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Siae-IsICult, pubblicato il primo ‘Rapporto sullo Spettacolo e lo Sport nel sistema culturale italiano’

Questa mattina, la Società Italiana degli Autori ed Editori (Siae), ha pubblicato sul proprio sito web – peraltro rinnovato proprio in questi giorni – quella che è al contempo l’edizione n° 86 del suo storico “Annuario dello Spettacolo” nonché l’edizione n° 1 di un nuovo “Rapporto Siae sullo Spettacolo e lo Sport nel sistema culturale italiano”.

Il sottotitolo dell’opera evidenzia il target: “Statistiche e analisi per operatori del settore, artisti e creativi, organizzatori culturali, imprenditori, decisori istituzionali”. È una operazione di innovativa “disseminazione” di conoscenze, di divulgazione di analisi basate sul ricchissimo database della Siae.

Si tratta di analisi del sistema dello spettacolo e dello sport in Italia nel 2021 nell’economia del triennio 2019-2021, che propongono una fotografia censuaria delle conseguenze del “crash” Covid, in una veste rinnovata, sia dal punto di vista sociologico-statistico, sia dal punto di vista dell’architettura grafica.

Lo Spettacolo e lo Sport nel sistema culturale italiano: il rapporto annuale Siae 2021” si caratterizza dunque per una nuova impostazione, con l’obiettivo di una maggiore diffusione dei dati statistici e una migliore disseminazione delle analisi sull’andamento dello spettacolo e dello sport.

L’iniziativa è stata realizzata da Siae avvalendosi della consulenza tecnico-scientifica dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult, centro di ricerca indipendente fondato nel 1993. La ricerca è stata diretta da Angelo Zaccone Teodosi (il redattore di queste noterelle nonché curatore per conto di IsICult di questa rubrica “ilprincipenudo” – ragionamenti eterodossi di politica culturale ed economia mediale – sul quotidiano online “Key4biz”) e coordinata da Luca Baldazzi. La “data visualization” è stata curata da IsICult con la collaborazione specialistica della società torinese Bianco Tangerine, guidata da Maria Isabella Reggio ed Erika Vicaretti.

Nel 2021, rispetto all’anno ultimo di normalità pre-Covid (il 2019), gli indicatori evidenziano un calo del 72 % degli spettatori e del 78 % della spesa

I dati definitivi relativi all’anno 2021 – certificati da una fonte istituzionale come la Siae – confermano le gravi conseguenze della pandemia, con un numero totale di spettatori calato dai 306 milioni del 2019 agli 84 milioni del 2021, e con la spesa al botteghino crollata dai 2,7 miliardi di euro del 2019 agli 870 milioni di euro nel 2021.

Complessivamente, rispetto all’anno ultimo di normalità pre-Covid (il 2019), gli indicatori dell’anno 2021 evidenziano un calo del 72 % degli spettatori e del 78 % della spesa.

Da un confronto con i dati 2020, quelli del 2021 mostrano un significativo incremento dell’offerta di spettacoli, cresciuti del 26 %, aumento dell’offerta, che non è stata però trainante rispetto al numero degli spettatori, cresciuti soltanto nell’ordine del 4,5 %.

A livello di “macrosettori” di attività, nel 2021 perdono spettatori rispetto al 2020 il cinema, con un -12 %, il teatro e simili con un -9 %, il ballo e gli intrattenimenti musicali anch’essi con un -9 %, a fronte di settori che mostrano una crescita comunque condizionata dalle disposizioni sanitarie, che hanno tenuto lontano gli spettatori dagli eventi: in quest’ottica, va letta la crescita percentuale del 75 % dei concerti, del 65 % dello spettacolo viaggiante, del 42 % dei parchi di divertimento, del 32 % di mostre e fiere.

Anche lo sport è in crescita, con un + 18%, sebbene il totale di spettatori, pari a 8,3 milioni, sia ben lontano dai 30,9 milioni del 2019.

Fatto 100 il totale degli spettatori nel 2021, è ancora una volta il cinema il settore che attira di più, con 32 spettatori su 100, seguito dal ballo ed intrattenimenti musicali con 18 spettatori, i parchi con 13, le mostre e fiere con 10, il teatro con 8, i concerti con 6. Lo sport assorbe 10 spettatori su 100.

