La spesa globale in prodotti per la security sta crescendo e i ricavi derivanti dalla vendita di hardware, software e servizi connessi raggiungerà quota 101,6 miliardi di dollari nel 2020. Queste le previsioni di IDC, secondo cui nei prossimi cinque anni la crescita annua della spesa nel settore security si attesterà all’8,3%, più del doppio del tasso di crescita previsto per il settore IT nel suo complesso.
“Oggi il clima nel settore security è tale per cui le aziende hanno paura di essere le prossime vittime di un grosso cyberattacco o di qualche cyber ricatto – dice in una notaSean Pike, program vice president of security products di IDC – Per questo, il tema della sicurezza è sotto stretta osservazione nei consigli di amministrazione, che analizzano con attenzione l’utilizzo più saggio dei budget dedicati per un’operatività che raggiunga il massimo dell’efficienza”.
Non è una sorpresa che il settore che investirà di più è quello bancario, con un budget di 8,6 miliardi di dollari in prodotti di sicurezza. Finance, manufacturing, governi centrali e federali realizzeranno complessivamente il 37% degli investimenti nel prossimo quinquennio.
I servizi di secuirty rappresentano la fetta maggiore della spesa nel 2016, pari al 45% del totale, davanti alla componente software
In particolare, si tratta di software endpoint (antivirus, anti malaware), programmi di identity e access management, security e vulnerability management.
Il ritmo di diffusione di nuove minacce cresce costantemente ogni anno, in particolare nei settori healthcare, telecom, government e servizi finanziari.
Aumenterà di conseguenza il gap di competenze nel settore, tanto che secondo un recente report di Cisco è di un milione di posti il fabbisogno di personale specializzato in security, a fronte di un numero esiguo di università che hanno cominciato ad attrezzarsi per rispondere a questa domanda.