Calano i ricavi del mercato mondiale semiconduttori
Dopo un 2022 che dovrebbe chiudersi con un +4%, il mercato dei semiconduttori potrebbe entrare in una fase critica con l’anno nuovo. Secondo stime Gartner, nel 2023 i ricavi sono attesi diminuire tra il 3 e il 4%, passando dai 618 a 596 miliardi di dollari (contro precedenti stime più rosee di 623 miliardi di dollari).
Secondo Richard Gordon, Practice Vice President di Gartner, il possibile crollo delle entrate sarebbe dovuto al deterioramento dell’economia globale, al calo del reddito, all’indebolimento della domanda consumer, alla ridefinizione delle priorità di spesa di famiglie e imprese, alle tensioni geopolitiche sempre presenti e all’incertezza generale (l’Europa entrerà o no in recessione?).
Se la domanda dei consumatori sta cambiando, indebolendosi, va invece a gonfie vele quella delle imprese che stanno cercando di rinforzare le proprie infrastrutture tecnologiche, accelerare la trasformazione digitale e sostenere i piani di espansione del business.
Catena mondiale del valore spezzettata
Il problema, come ben abbiamo capito nel 2020 e soprattutto 2021, è che il mercato mondiale dei chip e dei semiconduttori è frammentato in varie fasi tutte altamente strategiche: dalle terre rare di cui il principale produttore/fornitore è la Cina alla produzione vera e propria di semiconduttori, in cui la Corea del Sud e Taiwan spadroneggiano, fino alla software industry che è in mano agli Stati Uniti.
Una catena del valore mondiale spezzettata e troppo vulnerabile ai conflitti che periodicamente esplodono tra gli attori in campo, in particolare tra Stati Uniti e Cina.
Lo scontro USA-Cina passa per l’Olanda
I Paesi Bassi, una piccola realtà di 17 milioni di abitanti, potrebbe mettere in difficoltà il gigante cinese che conta una popolazione di 1,4 miliardi di persone. A innescare questo strano scontro tra Davide e Golia sono stati gli USA.
Secondo quanto riportato dalla Cnbc, ASML (società nata nel 1984 dal gigante olandese dell’elettronica Philips), attualmente il più grande produttore di sistemi per litografia EUV (del valore di circa 200 milioni di dollari a macchina), fondamentali per la produzione di chip avanzati con sede nella città olandese di Veldhoven, è sotto pressione da parte di Washington per smettere di rifornire la Cina.
L’amministrazione americana teme di fatto che l’azienda olandese ceda ai richiami di Pechino. Un portavoce di ASML ha riferito che l’impatto diretto delle misure di controllo alle esportazioni di macchine EUV sarà piuttosto limitato nel 2023. Come dire, lasciamo la porta aperta a Pechino.
Nel 2019, secondo un Rapporto Reuters, il Governo olandese sembra abbia tolto la licenza di ASML per esportare le sue macchine in Cina, sotto richiesta di Washington. Ma forse le cose stanno cambiando.
I sistemi EUV
I sistemi EUV sono macchine litografiche per la produzione di chip, note come sistemi per la litografia ultravioletta estrema (Euv, Extreme ultraviolet lithography) e vengono impiegati regolarmente da Intel, Samsung, Apple per realizzare chip avanzati necessari alla produzione di dispositivi di nuova generazione, smartphone e apparecchiature cellulari 5G, computer dotati di intelligenza artificiale.
AMSL ha di fatto il quasi monopolio nel mercato dei sistemi EUV (controlla praticamente l’80% di questo mercato, se poi si parla di sistemi EUV avanzati il controllo sale al 100%).
Per questo Huawei e altre grandi aziende tecnologiche cinesi hanno la necessità di acquisire questi macchinari o altrimenti di svilupparne di alternativi (strada lunga e dispendiosa). Ad inizio anno ASML ha raggiunto un valore di mercato pari a circa 300 miliardi di dollari e il prezzo delle sue azioni è raddoppiato nei 12 mesi precedenti.
Secondo stime Reuters, infine, anche senza la vendita di sistemi EUV, il mercato cinese per gli altri prodotti ASML potrebbe aver raggiunto i 2,3 miliardi di dollari di valore nel biennio 2021-2022.