Spesa totale del pubblico: passa dai 5 miliardi di euro del 2019 ai poco più di 1 miliardo del 2020 e 2021

A livello di spesa totale del pubblico, si passa dai 5 miliardi di euro del 2019 all’1,2 miliardi del 2020 all’1,1 miliardi di euro del 2021. Un crollo veramente impressionante.

A livello di spesa al botteghino, sul totale di 870 milioni di euro in spettacolo e sport da parte degli italiani nel 2021, è il settore del cinema ad assorbire la quota più alta, con il 20,4 % (corrispondente a 177 milioni di spesa), seguito dallo sport con il 20,2 % (176 milioni), dai parchi da divertimento con il 19,3 % (168 milioni), dal teatro e lirica con il 14 % (122 milioni), dai concerti con il 11,6 % (101 milioni), dalle mostre e fiere con il 7,5 % (66 milioni), dal ballo con il 5,1 % (44 milioni), dallo spettacolo viaggiante con l’1,7 % (15 milioni) e infine dalle manifestazioni all’aperto con 0,3 % (2 milioni).

Analizzando le cifre in maniera più dettagliata, si osserva come nel 2021 il settore dei concerti di musica pop-rock-leggera abbia registrato un incremento di spettatori di ben il 113 % rispetto al 2020, seguito da un +101 % per i concerti jazz, +40 % della lirica e un +31 % del balletto.

All’interno del macrosettore “sport”, il calcio segna una crescita del 22 % rispetto all’anno precedente. Il calo maggiore lo registrano ovviamente le discoteche (a causa delle chiusure particolarmente drastiche imposte dal Governo), con un -56 %.

Mogol alias Giulio Rapetti (Presidente Onorario Siae): “la cultura tra i settori più colpiti dall’onda d’urto del Covid, serve una visione sistemica ed una idea di sviluppo”

Nella presentazione dell’opera, il Presidente Onorario Siae, Giulio Rapetti Mogol (dall’ottobre scorso, il neo Presidente è Salvo Nastasi) evidenzia come il settore dell’industria culturale e creativa “è stato uno dei comparti più colpiti dall’onda d’urto del Covid-19. È irrealistico, tuttavia, pensare che la pandemia sia destinata a non lasciare traccia: bisogna prestare attenzione ai cambiamenti in atto e cercare di cogliere tutte le opportunità offerte da questa nuova situazione per garantire la sostenibilità economica del settore”. Mogol auspica “una visione sistemica e un’idea di sviluppo condivisa per attivare una vera ripartenza con un’attenzione particolare ai lavoratori creativi e alle loro specifiche esigenze riconoscendo, misurando e sostenendo lo sforzo imprenditoriale in questo settore così importante per il nostro Paese”.

Il Direttore Generale Siae Gaetano Blandini rimarca “il senso della nuova rimodulazione dei dati e delle analisi, con l’auspicio che possano stimolare riflessioni critiche ed elaborazioni strategiche, anche nella prospettiva delle necessarie innovazioni normative, sulle quali possa svilupparsi un dibattito – ampio e plurale e pubblico – tra artisti, imprenditori culturali e decisori istituzionali. Coerentemente con la missione storica di Siae, ben sintetizzata dal suo motto: “Siae: dalla parte di chi crea”.

L’edizione 2021 dello storico “Annuario” Siae (la n° 86) è stata realizzata dall’“Osservatorio dello Spettacolo” della Siae in partenariato con l’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult, che ha prestato consulenza tecnico-scientifica.

La inquietante asimmetria tra Nord e Sud: il Meridione ha un 34 % della popolazione nazionale ma soltanto un 20 % del totale degli spettatori di tutta Italia: urge una nuova politica culturale

Lo Spettacolo e lo Sport nel sistema culturale italiano: il rapporto annuale Siae 2021” propone dati inediti ed elaborazioni originali, con particolare attenzione alla distribuzione geografica dei consumi di spettacolo: emerge come il Sud sia una “macroregione” assolutamente svantaggiata, perché ha il 34 % della popolazione nazionale, ma soltanto un 20 % del totale di spettatori, a fronte del Nord che vanta il 58 % di spettatori a fronte del 46 % della popolazione; il Centro ha un 20 % di abitanti ed un 22 % di spettatori.

A livello di spesa, lo squilibrio è ancora maggiore, con un Nord che assorbe il 63 % del totale, a fronte del 20 % del Centro e del 17 % del Sud.

