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Settore scienza e tecnologia, le donne sono il 46,5%

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Nei paesi dell’Unione Europea sono 76 milioni le persone che lavorano nei settori della scienza e della tecnologia. Di queste, oltre 39,6 milioni sono donne: il 52,2% del totale.

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In Italia sono 3,4 milioni, il dato sotto la media europea

Donne e scienza rappresentano un binomio strettamente legato al tema della parità di genere. Una condizione di equilibrio tra le possibilità di donne e uomini di affermarsi nei settori delle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) ancora ben lontana dall’essere raggiunta. Ma i numeri dicono che qualcosa sta cambiando. Nei paesi dell’Unione Europea sono 76 milioni le persone che lavorano nei settori della scienza e della tecnologia. Di queste, oltre 39,6 milioni sono donne: il 52,2% del totale. Il dato si riferisce in generale alla “forza lavoro” in questi ambiti. Per questo, è bene ricordare che in ogni caso le donne che lavorano nella ricerca scientifica sono tuttora in minoranza rispetto agli uomini. E soprattutto raggiungono più difficilmente posizioni di vertice. Tuttavia, la presenza di donne che lavorano nell’ambito della scienza e della tecnologia è in netta crescita: in dieci anni è aumentata del 26% (confronto tra il 2011 e il 2022).

Scienza e tecnologia, in Italia lavorano 3,4 milioni di donne

In Italia sono 3,4 milioni le donne che lavorano nei campi della scienza e della tecnologia. In tutto i lavoratori di questi due ambiti sono 7,3 milioni: le donne rappresentano quindi 46,5% del totale. Si tratta di un valore nettamente sotto la media europea, che pone l’Italia al penultimo posto in Ue per rappresentanza femminile nei campi della scienza e della tecnologia. Una quota più bassa, come vedremo, è rilevata solo a Malta. La maggior presenza di lavoratrici nei campi della scienza e della tecnologia è nelle Isole maggiori: tra Sicilia e Sardegna sono in tutto 268 mila su un totale di 533 mila lavoratori (oltre il 50,4% del totale). A seguire ci sono il Centro (47,7%), il Nord-Est e il Sud (quota del 46,1% per entrambe le aree) e il Nord-Ovest (45,3%).

Donne scienziate, il primato della Lituania

Abbiamo visto che all’interno dei confini dell’Unione Europea le donne che lavorano negli ambiti scienza e tecnologia sono in maggioranza (52,2%). Un dato che è leggermente superiore alla quota totale di donne residenti in Ue (228 milioni, il 51%). Messo da parte il dato medio, vale la pena concentrarsi su gli stati che esprimono una concentrazione particolarmente elevata di donne che lavorano in questi ambiti. Si tratta soprattutto di paesi dell’Est Europa. Il primato è della Lituania, dove è donna il 64,1% degli impiegati nel settore scienza e tecnologia. A seguire ci sono Lettonia (62,7%), Estonia (59,9%), Bulgaria (58,4%), Romania (57,2%) e Ungheria (57,1%). Come abbiamo anticipato, il paese europeo con la minor concentrazione di donne che lavorano nei campi scientifico e tecnologico è Malta, dove rappresentano soltanto il 45,8% del totale.

Materie STEM, le laureate donne sono solo il 35%

Abbiamo visto che la presenza femminile nella scienza e nella tecnologia spicca in maniera più evidente i paesi dell’est europeo. A livello generazionale, invece, riguarda soprattutto le fasce di età più giovani. La crescita delle “quote rosa”, infatti, a livello Ue è più marcato tra chi ha tra i 25 e i 34 anni. I lavoratori dei campi science e tech europei di questa fascia d’età sono circa 17,6 milioni, di cui oltre 9,4 milioni sono donne: il 53,3%, dato leggermente superiore a quello generale. La presenza di donne che si occupano di materie scientifiche e tecnologiche è in crescita. Anche se secondo l’Unesco appena un ricercatore su tre è donna e soltanto il 35% dei laureati nei campi legati alle STEM è donna. I numeri sono ancora più bassi se si considerano campi specifici molto rilevanti negli ultimi tempi, come quello dell’Intelligenza Artificiale, in cui è donna solamente un professionista su cinque.

Donne scienziate italiane che hanno fatto la storia

La storia offre diversi esempi di donne che hanno saputo imporsi nel sapere scientifico. Andando indietro nel tempo, nel settecento, possiamo citare l’esempio di Laura Bassi. La fisica ancora oggi è ricordata per essere stata una delle prime donne laureate in Italia, nonché una delle prime docenti universitarie al mondo. Più di recente, sono stati notevoli i contributi alla scienza di Rita Levi-Montalcini, una delle 12 donne insignite del Premio Nobel per la Medicina (unica italiana) e dell’astrofisica Margherita Hack.

La giornata internazionale delle Donne e delle ragazze nella Scienza

Anche se i numeri indicano una crescita della presenza di donne che si occupano di materie scientifiche e tecnologiche, continua a persistere un significativo divario di genere relativo alle materie STEM. Le Nazioni Unite ritengono l’uguaglianza di genere una questione centrale e considerano l’emancipazione delle donne un punto cruciale per lo sviluppo economico globale, oltre che occasione di progresso in tutti gli obiettivi e traguardi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Anche per questi motivi, dal 2015, è stata istituita la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, che si celebra l’11 febbraio di ogni anno. La ricorrenza serve a riconoscere il ruolo delle donne per la scienza e la tecnologia e a promuovere “il pieno ed equo accesso e la partecipazione alla scienza per donne e ragazze”.

I dati si riferiscono al 2022

Fonte: Eurostat, Onu

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