolari dei diritti d’autore in Europa.
● Il nostro grande impegno per la tutela del diritto d’autore ci ha portato a concludere oltre 150 accordi di licenza con tutti i principali titolari di diritti e organismi di gestione collettiva in tutto il mondo. Per quanto riguarda l’Europa, abbiamo stipulato accordi con SACEM in Francia, con GEMA in Germania e con PRS nel Regno Unito, oppure proprio in Italia con l’unica concorrente di SIAE, Soundreef.
● Tutti questi accordi sono stati rinnovati dopo l’entrata in vigore della Direttiva Copyright. Esattamente come sarebbe avvenuto con SIAE, con la quale abbiamo avuto per tre anni e mezzo un rapporto reciprocamente proficuo.
● Nel corso delle trattative e nonostante la scadenza dell’accordo, Meta ha mantenuto il proprio impegno nel tutelare il diritto d’autore. Durante le negoziazioni infatti abbiamo continuato a utilizzare il repertorio SIAE solo con il loro esplicito consenso e proponendo di pagare per l’uso delle opere. Il modello globale di Meta
● Ora, rispetto al secondo punto, il modello globale di Meta, vorrei entrare nel dettaglio di come funziona il nostro modello di accordi musicali a livello internazionale.
● Meta ha iniziato a inserire la musica in licenza sulle proprie piattaforme a partire dal 2017, in modo graduale, man mano che gli accordi di licenza venivano conclusi. In Italia, il primo accordo con SIAE risale al 2018.
● Lo abbiamo fatto perché non volevamo che ci fosse musica non autorizzata sulle nostre piattaforme: desideravamo attendere finché non fossimo stati in grado di garantire le licenze e di pagare per quei contenuti. Questo approccio si discosta significativamente da quanto hanno fatto altre aziende, le quali prima hanno sviluppato il proprio business sfruttando la musica senza alcuna licenza per poi pagarla solo in un secondo momento, dopo aver allargato la propria base utenti. Noi questo non lo abbiamo fatto.
● Meta opera a livello globale e ha un modello economico di remunerazione che viene applicato in tantissimi paesi. Questo modello è stato validato da parte dell’industria musicale internazionale tramite accordi siglati con organizzazioni di gestione collettiva ed etichette discografiche. Secondo questo modello: a. Il valore delle licenze musicali viene calcolato in base ai territori interessati dalla licenza, alla natura dei diritti oggetto dell’accordo, alla performance del catalogo di riferimento sulle piattaforme e alla quota di mercato del partner. b. Inoltre, in questo secondo rinnovo, abbiamo anche offerto un modello di Condivisione dei Ricavi, in base al quale SIAE avrebbe percepito una quota dei ricavi pubblicitari generati dalla monetizzazione di video lunghi in cui era presente il repertorio SIAE.
● Questo modello ci ha portato a partnership di successo ed è lo stesso modello che SIAE ha ritenuto equo ed è stato accettato non una, ma due volte, nel corso degli ultimi anni. L’offerta di SIAE
● Sul terzo punto, e cioè sulla distanza significativa con SIAE. Vorrei partire dicendo che la situazione, cioè l’assenza della musica di SIAE sulla piattaforma, è dovuta al rifiuto di SIAE di accettare una proroga temporanea dell’accordo precedente. Ciò, infatti, avrebbe permesso di portare avanti la negoziazione e di mantenere la musica sulle piattaforme. Credo però sia utile ripercorrere i passi principali della trattativa.
● L’ultimo accordo tra SIAE e Meta è scaduto il 15 dicembre 2022 e già lo scorso agosto (2022) Meta ha contattato SIAE per avviare le trattative per il rinnovo.
● Nei giorni scorsi sulla stampa abbiamo assistito a numerose speculazioni sul tema – mancanza di trasparenza, mancanza di buona fede, presentazione di un’offerta “prendere o lasciare”. In realtà, il punto su cui si è interrotta la trattativa, era molto semplice: cioè la natura dell’importo richiesto da SIAE per la licenza a partire dal 2023.