Le prime 5 Regioni con il maggior livello di attrazione di spettatori sono l’Emilia-Romagna, con 248 spettatori ogni 100 abitanti, seguita dal Veneto con 208, la Toscana con 169, la Lombardia con 162, il Lazio con 160.

Le ultime 5 sono invece la Campania con 86 spettatori ogni 100 abitanti, la Sicilia con 78, la Basilicata con 71, la Calabria con 41 ed ultimo il Molise con 36.

La media nazionale è di 143 spettatori per 100 abitanti.

Il campo di oscillazione va quindi dai 248 spettatori dell’Emilia-Romagna ai 36 (trentasei!) del Molise.

Record positivo e negativo a livello nazionale: Rimini 768 spettatori ogni 100 abitanti, Vibo Valentia 14 spettatori ogni 100 abitanti

Si segnalano dati ancora più impressionanti, per quanto riguarda gli squilibri territoriali, osservando le statistiche a livello provinciale: la Provincia di Rimini può vantare 768 fruitori di spettacoli ogni 100 abitanti (record nazionale), a fronte dei 14 ogni 100 abitanti di Vibo Valentia (la Provincia con il dato più negativo di tutta Italia).

Considerando il totale dei fruitori di spettacoli in ogni singola Provincia, questa la classifica delle “prime 5”: Roma ha 8,1 milioni di spettatori (9,7 % del totale Italia), Milano 7,9 milioni (9,4 %), Verona 4,5 milioni (5,4 %), Torino 3,7 milioni (4,4 %), Napoli 3,1 milioni (3,7 %).

Le prime 5 Provincie registrano quindi 27,3 milioni di spettatori, corrispondenti ad una concentrazione di un terzo del totale degli spettatori di tutta Italia.

A livello di andamento temporale, si segnala come sia il fine settimana ad assorbire il 48 % dei biglietti venduti ed il 49 % della spesa. A livello di mese su anno, i mesi di picco sono stati nel 2021 agosto, con il 16,5 % del totale degli spettatori, seguito da dicembre con il 15,6 %.

Siae anticipa alcuni dati del 1° semestre 2022: lieve ripresa, ma situazione è ancora preoccupante. Nel 2022, rispetto al 2019, – 42 % biglietti venduti e – 23 % di spesa al botteghino

In occasione della pubblicazione de “Lo Spettacolo e lo Sport nel sistema culturale italiano: il rapporto annuale Siae”, sono stati anticipati questa mattina alcuni dati relativi al primo semestre del 2022, dai quali emergono segnali incoraggianti per alcuni settori di attività, ma altri invece non esattamente positivi.

Nei primi 6 mesi dell’anno 2022, il totale dei biglietti venduti, per quanto riguarda i concerti di musica leggera, è cresciuto dai 5,5 milioni del 2019 (anno pre-Covid) ai 6,2 milioni del 2022 (erano stati meno di 300 mila nel 2021); il cinema registra soltanto 21,5 milioni nel 2022 di biglietti, a fronte dei 51,4 milioni del 2019; il ballo e gli intrattenimenti musicali totalizzano 6,7 milioni di biglietti nel 2022, a fronte degli 11,5 milioni del 2019 (e dei poco più di 56 mila del 2021).

Complessivamente, nei primi 6 mesi del 2022 sono stati staccati 71 milioni di biglietti, per attività di spettacolo e sport, a fronte dei 122,7 milioni del 2019 (- 42 %); la spesa al botteghino complessiva è stata di 979 milioni di euro, a fronte dei 1.265 milioni dell’analogo periodo del 2019 (- 23 %).

Questi ultimi dati, relativi al primo semestre del 2022, sono allarmanti e sconfortanti: l’“onda lunga” delle chiusure per il Covid determina che ci sia quest’anno un – 42 % di biglietti venduti ed un – 23 % di spesa rispetto all’omologo periodo del 2019.

È evidente che le iniezioni “assistenziali” messe in atto dai Governi guidati da Giuseppe Conte e da Mario Draghi – ovvero dal Ministro Dario Franceschini – hanno consentito di evitare che il sistema entrasse in “coma” – come ha sostenuto il Dg Siae Gaetano Blandini – ma tutto il sistema soffre ancora di una crisi profonda.

