Spagna-Catalogna, Puigdemont lascia il Belgio per la Danimarca nonostante il rischio di arresto
22 gen 10:57 – (Agenzia Nova) – L’ex presidente della deposta Generalitat catalana Carles Puigdemont si e’ recato oggi a Copenaghen, nonostante il rischio di una possibile attivazione del mandato d’arresto europeo (Mae), sospeso lo scorso dicembre. L’ufficio del Procuratore generale spagnolo aveva avvertito Puigdemont che se avesse deciso di recarsi in Danimarca per tenere una conferenza universitaria sulla situazione della Catalogna, avrebbe chiesto al giudice della Corte Suprema Pablo Llarena di attivare il mandato di cattura in vigore. Lo riferiscono oggi i principali quotidiani spagnoli, da “El Pais” a “El Mundo”, passando per “Abc” e “La Vanguardia” che aggiungono come il governo spagnolo abbia messo a disposizione della procura tutte le informazioni sulla situazione di Puigdemont. L’ex presidente catalano terra’ una conferenza stampa alle 14:00 di oggi, lunedi’ 22 gennaio, presso l’Universita’ di Copenaghen. L’accusa ha dichiarato in una nota che rimane in attesa di una possibile “conferma ufficiale tramite la polizia” dei movimenti degli “indagati” per prendere una decisione. Il ministro dell’Interno spagnolo, Juan Ignacio Zoido, ha anche annunciato che il viaggio di Puigdemont a Copenaghen “potrebbe essere interrotto se dovesse venir attivato il mandato d’arresto europeo”. Fonti della polizia hanno confermato ieri che i servizi di informazione sono in allerta per rilevare eventuali movimenti. Nel frattempo Roger Torrent, presidente del Parlamento catalano, ha annunciato la data del dibattito sull’investitura, citando il nome di Puigdemont come candidato alla guida del governo regionale.
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Usa, ancora nessun accordo in vista tra i parlamentari al secondo giorno di “shutdown”
22 gen 10:57 – (Agenzia Nova) – Nel secondo giorno di “shutdown” (il blocco dell’attivita’ amministrativa del governo federale) i parlamentari statunitensi sono lontani dal trovare un accordo prima di lunedi’, 22 gennaio. A partire da lunedi’, ricorda il quotidiano “Wall Street Journal”, potrebbero sentirsi le prime conseguenze dello “shutdown” con i dipendenti federali costretti alle ferie forzate per mancanza di fondi. In Italia, ad esempio, l’ambasciata statunitense ha gia’ annunciato che la sua pagina Facebook non verra’ incrementata fin quando il Congresso non trovera’ un accordo sul bilancio. La partita si deve riaprire in Senato, dove i repubblicani, non autosufficienti, necessitano dei voti del Partito democratico. Domenica pomeriggio, esponenti centisti del partito democratico e alcuni repubblicani hanno tenuto un incontro per cercare un compromesso. Le due forze politiche si sono accusate reciprocamente nel corso del fine settimana. Al centro delle trattative fallite, il mancato accordo sul destino degli immigrati irregolari, i cosiddetti “Dreamers”, entrati nel paese quando erano bambini. I senatori democratici hanno abbastanza voti per bloccare la legge di bilancio e negoziare protezioni per i “Dreamers”, il cui programma (Daca) scade il 5 marzo prossimo per decisione del presidente Donald Trump. I repubblicani accusano i loro avversari di limitarsi ad aiutare una piccola fascia di residenti statunitensi, tralasciando le loro responsabilita’ nei confronti dell’intera popolazione del paese. La proposta repubblicana, gia’ approvata alla Camera dei rappresentanti, e’ una legge di bilancio di breve termine per arrivare fino al 16 febbraio prossimo, una soluzione che non convince i democratici se non accompagnata da impegni concreti per i “Dreamers”. Il capo della minoranza al Senato, il democratico Chuck Schumer, che conduce la trattativa, ha sostenuto di aver fatto rilevanti concessioni a Trump, incluso il finanziamento della costruzione del muro al confine con il Messico, ma il capo della Casa Bianca avrebbe rifiutato la mediazione.
