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SearchGpt arriva negli Usa, fine al dominio di Google?

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La prossima rivoluzione dell'AI guarda ai motori di ricerca. Non più caselle di testo ma chatbot che rispondono su argomenti in tempo reale. Un beneficio ma anche un grosso rischio per come vengono fornite le informazioni.

Sembra che ChatGpt stia facendo un passo da gigante nell’integrazione della ricerca in tempo reale, portando SearchGpt direttamente nell’app principale per iOS. Un nuovo aggiornamento, al momento disponibile solo negli Stati Uniti e accessibile tramite VPN, introduce un’icona di ricerca nell’input di testo, aprendo le porte a una serie di funzionalità innovative. A differenza dei classici motori di ricerca, il progetto di OpenAI non mostra i risultati di ricerca tramite link ma risponde conme se fossimo all’interno di una conversazione. Se si cerca, ad esempio, il meteo a Milano, potrebbero essere mostrati dei widget ma il fulcro sarà farsi dire da Search Gpt le previsioni. Comodo ma, come vedremo più avanti, anche pericoloso in termini di veridicità.

Cosa cambia con SearchGPT?

Fino ad ora, ChatGpt si affidava a Bing per le ricerche, ma questa nuova integrazione sembra andare ben oltre. SearchGpt, precedentemente disponibile solo come prototipo, promette di rivoluzionare l’interazione con la piattaforma, offrendo:

  • Ricerca in tempo reale: accesso a informazioni aggiornate al momento della richiesta.
  • Widget interattivi: visualizzazione di grafici meteo, andamento azionario e altri dati in formati dinamici.
  • Immagini separate: migliore presentazione dei risultati visivi.
  • Nuovo layout per le notizie: organizzazione più chiara e intuitiva degli articoli.
  • Maggiore flessibilità: possibilità di riscrivere le query per attivare o disattivare la funzione di ricerca a piacimento.
  • Condivisione delle conversazioni: anche gli utenti senza accesso a SearchGPT possono visualizzare i risultati delle ricerche.

Un esperimento limitato

Al momento, l’aggiornamento sembra essere limitato all’app per iPhone e non è chiaro se si tratti di un test preliminare in vista di un rilascio più ampio o di una strategia mirata a un pubblico specifico. L’assenza di SearchGpt su Android, desktop e persino sulla versione web, suggerisce che OpenAI stia procedendo con cautela, monitorando attentamente l’utilizzo e il feedback degli utenti prima di estendere la funzionalità ad altre piattaforme.

Un problema cruciale è quello dei bias, ovvero pregiudizi che si insinuano negli algoritmi e possono portare a risultati discriminatori. Questi possono derivare da dati di addestramento incompleti o che riflettono pregiudizi preesistenti, degli sviluppatori stessi o dalla mancanza di diversità nei team di sviluppo. Il risultato? Idee non oggettive e di parte, che potrebbero esacerbare ulteriormente il troppo affidarsi all’IA per prendere decisioni e formarsi idee su nuovi argomenti.

Un futuro di ricerca integrata

L’integrazione di SearchGpt rappresenta comunque un passo importante per ChatGpt, che si avvicina sempre di più a un’esperienza di ricerca completa e integrata. La possibilità di accedere a informazioni in tempo reale, combinata con la potenza di elaborazione del linguaggio naturale, apre scenari interessanti per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella ricerca e nell’accesso all’informazione. Il punto è quanto potremo fidarci di un’app che non mostra i link su cui si basa ma risponde alle nostre domande con un’idea di certezza che spesso ha lasciato il passo alle allucinazioni.

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