● La prima richiesta di SIAE è stata quasi 4 volte superiore all’importo concordato dalle parti fino al 2022, senza che venisse fornita alcuna motivazione per tale aumento, né che fosse presentato un modello economico appropriato a supporto.
● Considerando che i diritti oggetto di licenza sono sostanzialmente gli stessi, la richiesta di SIAE risulta ingiustificata. Nonostante il fatturato globale sia diminuito di anno in anno, Meta ha offerto un considerevole aumento rispetto ai precedenti accordi, ma non ha mai potuto avvicinarsi all’aumento richiesto da SIAE.
● Nonostante le divergenze emerse, Meta ha fatto tutto il possibile per mantenere viva la negoziazione. Grazie al diretto coinvolgimento del management internazionale, Meta è riuscita a presentare un’offerta significativamente più alta della royalty concordata con SIAE fino a dicembre 2022. Si tratta di una delle proposte di aumento più alte mai presentate nel mercato europeo. Tuttavia, SIAE si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta che fosse inferiore ad un aumento del 310% rispetto all’accordo del 2022. Abbiamo progressivamente aumentato la nostra offerta nel corso delle negoziazioni, cercando di andare incontro alle richieste di SIAE ma questo non è stato abbastanza.
● Mentre siamo felici di riconoscere un’adeguata remunerazione per i contenuti musicali, non siamo disposti a chiudere accordi irragionevoli da un punto di vista economico e di mercato.
● Crediamo che questa distanza nasca principalmente da una mancata comprensione del funzionamento delle nostre piattaforme, specialmente se confrontate ad altre: questo perché le piattaforme di Meta non sono basate sulla musica.
● A differenza di Spotify e YouTube, impropriamente citati in questi giorni per fare un paragone con le piattaforme di Meta, il nostro modello di business non si basa esclusivamente sulla musica o su un’unica tipologia di prodotto audio o video. Gli utenti non utilizzano Facebook e Instagram per ascoltare musica ma vanno sulle nostre piattaforme per interagire con amici e cercare contenuti. Su piattaforme come Spotify e YouTube, invece, le persone scelgono (e gli inserzionisti pagano proprio in relazione e per) la musica. Queste piattaforme ottengono ricavi direttamente dalla musica.
● Meta non lo fa. Meta non ha nemmeno un modello per monetizzare la musica presente sui video brevi, come nel caso dei Reels. Abbiamo uno strumento di monetizzazione per i video lunghi (oltre i 60 secondi) su Facebook e, come detto, la nostra proposta a SIAE includeva una condivisione dei ricavi in quest’ambito, includendo quindi anche i dati relativi al fatturato generato dalla monetizzazione dei video lunghi e il fatturato generato direttamente da contenuti musicali.
● Esclusi questi contenuti, la stragrande maggioranza dei ricavi di Meta in Italia derivano da investimenti pubblicitari di persone e imprese non su contenuti musicali, ma su una pluralità di contenuti di diversa natura che non contengono musica o audio (pagine, contenuti testuali, foto, contenuti effimeri come ad esempio le stories ecc.). Vale anche la pena sottolineare che gli investimenti pubblicitari sulle nostre piattaforme beneficiano di una pluralità di segnali, che ci consentono di proporre annunci interessanti per i nostri utenti. Su questi segnali la musica non ha alcun ruolo.
● Quindi, per chiarire: partire dai ricavi complessivi di Meta in Italia per definire il valore delle licenze del repertorio SIAE sulle nostre piattaforme semplicemente non ha un senso da un punto di vista economico e tecnologico. Questa è la vera domanda che queste commissioni dovrebbero porsi.
● Inoltre, vale la pena notare che Meta è stata in grado di concludere centinaia di accordi nel corso degli ultimi anni senza discutere ricavi specifici per Paese, inclusi accordi che riguardano l’Italia e che sono stati firmati o rinnovati dopo l’entrata in vigore e i recepimenti nazionali della direttiva Copyright. Questo perché gli altri organismi di gestione collettiva hanno compreso perfettamente il modello di business delle piattaforme di Meta. Il punto di partenza di una negoziazione obiettiva e non discriminatoria, quindi, è proprio la comprensione di quell’aspetto. L’obbligo legale di rimuovere i contenuti protetti dal diritto d’autore di SIAE dalle nostre piattaforme
● In ultimo, vorrei chiarire che Meta non ha deciso unilateralmente di interrompere le trattative. In realtà, è successo esattamente il contrario.
