Sky non molla l’osso dei diritti della Serie A e dopo un mese e mezzo di proteste dei tifosi e problemi tecnici dello streaming in esclusiva di DAZN si rivolge nuovamente all’Antitrust. Lo scrive oggi il Sole 24 Ore. L’obiettivo è rientrare in partita, magari con una sublicenza che apra alla trasmissione via satellite non soltanto per le 3 partite di Serie A in co-esclusiva che detiene. Tanto più che anche il digitale terrestre ha un ruolo residuale in tutta la vicenda, usato soltanto come backup in caso di malfunzionamento dello streaming.
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E’ questo in estrema sintesi il succo della lettera inviata da Sky all’Agcm per chiedere “un supplemento informativo” sul procedimento aperto dalla stessa Antitrust ai primi di luglio per verificare la presenza di un’intesa restrittiva della concorrenza fra DAZN e Tim. Intesa non ravvisata dall’Antitrust, che in cambio di impegni aveva dato disco verde a DAZN a fine luglio.
L’istruttoria Agcm dovrà concludersi entro il 30 giugno 2022.
Disservizi da inizio campionato
Ma da inizio campionato, dopo sette turni lacrime e sangue per molti tifosi alle prese con i problemi di trasmissione di DAZN (ultimo dei quali l’incursione di Forum da Canale 5 al posto dell’amichevole Juventus–Alessandria per un problema causato però da Ei Towers e di cui DAZN è stata vittima) secondo Sky vi sono gli estremi per rimettere in discussione il quadro che si è definito in questa prima parte di campionato.
Ma quali sono, secondo Sky (e non soltanto), i punti disattesi negli impegni presi da DAZN e Tim?
Punti dolenti
Intanto, che le cose non stiano andando come dovrebbero dal punto di vista tecnologico lo dimostrano le proteste social e la levata di scudi delle associazioni di consumatori. Gli impegni presi al riguardo da DAZN e Tim con l’Antitrust non sono stati rispettati al 100%.
Inoltre, c’è pure il nodo dell’offerta in bundle (Serie A più connettività) che Tim si era impegnata a non offrire ma che secondo Sky sarebbe stato disatteso con l’offerta Tim Gold segnalata peraltro anche da altri operatori. Tim declina ogni addebito, sostenendo che l’offerta non è vincolante e quindi non rappresenta un bundle, ma fatto sta che Sky sostiene il contrario.
Infine, c’è il problema della neutralità tecnologica che secondo il broadcaster satellitare (ma anche secondo i consumatori) non sarebbe garantita su tutte le piattaforme: internet, digitale terrestre e satellite. E così Sky si è rifatta sotto offrendosi di collaborare.
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