TUSMA, le audizioni davanti alle commissioni riunite alla Camera
A più di un mese dall’approvazione in via preliminare dello schema di decreto legislativo finalizzato a prevedere una serie di disposizioni integrative e correttive del Testo Unico dei servizi di media audiovisivi (TUSMA), si sono svolte diverse audizioni presso le Commissioni Cultura e Trasporti, nell’Aula della Commissione Trasporti.
Davanti alle commissioni riunite VII e IX alla Camera dei Deputati hanno preso parola Stefano Selli, direttore delle relazioni istituzionali Italia di Mediaset; Ernesto Apa, rappresentanti dell’Associazione produttori audiovisivi, di ITMedia Consulting, di Cattleya e di Cartoon Italia; Stan McCoy, presidente della Motion Picture Association Europe e Giacomo Lasorella, presidente Agcom.
McCoy (MPA EMEA): “TUSMA opportunità unica per riportare il quadro italiano a livelli più ragionevoli di obblighi di investimento“
Il presidente della Motion Picture Association EMEA, Stan McCoy, ha spiegato che “il sistema delle quote e degli obblighi di investimento ha reso il mercato italiano molto rigido”, ma, nonostante ciò, “le grandi major statunitensi continuano a investire in Italia e a ricevere riconoscimenti internazionali, come con The Good Mothers a Berlino”.
Parlando del TUSMA (Testo unico servizi media audiovisivi), McCoy ha affermato che “rappresenta un’opportunità unica per riportare il quadro italiano a livelli più ragionevoli di obblighi di investimento e pertanto qualsiasi intervento normativo nel settore dovrebbe essere valutato rispetto ai parametri di flessibilità, proporzionalità, prevedibilità e non discriminazione, criticati tanto da Agcom che dalla Commissione europea“.
McCoy ha infine portato alcuni esempi di modelli di mercato “virtuosi ed in crescita“, tra cui la Spagna e i Paesi nordici, che secondo il Presidente MPA EMEA si sono dotati di “un sistema meno prescrittivo e obblighi di investimento al di sotto del 5%”, a differenza dell’Italia, dove la soglia è fissata al 20%.
Il Presidente MPA EMEA si riferisce all’art. 55, in tema di produzione audiovisiva europea e indipendente, relativo agli obblighi dei fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta, per i quali si stabilisce l’obbligo di investimento in opere audiovisive europee prodotte da produttori indipendenti in misura pari al 20% dei propri introiti netti annui in Italia.