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Colombia-Messico, rapporto denuncia possibili legami tra Clan del Golfo e Cartello di Sinaloa
22 gen 10:57 – (Agenzia Nova) – Le attivita’ delle Autodefensas gaitanistas del Colombia (Agc), l’organizzazione paramilitare colombiana conosciuta anche con il nome di “Clan del Golfo”, sarebbero in parte finanziate dal Cartello di Sinaloa, la temuta rete criminale dedita al traffico di stupefacenti in Messico. Lo riferisce un rapporto del Difensore del popolo colombiano rilanciato dalla testata “Fm”. Il documento avverte che l’Agc sta espandendo la loro attivita’ nella zona della cordigliera nordoccidentale del paese, un tempo controllata dalle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), la guerriglia che ha firmato a fine del 2106 il trattato di pace con il governo. Le milizie dell’Agc sono al momento “l’attore armato illegale che esercita il monopolio” delle attivita’ criminali nella zona, approfittando di un terreno pieno di possibili nascondigli, di contadini e popolazioni indigene da sottoporre a estorsione, e nel quale si concentra la maggior parte dei 2.668 ettari di piantagioni di cocaina presenti nella provincia. Gli esponenti dell Agc, secondo diverse testimonianze raccolte sul campo, si presentano sotto diverse denominazioni e ostentano prove di un possibile legame finanziario con il Cartello di Sinaloa. A facilitare la penetrazione criminale delle Agc nel territorio sarebbero inoltre anche elementi delle Farc che, non avendo aderito all’accordo di pace, hanno continuato ad esercitare minacce armate alla popolazione locale. I civili, spiega ancora il Difensore del popolo “sono per questo esposti a omicidi mirati, sfollamenti, espulsioni dal territorio, restrizioni alla liberta’ di circolazione sparizioni forzate, violenze sessuali”. La sicurezza delle popolazioni contadine e autoctone che vivono nelle zone “liberate” dal conflitto, unita a quella degli ex membri della guerriglia che hanno accettato di consegnare le armi e di sottoporsi alla giustizia di pace, e’ tra le principali preoccupazioni delle varie organizzazioni non governative e delle stesse Nazioni Unite.
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Usa-Giordania, vice presidente Pence e re Abdullah II “concordano di non concordare” su Gerusalemme
22 gen 10:57 – (Agenzia Nova) – Il vice presidente statunitense Mike Pence ha incontrato domenica, 21 gennaio, il re Abdullah II di Giordania, riferendo poi ai giornalisti che hanno “concordato di non concordare” sul riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele. Lo riferisce il quotidiano “New York Times”, precisando che l’incontro si e’ tenuto ad Amman, in Giordania, nel secondo giorno della serie di visite ufficiali di Pence in Medio Oriente. La decisione su Gerusalemme del presidente Donald Trump di dicembre 2017 ha aumentato le tensioni tra i due alleati, insieme a quella, la scorsa settimana, di dimezzare i fondi per i profughi palestinesi finanziati dall’Unrwa, l’Agenzia della Nazioni Uniti per i rifugiati. Prima di incontrare Pence, re Abdullah aveva reiterato il suo supporto al progetto di “Gerusalemme est come capitale di uno stato indipendente palestinese a fianco di uno Stato di Israele, sicuro e formalmente riconosciuto”. La Giordania, che appoggia l’obiettivo palestinese di stabilire la capitale a Gerusalemme est, ospita oltre due milioni di rifugiati palestinesi che potrebbero risentire del taglio dei finanziamenti Usa all’Unrwa. Pence nel riferire del colloquio ha ribadito che “gli amici possono avere delle divergenze”, ma cio’ su cui sono d’accordo e’ che “tutte le parti coinvolte devono tornare al tavolo dei negoziati”.
