Dopo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulla necessità di portare avanti le misure stringenti fin qui stabilite per contenere l’epidemia di coronavirus nel nostro Paese, è molto probabile che le scuole non riapriranno il 3 aprile.
Secondo indiscrezioni stampa, il comitato tecnico scientifico, insediato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, avrebbe ipotizzato una possibile riapertura delle scuole per maggio: “la chiusura delle scuole non avrebbe senso per meno di due mesi”, si legge su orizzontescuola.it.
Scuole, a quando la riapertura?
Non c’è una data e non ci può essere ancora, ma è quasi sicuro che le aule rimarranno vuote per altre settimane ancora. Ai microfoni di SkyTg24, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha dichiarato: “Penso si andrà nella direzione che ha detto il presidente Conte, di prorogare la data del 3 aprile, ma in questi giorni invito tutti alla massima responsabilità”.
“Non è possibile dare un’altra data per l’apertura delle scuole, tutto dipende dall’evoluzione di questi giorni, dallo scenario epidemiologico. Riapriremo le scuole solo quando avremo la certezza di assoluta sicurezza”, ha aggiunto la ministra.
Si procederà con la didattica a distanza, con le classi virtuali. Ovviamente, come spesso accade in situazioni emergenziali, non tutti gli istituti d’Italia sono riusciti a realizzare al 100% i piani di studio e di lavoro sia degli insegnanti, sia degli studenti: “Le situazioni della didattica a distanza in Italia sono molto diverse e c’è chi sta indietro”, ha spiegato Azzolina, che rassicura “non abbandoneremo nessuno, abbiamo messo in campo una serie di strumenti, diverse piattaforme, materiali webinar per docenti con più difficoltà”.
La didattica a distanza, ha precisato la ministra, è una cosa seria e una scommessa per il Paese, invitando il personale docente a fare tutto il possibile per offrire lezioni e materiali e per stimolare i ragazzi, tanto che “non ci sarà la necessità di far slittare l’anno scolastico, se la didattica a distanza funzionerà non ce ne sarà bisogno”.
La nota del Miur e altre novità
Intanto, tramite i profili ufficiali della ministra sui social, è stata diffusa una nota con ulteriori indicazioni operative sulla didattica a distanza: “Le scuole ce l’avevano chiesta. Ci lavoravamo da giorni. Ora è pubblicata e contiene anche una sezione specifica, importantissima, sui ragazzi con disabilità e con bisogni educativi speciali che, oggi più che mai, meritano particolare cura e attenzione”.
Al suo interno diversi i temi trattati a cui il ministero a dato massima rilevanza: cosa si intende per didattica a distanza, la questione della privacy, la progettazione delle attività, l’attenzione e con bisogni educativi speciali, la valutazione delle attività didattiche a distanza.
La didattica a distanza ha avuto e ha due significati, si legge nel documento: “Da un lato, sta servendo a mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combattendo il rischio di isolamento e di demotivazione; dall’altro lato, è essenziale per non interrompere il percorso di apprendimento”.
Da ieri è attivo un canale Telegram dedicato alla didattica a distanza dove troverete le migliori pratiche delle scuole italiane, le mie comunicazioni e tutte le informazioni utili. #LaScuolaNonSiFerma
— Lucia Azzolina (@AzzolinaLucia) March 18, 2020
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Grazie al decreto Cura Italia, inoltre, arriveranno 1000 nuovi assistenti tecnici per dare supporto sulla didattica a distanza, mentre è stato attivato anche un canale Telegram dedicato sempre alla didattica a distanza dove trovare le migliori pratiche delle scuole italiane, le comunicazioni della ministra e tutte le informazioni utili.