Il settore permane quindi in gravissima difficoltà e si auspica un rinnovato intervento di sostegno e stimolazione da parte dello Stato, attraverso politiche culturali dotate di approccio sistemico e respiro strategico, superando i tanti interventi parcellizzati e frammentari che hanno caratterizzato il “policy making” italiano degli ultimi anni.

Lo Spettacolo e lo Sport nel sistema culturale italiano: il rapporto annuale Siae 2021” può essere acquisito in forma completa nella pagina dedicata della sezione dell’Osservatorio dello Spettacolo sul sito web Siae, sia in formato pdf sia in formato excel, in una logica di “open data” messi a disposizione della comunità culturale nazionale. Sulla stessa sezione del sito web della Siae, vengono proposti anche i dati che conservano la precedente e consolidata struttura, per continuità con le serie storiche.

La quantità e qualità dei dati proposti dal “Rapporto Siae 2021” è tale da poter consentire lo sviluppo di molti percorsi di approfondimento, riflessione, studio, ricerca. Potrebbe anche rappresentare l’occasione per un confronto pubblico delle varie anime del sistema culturale (artisti, creativi, imprenditori…) con il Ministro Gennaro Sangiuliano, nell’auspicio che si faccia “politica culturale” a partire dai dati e dalle analisi.

Il commento a caldo del Ministro Gennaro Sangiuliano sul Rapporto Siae sullo spettacolo e lo sport

Il neo titolare del Ministero della cultura ha dichiarato, commentando a caldo i dati del Rapporto Siae: “registriamo con favore la lieve ripresa nel settore dello spettacolo, messa in ginocchio dalla pandemia. Nello stesso tempo, siamo consapevoli che occorre fare di più”.

E fin qui, apprezzabile intendimento.

Quel che non ci convince molto è l’orgoglio col quale il Ministro rivendica un suo provvedimento di stimolazione del consumo di cinema usando la leva del prezzo: è soltanto uno dei fattori sui quali intervenire, e la somma allocata è comunque modesta rispetto alle dimensioni del crollo del consumo di cinema “theatrical”, come abbiamo tante volte spiegato anche su queste colonne.

Ancora una volta, un intervento di questo tipo, se non contestualizzato in una politica culturale organica, sistemica, strategica, corre il rischio di riprodurre la dinamica degli interventi parcellizzati.

Serve soprattutto una campagna promozionale moderna, con un budget di decine di milioni di euro e con il coinvolgimento attivo della Rai in primis: senza un’azione decisa e robusta di questo tipo, servirà assai poco questa iniziativa di intervento pubblico a sostegno della domanda…

Sostiene Sangiuliano: “per questo, come annunciato nei giorni scorsi a “Porta a Porta”, ho firmato un decreto, il primo dal giorno del mio insediamento, per riportare le persone al cinema a vedere film italiani, stanziando la somma di 10 milioni di euro. Gli spettatori in possesso di Spid, intenzionati a fruire dell’agevolazione, generano un coupon, di durata limitata, sotto forma di Qr Code, da presentare ai botteghini per beneficiare dello sconto. Le sale cinematografiche sono già dotate delle tecnologie necessarie per gestire un meccanismo così strutturato. Per ciascun tagliando staccato nell’arco temporale di tre mesi, a un prezzo non superiore a un determinato importo, che oscilla tra i 6 e i 7 euro, lo Stato riconosce un contributo all’esercente pari a 3 euro. In base a questo meccanismo, il prezzo finale del biglietto richiesto allo spettatore sarà non superiore a 4 euro”.

L’iniziativa è senza dubbio interessante, ma ci sia consentito di ricordare che un terzo degli italiani non accede ad internet, e probabilmente non ha nemmeno idea di cosa sia lo Spid…

Ci si augura che il Ministro voglia trarre dal “Rapporto Siae 2021” ulteriori stimoli, per politiche culturali innovative e radicali.

Il notevole interesse che la pubblicazione dell’opera ha suscitato nella prima mattinata di oggi giovedì 17 novembre da parte delle agenzie di stampa – in primis Ansa, ma non da meno la specializzata AgCult (con decine di dispacci) – sembra confermare il carattere innovativo di questa operazione di disseminazione culturale.

Clicca qui per downloadare il “Rapporto Siae 2021 sullo Spettacolo e lo Sport nel sistema culturale italiano” (edizione n° 86 dell’“Annuario Siae”), pubblicato sul sito web della Società Italiana degli Autori ed Editori – Siae il 17 novembre 2022.

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