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Gran Bretagna, i tagli alla difesa lasciano il paese vulnerabile agli attacchi della Russia
22 gen 10:57 – (Agenzia Nova) – La Gran Bretagna si trova a fronteggiare una crescente sfida da parte della potenza militare della Russia ed il governo britannico dovrebbe investire di piu’ nella Difesa se non vuole erodere in maniera cruciale la capacita’ di combattimento delle sue forze armate: tutti i principali giornali del Regno Unito oggi lunedi’ 22 gennaio riportano in apertura della loro prima pagina questo severo monito che il capo di stato maggiore dell’Esercito britannico, il generale Sir Nick Carter, esprimera’ piu’ tardi nella giornata al Royal United Service Institute. E’ un evento molto inusuale che un alto ufficiale parli cosi’ francamente delle politiche di spesa, delle vulnerabilita’ delle forze armate e delle minaccia che gravano sul paese, commenta il quotidiano tradizionalista “The Times” che come gli altri giornali ha ottenuto in anticipo alcuni estratti del discorso del generale Carter; ma a quanto pare il governo ha dato il suo benestare, allo scopo di sensibilizzare sul tema l’opinione pubblica in un momento in cui il cancelliere allo Scacchiere Philip Hammond deve decidere se e cosa tagliare nel bilancio del ministero della Difesa nel quadro di una revisione della Strategia di sicurezza della Gran Bretagna che comportera’ dolorosi risparmi di spesa a tutti i dicasteri. Il generale Carter, ricorda il “Times”, e’ considerato uno dei piu’ credibili successori del maresciallo dell’aria Sir Stuart Peach al posto di capo di stato maggiore delle forze armate. Nel suo intervento il generale sottolinea come il rinnovato carattere dei conflitti moderni, che vedono l’ampio ricorso da parte di paesi ostili a cyber-attacchi, social media e altri strumenti in grado di interferire nella vita quotidiana dei cittadini, significhi che la sicurezza della Gran Bretagna non puo’ piu’ essere data per garantita se il paese non prendera’ coscienza di questa realta’ e non prendera’ le misure necessarie: “Dobbiamo affrontare queste minacce”, avverte l’alto ufficiale che nel suo discorso fa chiaro riferimento ai “war games” effettuati l’anno scorso dalla Russia, nei quali e’ stato simulato un attacco coordinato in Europa Settentrionale con l’utilizzo sia delle forze convenzionali che dei nuovi strumenti di guerra cybernetica.
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Francia, il premier Philippe annuncia il ritiro della candidatura per l’Esposizione universale del 2025
22 gen 10:57 – (Agenzia Nova) – La Francia ritira la sua candidatura per ospitare nel 2025 l’Esposizione universale. Lo riporta “Les Echos”, spiegando che la notizia e’ stata annunciata dal premier Edouard Philippe, secondo il quale il dossier francese presentava “debolezze strutturali” che avrebbero potuto portare a “impegni non rispettati”. “Questa decisione e’ aberrante” ha detto François Durovray, presidente repubblicano del Consiglio dipartimentale del dipartimento dell’Essonne, alle porte di Parigi, dove si sarebbe installato il “villaggio globale” dell’Expo. “L’esposizione universale del 2025 non richiedeva denaro pubblico” ha ricordato l’ex premier e attuale deputato Manuel Valls. Philippe ha evocato previsioni troppo ottimistiche sulla frequentazione e lo scarso numero di investitori interessati al progetto. Secondo le stime era stata prevista un afflusso di visitatori compreso tra 35 e 40 milioni di persone con 65 milioni di euro di entrate. “Le Figaro” afferma che cifre simili a quelle dell’Expo di Milano, con 20 milioni di persone, sarebbero state un “rischio” per le finanze pubbliche. In corsa resta il Giappone con Osaka, l’Azerbaigian con Baku e la Russia con Ekaterinbourg. Il voto finale e’ previsto per il prossimo novembre.