● Negli incontri di vertice, abbiamo presentato un approfondimento sul modello che Meta applica per le licenze e condiviso tutti i dati economici rilevanti per spiegare la ragionevolezza delle nostre proposte e la sproporzione delle richieste di SIAE, rispetto a quelle di altre organizzazioni simili a livello europeo e internazionale.
● Come detto, dalla scadenza della licenza il 15 dicembre 2022, SIAE si è più volte rifiutata di concedere una proroga temporanea dell’accordo per permettere la continuazione della negoziazione e la disponibilità della sua musica mentre le negoziazioni erano in corso, lasciandoci quindi di fronte alla scelta se: a. continuare a consentire l’utilizzo di musica del repertorio SIAE senza disporre della licenza – e, quindi, senza autorizzazione (e compenso) degli autori; oppure b. Fare tutto il possibile per proteggere il diritto d’autore degli artisti.
● Come vi ho detto, Meta è seriamente impegnata nella tutela del diritto d’autore, anche quando tale impegno ha un costo in termini di attrattività delle proprie piattaforme – e, anche qualora comporti rischi di minori ricavi in un momento decisamente non tra i migliori nella storia dell’azienda. Non potevamo, però, tollerare l’utilizzo del repertorio SIAE senza una licenza in essere e, quindi, senza il consenso e la remunerazione degli autori.
● Per concludere: la rimozione del repertorio di SIAE non è stato uno strumento di negoziazione che Meta ha utilizzato per sottrarsi al rispetto dei diritti d’autore, né una “minaccia”, come è stato dipinta da alcuni in questi giorni, ma l’esatto contrario. Meta ha disattivato la possibilità di utilizzare le musiche del repertorio SIAE proprio per tutelare i diritti degli artisti in tutta Italia. Riprendere i negoziati a condizioni oggettive e non discriminatorie
● Spero che questa testimonianza vi consenta di avere uno scenario più completo di ciò che è accaduto e che questo sia utile per capire quanto siano fallaci e ingiuste le accuse lanciate contro Meta.
● Nonostante le richieste di SIAE fossero fortemente irragionevoli Meta:
a. Si è spinta ben oltre quanto richiesto dalla legge per raggiungere un accordo.
b. Ha cercato di mantenere in vita la trattativa chiedendo un’ulteriore proroga per continuare a negoziare e versando (ad un notaio, in quanto SIAE si è rifiutata di accettare il pagamento) la royalty per il periodo interessato dall’accordo provvisorio che durava fino al 17 marzo – proroga che SIAE ha rifiutato.
c. Meta ha sempre agito in buona fede e ha dovuto disabilitare il repertorio SIAE sulla propria piattaforma – con danno per Meta stessa e per la propria comunità di utenti – proprio per impedire violazioni del diritto d’autore.
● Per concludere, l’obiettivo principale di Meta è quello di fornire un servizio di alta qualità ai propri utenti, nel pieno rispetto delle normative. Per questo motivo, Meta è, e rimarrà, disponibile a riprendere un dialogo con SIAE per raggiungere un accordo che remuneri gli autori in modo equo, oggettivo e non discriminatorio. In linea con gli accordi che Meta ha concluso con altri organismi di gestione collettiva nazionali e internazionali.
● Al contempo, Meta non ha inteso e non intenderà forzare SIAE ad accettare il nostro modello. Come detto all’inizio, crediamo che la negoziazione tra Meta e SIAE debba essere guidata da logiche di mercato e dal principio della libertà negoziale delle parti. Detto questo – come anticipato – accogliamo positivamente il tavolo annunciato dal Ministero della Cultura per la prossima settimana a cui parteciperemo con uno spirito aperto e collaborativo.
● Grazie a tutti per l’attenzione
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