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Francia, Macron incontra imprenditori francesi e stranieri
22 gen 10:57 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese Emmanuel Macron riceve questo lunedi’ a Versailles 140 rappresentanti e capi di aziende straniere e francesi per “Choose France” un summit organizzato in vista del vertice di Davos. Ne parla la stampa francese. Tra i gruppi convocati ci sono quelli attivi nel settore delle tecnologie, dei servizi e dell’industria. Dopo un pranzo con il premier Philippe, si terranno una serie di colloqui bilaterali tra invitati e ministri. Il presidente si intratterra’ con alcuni degli invitati al termine della giornata. “Con questo summit, il capo di Stato vuole provare ai francesi che il loro paese e’ tornato attrattivo” scrive “Le Figaro”, mentre “Les Echos” sottolinea che “dopo aver ammorbidito il codice del lavoro e alleggerito considerevolmente la fiscalita’ sul capitale per rilanciare l’investimento, soprattutto per le imprese straniere, l’esecutivo vuole raccogliere il frutto dei suoi sforzi”. Il quotidiano economico afferma che nel corso della giornata dovrebbero essere annunciati diversi investimenti. Secondo “Libe’ration” si tratta di un “pre-Davos esagonale”, anche se dal governo affermano che non c’e’ nessuna “concorrenza” con l’appuntamento svizzero. L’Eliseo ha fatto sapere che Macron sara’ mercoledi’ a Davos per un discorso che avra’ l’obiettivo di “porre una diagnosi lucida della mondializzazione”.
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Conferenza di Monaco, Gabriel invita l’Europa all’offensiva digitale
22 gen 10:57 – (Agenzia Nova) – Il ministro degli Esteri tedesco, il socialdemocratico Sigmar Gabriel (Spd), ha invitato l’Europa a superare la dipendenza da Stati Uniti e Cina nella corsa allo sviluppo dell’economia digitale. “Vogliamo limitarci ad essere spettatori di una nuova guerra fredda per la leadership tecnologica? O vogliamo fornire a nostra volta risposte migliori?”, ha chiesto Gabriel all’inaugurazione della Dld, la conferenza sul digitale alla Literaturhaus di Monaco. “L’Occidente e le sue societa’ aperte sono seriamente sfidate per la prima volta nella loro leadership tecnologica”, ha affermato il ministro, che ha proseguito: “Dobbiamo proteggere le nostre tecnologie chiave nazionali ed europee, custodirle e svilupparle” Cio’ che l’Europa ha da offrire deve essere protetto. Se i dati sono davvero il nuovo petrolio, ha detto Gabriel, allora l’Europa deve finalmente iniziare a fare un uso migliore di questa risorsa. Il ministro ha toccato diversi argomenti, incluso quello della privacy, che “e’ importante e deve essere adattata alle sfide della nuova economia globale”. La moltitudine di normative nazionali sta rallentando la crescita di gruppi tecnologici a livello europeo. Deve finalmente essere creato un vero mercato unico digitale nell’Unione europea. Dovrebbero essere assunti rischi maggiori e ci sarebbe bisogno di un “compromesso tra privacy e regolamentazione, tra liberalismo e problemi di sicurezza, tra azione dogmatica e pragmatica”, ha detto il ministro.
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La Bce acquista ancora piu’ obbligazioni del Sud Europa
22 gen 10:57 – (Agenzia Nova) – Gli acquisti di titoli di stato dell’Europa meridionale da parte della Banca Centrale Europea (Bce) sono aumentati ulteriormente, in particolare per quanto riguarda i titoli di stato italiani e spagnoli. Questo dimostra uno studio dell’economista Friedrich Heinemann del Centro per la ricerca economica europea (Zew) di Mannheim e dell’Universita’ di Heidelberg. “Il programma di acquisto di obbligazioni della Bce e’ sempre piu’ asimmetrico. La Bce sta acquistando in proporzione sempre maggiore le obbligazioni degli Stati membri fortemente indebitati”, ha affermato Heinemann. “La Bce pertanto si allontana sempre piu’, su base mensile, dal raggiungere il proprio obiettivo di controllare gli acquisti della Banca stessa”. Nel 2015, quando e’ iniziato il programma di Quantitative easing (Qe), l’orientamento verso gli interessi azionari ha funzionato abbastanza bene. “Nel frattempo, tuttavia, le obbligazioni in crescita stanno diventando sempre piu’ scarse, cosicche’ le banche centrali europee devono comprare dove possono”, ha spiegato il professore. Cio’ significa acquistare piu’ debito sovrano di Stati fortemente indebitati come l’Italia, la Francia, l’Austria e, il Belgio. “Per questi Paesi, il volume degli acquisti nel 2017 era gia’ del 10 per cento”, ha criticato Heinemann. Anche per la Spagna ci sono stati acquisti sproporzionati. Anche dalla Germania e’ stato acquistato un numero sproporzionatamente elevato di obbligazioni, mentre dagli Stati baltici le banche centrali non hanno acquistato quasi nulla. Entro la scadenza del 31 dicembre 2017, le banche centrali dell’euro avevano acquistato titoli di Stato o obbligazioni emesse da Istituzioni pubbliche per 1.931 miliardi di euro nel loro cosiddetto programma Pspp. Heinemann sottolinea l’importanza del caso italiano: “Per l’Italia i risultati indicano uno scenario di rischio reale. L’Italia e’ particolarmente favorita dalla Bce, e con acquisti per quasi il 20 per cento del suo Pil, puo’ diventare molto dipendente dal piano della Bce. Le elezioni di marzo potrebbero inoltre portare a condizioni politiche instabili. Questo giovedi’, il Consiglio direttivo della Bce si incontrera’ e discutera’ i progressi della politica monetaria. Tre mesi fa aveva deciso di continuare gli acquisti obbligazionari con un volume mensile di 30 miliardi di euro almeno fino al settembre 2018. Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, e’ favorevole a fissare una data di scadenza precisa, e la scorsa settimana ha sottolineato ancora una volta il suo scetticismo nei confronti del programma di acquisto di obbligazioni in assenza di una crisi deflattiva vera e propria.
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Silvio Berlusconi avverte l’Ue di non “interferire” nelle elezioni italiane
22 gen 10:57 – (Agenzia Nova) – Silvio Berlusconi ha lanciato un avvertimento agli alti funzionari Ue affinche’ non interferiscano nelle imminenti elezioni italiane: lo scrive il quotidiano economico britannico “The Financial Times” riferendo del contenuto di un’intervista rilasciata dall’81enne magnate dei media e piu’ volte primo ministro al “Corriere dell Sera”. Nell’articolo, firmato a due mani dai corrispondenti da Roma, James Politi, e da Bruxelles, Mehreen Khan, si sottolinea come l’avvertimento di Berlusconi arrivi alla vigilia del suo viaggio a Bruxelles, dove oggi lunedi’ 22 gennaio avra’ una serie di incontri, tra cui con il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, per dare rassicurazioni sulle intenzioni della sua coalizione di centro-destra venata di euroscetticismo: “Sarebbe bene che i rappresentanti delle istituzioni Ue si astenessero dall’interferire nella campagna elettorale”, ha detto Berlusconi; “gli italiani sono un popolo saggio e maturo, e sanno molto bene come fare una scelta responsabile senza i consigli dei guardiani di Bruxelles”. Negli scorsi giorni, ricorda il “Financial Times”, aveva provocato polemiche in Italia l’intervento del commissario Ue agli Affari economici e finanziari, il francese Pierre Moscovici, che aveva auspicato un “governo pro-europeo” dopo il voto del 4 marzo prossimo: in intervento visto come un sostegno appena velato al Partito democratico di centro-sinistra guidato da Matteo Renzi, per il quale si sono spesi apertamente il residente francese Emmanuel Macron ed il leader dei socialdemocratici tedeschi Martin Schulz. Il ritorno di Berlusconi al centro della vita politica in Italia, benche’ non possa per motivi legali assumere incarichi diretti di governo, secondo il giornale britannico potrebbe disturbare molti in Europa: suscita infatti preoccupazione la possibilita’ che un eventuale governo di centro-destra in Italia non voglia rispettare le regole di bilancio Ue per rispettare le promesse pre-elettorali in materia fiscale e di spesa pubblica. Tuttavia il “Financial Times” sottolinea che a Bruxelles ci sono altri che vedono Berlusconi come un moderato ed un argine ad una possibile vittoria del Movimento 5 stelle che sarebbe ancora piu’ destabilizzante per l’Europa.
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